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Il Comitato Regionale Piemontese: una delle officine”  del canottaggio nazionale”

giovedì 19 Marzo 2015

Il Comitato Regionale Piemontese: una delle officine”  del canottaggio nazionale”

ROMA, 19 marzo 2015 – Stefano Mossino è al suo secondo mandato di Presidente del Comitato Regionale Piemonte, non gli sono mai mancate passione e chiarezza di idee oltre la disponibilità a coordinare le attività di un contesto territoriale dalla lunga storia. “Il Piemonte è una grande Regione, ove il Canottaggio, oltre ad aver avuto le sue origini e i sui albori – ricordiamo che a Torino vennero fondate, oltre alle prime società remiere, il Rowing Club Italiano (31 marzo 1888) e (il 25 giugno 1892) la Federazione Internazionale denominata Fédération Internationale des Sociétés d’Aviron – vive, cresce e si sviluppa costantemente nell’opera appassionata delle società, degli atleti, dei tecnici e dei moltissimi volontari che ogni giorno dedicano tempo e risorse, per sola e pura passione sportiva. Nelle nostre società tutti possono trovare spazio dai bambini, agli amatori, ai disabili, agli agonisti ai campioni e ciascuno, ad ogni età può svolgere l’attività remiera, nella modalità che più preferisce: E se è indubbio che ciascuno ha il diritto di non essere un campione (come recita correttamente l’art. 10 della Carta dei Diritti dello Sport), è anche certo che ciascuno ha il diritto di credere di poter diventare un campione”.

Mossino ha le idee chiare anche su come le realtà territoriali devono rapportarsi con gli utenti e sul servizio che devono rendere agli stessi: “Le nostre società sono aperte a tutti: sia a chi non intende diventare un campione e che vuole dedicarsi al canottaggio anche solo per passione e per la bellezza del nostro sport, e sia a chi vuole provare ad esserlo. I risultati ottenuti dai nostri affiliati e dai nostri atleti, ad ogni livello, dimostrano l’entità e il volume dell’attività che viene svolta ogni giorno nelle nostre società di canottaggio. Mi piace ricordare i risultati del 2014 durante il quale il canottaggio Piemontese ha avuto 212 atleti premiati per i successi conseguiti a livello internazionale, nazionale e regionale, a partire dagli 11 anni sino ai 60 anni: due ori ed un argento ai Campionati Europei Juniores (giunti per mano di Chiara Gilli, Andrea Olga Jorio Fili e Riccardo Peretti), due argenti e tre bronzi, ai Mondiali Under 23 (Edoardo Margheri, Greta Masserano, Francesco Pegoraro, Alberto Di Seyssel e Guido Gravina), un oro e tre argenti alla Coupe De La Jeunesse di Libourne (nelle vesti di Alessandro Visentin, Beatrice Fioretta e Pietro Cappelli), due bronzi ai Mondiali Juniores (Andrea Olga Jorio Fili e Riccardo Peretti) e un argento ai Mondiali Assoluti conquistato dal Guido Gravina, Giorgio Tuccinardi, e Jiri Vlcek (atleti questi ultimi in forza al Corpo Forestale, ma nati e cresciuti nelle società del Piemonte). A questi numeri andrebbero sommate le restanti 20 partecipazioni degli altri nostri atleti, classificatisi dal quarto sino al sedicesimo posto, le 112 medaglie conquistate nel corso dei vari campionati italiani per categoria, cui si aggiungono 82 medaglie master, 50 medaglie giovanili, 7 medaglie Para-Rowing, il secondo posto al trofeo delle Regioni, la vittoria nella categoria cadetti al Trofeo CONI ed i numerosi successi delle rappresentative regionali, ed in particolare il grande risultato ottenuto al festival dei Giovani con due ori, un argento e un bronzo e dove, per la prima volta, abbiamo creato un grande sinergia fra le società, creando Casa Piemonte”.

