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I canottieri romani in divisa storica per il Natale di Roma

venerdì 10 Aprile 2015

I canottieri romani in divisa storica per il Natale di Roma

ROMA, 10 aprile 2015 – L’Associazione “Tevere per Roma”, costituita recentemente da quegli irriducibili ed entusiasti appassionati del remo che appartengono ai Circoli Storici Romani, in collaborazione con l’ Assessorato Scuola e Sport del Comune di Roma, ha organizzato una sfilata di equipaggi con divise sociali d’epoca nell’ambito delle celebrazioni del prossimo Natale di Roma. La cerimonia avrà luogo sabato 18 Aprile 2015 dalle ore 11.00 alle ore 13.00. L’evento si concretizzerà in una sfilata di imbarcazioni storiche, con partenza dalle varie sedi sociali poste tra ponte Milvio e ponte Cavour. Al giro di boa presso ponte S. Angelo ci sarà il saluto dei canottieri romani alle Autorità ed al pubblico presente sulle banchine antistanti Castel S. Angelo, con l’intervento della Banda Musicale della Polizia Municipale di Roma Capitale. La data del 21 aprile dell’anno 753 a.C. è quella che ci viene tramandata dallo scrittore romano Marco Terenzio Varrone: in questa occasione Romolo, il mitico fondatore di Roma, tracciò con l’aratro il solco all’interno del quale sarebbe nata la città. Ma questo gesto è passato alla storia collegato all’uccisione di Remo, il fratello gemello salvato e nutrito anch’egli dalla mitica lupa. Accolti dall’umile pastore Faustolo e della moglie Acca Larenzia crebbero forti e baldanzosi fino a quando gli dei decisero chi avrebbe fondato la “città eterna”.

Come racconta la leggenda il volere di Giove si manifestò nel volo degli avvoltoi, a lui consacrati come le aquile. Romolo ne avvistò dodici, mentre suo fratello solamente sei. Il fondatore avrebbe dato il suo nome alla città e tracciato il solco sacro ed inviolabile dei suoi confini. Ma come in tutti racconti leggendari l’antagonista si frappose all’intento e la fondazione si macchiò con il sangue di Remo ucciso dal fratello Romolo proprio perché aveva violato con le armi il confine tracciato con l’aratro. Contrariamente a quanto si possa pensare la negatività del gesto non venne giudicata nefasta, anzi questa uccisione era intesa come l’annuncio che chiunque avesse oltrepassato tale limite, attentando al futuro della città, avrebbe fatto la stessa fine. La stranezza di Roma, che aveva due potenziali fondatori, si risolse con l’eliminazione di quello superfluo affermando il passaggio dal caos delle origini al mondo ordinato dalle leggi di Romolo, che avrebbero garantito la stessa fine ai futuri attentatori della potenza romana.

Un messaggio chiaro, quindi, che pur attraverso un racconto leggendario esprimeva un forte significato. Il mito delle origini è ancora oggi parte dell’identità dell’uomo moderno e l’iniziativa dei canottieri romani non è semplicemente folclore, ma esprime l’appartenenza ad una storia che è quella della città che il prossimo 21 aprile compirà 2768 anni. Una città che nacque grazie ai primi canottieri della storia, Romolo e Remo, che abbandonati al loro destino osarono navigare le acque limacciose del Tevere su un’umile cesta.

Pino Lattanzi