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Il ritorno di Luca Rambaldi

giovedì 18 Dicembre 2014

Il ritorno di Luca Rambaldi

ROMA, 18 dicembre 2014 20 anni compiuti pochi giorni fa, Luca Rambaldi, “Rambo” per i compagni di squadra, ha già un curriculum di tutto rispetto, forte di un titolo mondiale Junior (che seguì l’argento dell’anno precedente) e di un settimo posto ad un Mondiale Assoluto, quello sudcoreano del 2013 (anno in cui arrivò anche il bronzo europeo assoluto), a nemmeno 19 anni. Un predestinato, costretto però ad un intero anno di stop a causa di un infortunio alla schiena che lo ha portato fino all’inevitabile intervento chirurgico. Oggi, a un anno esatto dai primi sentori di quei problemi alla schiena, Luca Rambaldi è in raduno con il gruppo olimpico a Sabaudia, dove sta cercando di rimettersi al passo con i compagni. E dopo un anno di stop, non è facile.

Luca, partiamo dall’infortunio. “Era il dicembre dello scorso anno, e iniziai a soffrire di un’ernia tra la L4 e la L5. Ho provato a stringere i denti, ma poi mi sono dovuto fermare. Ho provato qualsiasi cura non invasiva per uscirne, ma poi l’operazione si è manifestata inevitabile. E’ stata dura, perché stando fermo ho iniziato ad accumulare peso, perdevo allenamento, sono regredito al livello 0, ero costretto a passare le giornate disteso senza poter fare nulla. Ora sto riprovando, sento attorno a me il sostegno del dottor La Mura, di Franco Cattaneo e delle Fiamme Gialle. Voglio tornare quello che ero, anzi voglio migliorarmi rispetto a quello che ero”.

Eri al top, il 2014 doveva essere l’anno della conferma. E invece? “Doveva essere così, e invece sono stato costretto a mollare. Quando sono entrato in Fiamme Gialle ero convinto di aver fatto il salto, di potermi finalmente dedicare al canottaggio a tempo pieno, e invece niente. Adesso però sono nuovamente in pista, sto accusando i carichi di lavoro ma sono molto seguito, e tecnici e medici della Nazionale mi stanno molto vicini per superare ogni momento duro. E ce ne sono, però che accusi ora, dopo un anno di stop, è normale”.

Oggi come ti senti? “Motivato. Certo sto attento, non voglio rifarmi male. Ma sono motivato, devo solo ricostruire muscoli e cuore, e ci sto lavorando”. Sei in raduno con il gruppo olimpico. Con chi, già da due anni ormai, non si ferma. “Ho ripreso gradualmente per stare al passo. Prima singolo, poi doppio, le ultime due uscite le ho fatte sul quattro di coppia (la barca dei suoi successi, ndr.) insieme a Battisti, Fossi e Paonessa. Stiamo seguendo un programma di allenamento giusto per chi vuole fare canottaggio ad alto livello, ma che per me è molto difficile da sostenere. E’ veramente tosta, le difficoltà non mancano e a volte mi chiedo perché faccio tutti questi sacrifici. Però mi sostengono tutti, e staff tecnico e medico sono bravi nell’adattare il programma alle mie esigenze, per farmi tornare quello di prima senza però rischiare di bruciarmi”.

Come deve essere il 2015 di Luca Rambaldi perché Rambo, dopo un anno di stop, possa dirsi felice del suo rientro? “L’obiettivo è salire sul quattro di coppia, qualificarlo subito per i Giochi di Rio de Janeiro e migliorare il mio miglior risultato ai Mondiali Assoluti, il che vorrebbe dire, ad Aiguebelette, entrare almeno in finale. Punto subito in alto, lavoro per questo. Naturalmente se dovessi fare anche solo la riserva, visto che vengo da una stagione passata disteso su un letto, accetterei, ma non sarei felice. Lo sarò solo se raggiungerò gli obiettivi descritti”.


La scheda di Luca Rambaldi