Veramente ottimi risultati, ma come si lavora in una regione che certo presenta caratteri di complessità? “Sotto il profilo territoriale, è interesse e volontà specifica del Comitato valorizzare ogni area ove si sviluppa – o si può sviluppare – il canottaggio. Il Piemonte ha un territorio variegato e sicuramente compatibile con la pratica del canottaggio. Il Po è un grande impianto sportivo all’aperto, a disposizione congiunta e comune delle società rivierasche. I laghi del Piemonte (Candia, Mergozzo, Lago Maggiore ed Orta) sono luoghi naturali di estrema bellezza, sui quali si possono svolgere regate di canottaggio di differenti specialità e perfettamente compatibili alla peculiarità territoriale: il canottaggio piemontese e italiano non possono che trarre beneficio dall’unione di un così affascinate binomio, quale quello dello sport e della natura. Questo legame fra sport remiero e territorio, è essenziale; il canottaggio, infatti, se adeguatamente e correttamente concepito ed organizzato non è solo momento agonistico e sportivo, ma costituisce un fattore essenziale per la promozione delle peculiarità locali, del turismo e della valorizzazione anche economica del territorio. Anni di regate sul territorio regionale devono indurre a ragionare sulla rilevante ricaduta finanziaria che il turismo sportivo remiero ha determinato – e tutt’ora determina – per il territorio, e quindi a concepire la possibilità di elaborare nuove forme di politiche sportive e di interventi delle pubbliche amministrazioni, considerando il contributo finanziario all’evento remiero non solo come promozione dello sport e del tempo libero, ma come intervento strutturale per lo sviluppo economico del territorio”.

Il Presidente Mossino pone l’accento anche sull’aspetto indiscutibilmente salutistico del canottaggio e dice: “E’ bene ricordare che il canottaggio – ed in particolare quello agonistico – ha ripercussioni e conseguenze positive sulla salute e sull’educazione, in quanto è strumento effettivo per la prevenzione dalle malattie, la lotta contro l’obesità, la formazione a stili di vita sani, fondati sulla lealtà e sul rispetto delle regole. L’incidenza positiva dello sport sulla salute dei cittadini è ormai un dato assodato e consolidato, a tal punto che non si ragiona più sul se lo sport faccia bene alla salute, ma sull’utilizzo della pratica sportiva in sostituzione di terapie farmacologiche. Chi pratica il canottaggio, inoltre, acquisisce alcune norme basilari del vivere civile: impara che si devono rispettare le regole, che si devono rispettare i compagni e gli avversari, che per vincere occorre avere fiducia nelle indicazioni e negli insegnamenti del tecnico e degli atleti più bravi, impara l’importanza del gruppo, impara anche che si può perdere, ma che da una sconfitta ci si può rialzare per costruire una nuova e più entusiasmante vittoria”.

Ma quante sono e come operano le società remiere piemontesi? “Le società remiere che operano attivamente sul territorio regionale sono quattordici; esse costituiscono una importantissima risorsa per il Piemonte, non solo per la pratica sportiva che ogni giorno viene svolta e quindi per l’offerta sportiva della quale beneficiano tutti i cittadini, ma per l’apporto che danno al sistema sportivo ed economico territoriale e all’organizzazione degli eventi organizzati e voluti dagli Enti pubblici. Le società remiere sono anche il luogo dove, ogni giorno, operano moltissimi volontari: un nucleo essenziale di soci e di dirigenti, i quali, senza alcun compenso, dedicano tempo, e spesso risorse economiche proprie, per il solo amore dello sport, consentendo a tutti di praticare ogni giorno il canottaggio e di cimentarsi nelle competizioni regionali, nazionali e internazionali in piena sicurezza. E’ l’essenza dello sport dilettantistico ed è l’essenza viva del nostro movimento sportivo remiero regionale. Questi sono i valori che costituiscono i postulati della nostra azione e di tutte le nostre progettualità: rispetto delle aspettative dell’atleta, diffusione su tutta la regione, sviluppo economico del territorio, tutela dell’ambiente, benessere, salute, educazione e valorizzazione del volontariato sportivo. Per cercare di attuare la massima condivisione e la massima trasparenza, abbiamo adottato una modalità particolare e forse unica di svolgimento dei nostri consigli. Da molti anni, infatti, la FIC Piemonte tiene le riunioni presso le società affiliate. Questo modo di operare non si traduce in una semplice richiesta di ospitalità, ma vuole essere uno strumento concreto di condivisione dei lavori del consiglio con il singolo affiliato. Il Comitato Regionale costituisce l’articolazione territoriale della Federazione; le società sono le cellule essenziali della struttura federale. Portare le riunioni del Consiglio nelle società è, pertanto, uno strumento concreto per dare attuazione al principio di partecipazione, di condivisione e di piena conoscenza delle società affiliate alle scelte federali.

