GAVIRATE,
16 maggio 2015 - In occasione
della quarta edizione dei Campionati
Mondiali INAS Indoor, la seconda
consecutiva organizzata a Gavirate
grazie all'apporto del Presidente
Giancarlo Pomati e del tecnico Paola
Grizzetti, abbiamo avuto modo di
apprezzare le prestazioni, sia sui
500 metri che sui 1000 di Francesco
Di Donato (Accademia del Remo), che
è riuscito a conquistare ben due
medaglie d'argento. Un risultato di
tutto rispetto, ottenuto sicuramente
grazie ad un valido percorso di
preparazione. In quest'intervista
abbiamo voluto ascoltare
l'allenatore di Francesco, Giuseppe
Del Gaudio.
Allora
Giuseppe, iniziamo con qualche
considerazione sulla crescita del
movimento a favore dei disabili
intellettivi, la cui crescita è
sotto è un dato indiscutibile:
"Sicuramente tutto il movimento sta
crescendo su scala mondiale per
quello che riguarda tutti gli sport.
Si sta finalmente abbandonando
l'idea che a questi ragazzi debbano
essere precluse delle attività, cosa
che fin ora li ha bloccati. Sempre
più si sta valutando che a fianco
alle terapie classiche, come ad
esempio la logopedia o i vari
esercizi specifici per le diverse
condizioni, è necessario offrire
ulteriori possibilità. In questo
senso l'attività sportiva è
sicuramente un'opzione molto valida.
Personalmente
mi sono accorto che i ragazzi
diversamente abili, impegnati nelle
pratiche sportive, migliorano nella
loro quotidianità, acquisendo
maggiore autonomia, perchè iniziano
ad acquistare nuovi schemi motori e
a percepire meglio il corpo. Di più,
attraverso l'esecuzione sportiva i
ragazzi si rendono conto che
muovendosi riescono ad acquisire una
forma di espressione che spesso
verbalmente non hanno. Tutto questo
sicuramente contribuisce a
migliorare la loro vita a casa".
Il
concetto di inclusione quando si
parla di disabilità è sicuramente
centrale. Come concepisci tu
l'inclusione?: "A mio avviso il
concetto di inclusione può essere
concepito al contrario, nel senso,
se riesco a portare normodotati in
un mondo dove si fa attività con
ragazzi disabili, l'inclusione
avviene naturalmente. Infatti un
normodotato che collabori con un
centro di riabilitazione o con una
struttura dedita a sport per
disabili, sicuramente avrà una
maggiore consapevolezza di cosa sia
la disabilità, sarà in grado di
comprendere le difficoltà di certe
situazioni e magari potrà imparare
ad apprezzare quanto questi ragazzi
sono in grado di dare". Quando hai
iniziato a collaborare con
Francesco?: "Io e Francesco ci siamo
conosciuti nel 2006 e abbiamo
iniziato a fare attività motoria
perché lui ne aveva bisogno. Insieme
a lui seguivo anche altri ragazzi.
L'idea che ho avuto è stata quella
di farli allenare insieme. I ragazzi
in gruppo, sin da subito, hanno
iniziato a migliorare
ulteriormente".
C'è
qualcosa che di Francesco ti ha
colpito in maniera particolare?:
"Intanto voglio precisare che
lavorare con Francesco è facile
perché lui ascolta molto e segue le
direttive, dando così la possibilità
di portare avanti una preparazione
di alto livello. Sicuramente quello
che mi ha colpito è la sua
incredibile tenacia, la sua voglia
di fare e soprattutto la capacità di
sopportare la fatica fisica, anche
dal punto di vista mentale. Quando
si è presentata l'occasione ho
voluto fargli provare il
canottaggio. Da subito ho visto che
Francesco non era male. Poi c'è
stata la possibilità di farlo
partecipare ai
Global
Games di quattro anni fa, in vista
dei quali abbiamo portato avanti
un'adeguata preparazione. Francesco
è arrivato dietro l'atleta di Hong
Kong,Tsoi Ka Ming, per 4 secondi.
Poi lo scorso anno ci siamo
preparati per i mondiali e Francesco
era riuscito a passare avanti a Tsoi
Ka Ming ma purtroppo è caduto dal
carrello. Infine quest'anno, dopo
aver affinato ulteriormente la
condizione, abbiamo eguagliato
l'atleta di Hong Kong, tra l'altro
battendo il record mondiale, ma è
arrivato l'ungherese".
Che
progetti hai per Francesco in
futuro? "Sicuramente lo scopo a
breve termine è che Francesco
migliori ancora il record del mondo.
A lungo termine invece vorrei che
attraverso la sua esperienza,
terminato il suo impegno da atleta,
divenga mio collaboratore. Francesco
ha una grande capacità, quella di
coinvolgere a sua volta. Lui si
allena con altri ragazzi, e proprio
questi ragazzi che lo hanno preso
come esempio, hanno conosciuto dei
miglioramenti eccezionali. Infatti
da quest'anno Francesco mi sta dando
una mano con un progetto sportivo
inerente l'atletica leggera che sto
sviluppando a Napoli. In questo
progetto coinvolgiamo circa 50
ragazzi con disabilità mentale e
oltre 40 operatori. Francesco fa
parte proprio degli operatori e si
occupa di seguire una parte della
preparazione. Da quest'anno poi lo
sto coinvolgendo in un progetto
sportivo inerente il canottaggio,
che coinvolge, anche alcuni stagisti
dell'Università, assieme ai quali
voglio far lavorare Francesco in
modo da renderlo responsabile per
far sì che impari come gestire un
ragazzo sul remoergometro".
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