Ma quale può essere la forza del Piemonte nel mondo del canottaggio? “Il dato più rilevante, che determina la forza della nostra Regione e l’efficienza della nostra azione è costituito dallo stretto rapporto collaborativo fra le società e fra le società e il Comitato. Anche se certe volte si può non essere perfettamente e tutti d’accordo – e ciò non solo è naturale ma custodisce un valore da salvaguardare in quanto dalla dialettica e dal confronto costruttivo derivano sempre conclusioni e sintesi migliori – all’esito di ogni confronto siamo sempre pervenuti ad una decisione condivisa ed accolta da tutti come iniziativa collettiva e comune, nell’interesse dell’intero sistema remiero piemontese, nella piena consapevolezza che, se è indubbio che devono essere preservati gli interessi di ciascun affiliato, è parimenti vero che la visione e la prospettiva comune attua tale interesse. Soprattutto di questi tempi, l’essere parte di un sistema organizzato – che si può, all’occorrenza, mobilitare – garantisce la tutela degli interessi di ciascuno, in quanto è nella tutela collettiva degli interessi e dei diritti di ciascun affiliato che si preserva il sistema comune del canottaggio. La collaborazione si concretizza in vari modi: allenamenti collettivi, raduni allievi e cadetti, cooperazione con mezzi nautici e volontari ai COL per l’organizzazione delle regate, progetti internazionali, equipaggi regionali, organizzazione comune di trasferte, sistema collettivo nella gestione del progetto remare a scuola e molto altro ancora. E ogni volta che vi sono stati problemi, abbiamo convocato società, presidenti e tecnici per cercare di esaminare congiuntamente le criticità ed individuare una soluzione condivisa. In conclusione posso affermare che il Piemonte è una grande regione, con un movimento sportivo remiero estremamente attivo, caratterizzato dalla collaborazione fra tutti i soggetti, che è in costante crescita e all’interno del quale ciascuno può trovare spazio, grazie al lavoro costante e appassionato delle società”.

E’ possibile, in sintesi, relazionare sugli obiettivi raggiunti? “Quando ci siamo insediati, ci siamo posti alcuni obiettivi precisi: riportare il canottaggio sul Lago di Candia, riavviare l’attività con le scuole, costruire una concreta e fattiva collaborazione fra gli affiliasti e fra i tecnici, elaborare progettualità comuni per le categorie giovanili, declinare il Para-Rowing come vera pratica sportiva promozionale ed agonistica. Ad oggi, possiamo affermare che tali obiettivi sono stati raggiunti. Il lago di Candia è, oggi una realtà per il canottaggio Piemontese e Nazionale. All’inizio del 2014 ci eravamo posti l’obiettivo di ottenere per il 2015 l’assegnazione per Candia del festival dei giovani; ebbene, tale risultato è stato raggiunto e nel primo fine settimana di luglio il lago di Candia sarà invaso dai giovanissimi atleti ed atleti della FIC. Si tratta di un risultato importantissimo, che probabilmente nessuno poteva anche solo immaginare, allorquando nel 2010 si decise di riavviare l’attività sullo stesso Lago di Candia. In quel primo incontro, con il sindaco Salzone, fu subito chiara l’intenzione dell’amministrazione di riportare il canottaggio sul lago e visto che anche questa era l’intenzione del comitato, riuscimmo, giocando il possibile contro il probabile, ad organizzare la prima regata regionale. Fu un evento unico, in quanto, pur in condizioni di assoluta emergenza con strutture quasi inesistenti o in corso di approntamento, si respirò da subito la volontà di ricostruire un progetto importante, forse quasi un clima di ritorno a casa. Ebbene dopo quel momento è rinata l’attività giornaliera sul bacino eporediese e il Lago di Candia ha solo visto passi avanti: regate regionali partecipate da moltissime società non regionali, meeting nazionali, CNU, campionati master, World Master Games, campionati di società e, fra pochi mesi, il festival dei giovani”.

E l’attività nei confronti delle scuole a che punto è? “Per quanto riguarda l’attività con le scuole, siamo riusciti a riavviare il progetto federale Remare a scuola; moltissimi sono gli istituti che hanno aderito al progetto e i numeri della partecipazioni alla fase regionale di GSS sono la prova oggettiva dell’ottima riuscita dell’iniziativa. Ulteriore obiettivo raggiunto è costituto dalle progettualità internazionali per le categorie giovanili: dalla partecipazione alla regata di fondo Amstel River, che si tiene ad Amsterdam nel mese di marzo al TERA, alla Junior City Eights, regata sulla distanza di 2000 dedicata alle categorie Junior che si tiene nell’ambito della Prova di Coppa del Mondo di Lucerna. Tale iniziative hanno consentito ai nostri giovani atleti ed atlete, alle giovani promesse del Piemonte di cimentarsi in competizioni internazionali, di confrontarsi con altri atleti, di provare l’emozione di gareggiare sul Rotsee e di essere premiati davanti ai rappresentati di tutte le federazioni nazionali di canottaggio. Si è trattato, a nostro avviso, di un progetto agonistico, formativo e promozionale essenziale”.

Lei ci parlava dell’attività del Para-Rowing, ci spieghi meglio le vostre iniziative” “Per quanto attiene all’attività Para-Rowing, fin dall’inizio del mandato ci siamo prefissi un obiettivo specifico ed importante: considerare il Para-Rowing al pari di ogni altro settore del canottaggio e non quale mero momento promozionale. L’atleta disabile, come tutti gli altri atleti, deve avere la possibilità di cimentarsi in regate agonistiche. Per questo abbiamo deciso di inserire le categorie Para-Rowing in tutte le regate regionali. E per questo abbiamo deciso di declinare al Para-Rowing il progetto internazionale della FIC Piemonte per il corrente anno 2015. Il Comitato Piemontese della Federazione Italiana Canottaggio è stato, infatti protagonista ad Amsterdam nell’ambito della 43^ edizione della Heineken Regattanella regata svoltasi sabato 14 e domenica 15 marzo nei canali di Amsterdam, con un equipaggio regionale pararower. L’equipaggio denominato 8+ OPEN MIND è il primo e unico equipaggio composto interamente da atleti con disabilità intellettive (sei differenti tipologie, per la precisione) a partecipare ad un evento internazionale sulla distanza. Si tratta di un momento importante per il Comitato Piemontese, ma anche per tutto il movimento remiero italiano, in quanto, con questo progetto, per la prima volta un equipaggio completamente composto da pararowers partecipa a una manifestazione di altissimo livello a pari confronto con atleti normodotati. Abbiamo, forse, lanciato il cuore oltre l’ostacolo, mettendoci nuovamente in gioco in un innovativo progetto dedicato ai nostri grandissimi atleti ed atleti, ma questo metodo caratterizza l’agire del canottaggio Piemontese”.

Oltre queste attività esistono nuovi obiettivi che si intendono raggiungere? “Una premessa: da sportivi non possiamo che ritenere ogni obiettivo raggiunto non come un punto di arrivo definitivo, ma come una partenza, uno stimolo a raggiungere traguardi sempre nuovi e più ambiziosi. Per questo, senza fermarci sui risaltati raggiunti, continuiamo a pensare, immaginare e realizzare sempre nuovi scenari che consentano l’ulteriore sviluppo del nostro movimento sportivo remiero regionale, e di ciascuna delle nostre società. L’impianto di Candia è oggi una realtà, ma ha ancora molte potenzialità: può diventare la base nautica stabile delle società del Piemonte, può ottenere un’ulteriore implementazione delle strutture per arrivare ad ottenere l’assegnazione di campionati e l’omologazione internazionale dell’impianto, può essere una struttura utilizzabile in modo stabile per il canottaggio universitario. Ritengo che siano obiettivi concreti e raggiungibili, in quanto in questi anni abbiamo verificato la concordanza di interessi e di obiettivi di molti soggetti: società, federazioni, enti locali, CONI e CIP. Un ulteriore sviluppo che intendiamo porci, consiste nelle progettualità internazionali del Comitato: riuscire a far diventare tali azioni una costanza dell’anno agonistico, sia per le categorie giovanili sia per i Para-rowing. Riteniamo, inoltre, necessario cercare di creare una progettualità del comitato dedicata agli atleti di interesse nazionale che crescono e si allenano presso le nostre società: pensare di poter fornire alle società un supporto organizzativo per gli atleti di vertice è una finalità sicuramente impegnativa, ma riteniamo necessario giocare anche questa scommessa perché il comitato è l’articolazione territoriale della federazione e perché le società e gli atleti sono i fruitori diretti e finali delle nostre iniziative. Riteniamo inoltre essenziale porci come ulteriore obiettivo il tentativo di risolvere alcune criticità di ordine normativo e regolamentare che imperversano sulle nostre società (motori elettrici sul Lago di Candia, nuovo regolamento per la concessione degli impianti sportivi della città di Torino, eccessivi vincoli fiscali, applicazione eccessivamente rigoroso delle normativa fiscali e sulla sicurezza). Sotto tale profilo, l’ottimo rapporto con il CONI Piemonte e con il CIP Piemonte ci garantisce l’appoggio dei vertici del movimento sportivo alle nostre azioni. Si tratta di obiettivi ambiziosi, ma l’ambizione deriva dal nostro essere sportivi e agonisti, e, proprio da sportivi, riteniamo che con il lavoro costante e congiunto, con la collaborazione fra tutti i soggetti, l’ambizione possa diventare prefigurazione di scenari concreti, gli scenari possano tramutarsi in progetti e i progetti si concretizzino in realtà innovative. Questo è quanto ci insegna la pratica sportiva; questo è il metodo che, da sportivi, attuiamo anche in veste di dirigenti”.

Infine, da un punto di visuale così importante qual è il tuo giudizio sull’andamento del canottaggio nazionale? “Anche qui devo prima fare una premessa: siamo a metà mandato, in un anno estremamente importante in quanto sono in palio le qualificazioni olimpiche. In questo scenario, ritengo che tutto il movimento remiero debba rimanere compatto, senza lasciarsi prendere da disquisizioni, bizantinismi, o benaltrismi. E’ necessario, in altre parole, per il bene primario dei nostri atleti i quali, ricordiamolo, sono i destinatari finali delle nostre decisioni, che tutti i soggetti operino nell’interesse collettivo, uniti come un equipaggio vincente. Siamo tutti, ciascuno con il suo ruolo, parte del canottaggio italiano e solo se ogni soggetto svolge il proprio ruolo nell’interesse collettivo, gli obiettivi comuni possono essere raggiunti. Non è forse il nostro inno nazionale che, con l’affermazione “stringiamci a coorte” ci ricorda che nei momenti difficili occorre essere compatti? Ciò premesso, ritengo che sia necessario lasciare lavorare con tranquillità il settore tecnico e gli atleti. Abbiamo, infatti, conseguito risultati importanti; alcuni risultati possono essere stati inferiori alle aspettative, ma il movimento remiero agonistico è vivo, solido e in costante crescita. Abbiamo allenatori di altissima capacità ed atleti ed atlete di grandissimo valore che si dedicano con impegno, costanza e passione agli allenamenti. Lasciamoli lavorare, facendo loro sentire la vicinanza di tutto il canottaggio italiano. Per quanto riguarda, infine, il rapporto fra Comitato e Federazione, posso dire che abbiamo instaurato un rapporto estremamente costruttivo e collaborativo. Abbiamo un dialogo giornaliero con il Consigliere Federale del nostro territorio, Mario Luigi Italiano, con il quale ci confrontiamo costantemente e che ci fornisce sempre un valido ed essenziale aiuto. Inoltre, per ogni esigenza, il Presidente Giuseppe Abbagnale ci fornisce sempre ogni supporto, sia per l’avvio di progetti territoriali, sia allorquando è necessario il suo intervento, come Presidente Federale dotato di autorevolezza internazionalmente riconosciuta, per la risoluzione di singole problematicità”.