TORINO,
08 dicembre 2014 -
Riferisci a qualche amico di essere
stato alla celebrazione di
anniversario di una società di
canottaggio e di averne apprezzato
la descrizione dei ricordi storici.
“Ma la storia dei canottieri è
sempre la stessa, prendi barca e
remi e vai sull'acqua”, la reazione
che percepisci. Non è così, ogni
storia ha qualche particolare che la
rende dissimile, magari anche di
maggiore apprezzamento, perché anche
se si tratta di società sportive
ognuna incornicia il ricordo del suo
passato in maniera diversa, con
storie forse simili ma assolutamente
differenti.
Una delle componenti storiche del canottaggio torinese e italiano è senz'altro
il Circolo Canottieri Eridano, nato 150 anni fa nella rigogliosa cornice del
Parco del Valentino, che in riva al Po richiamava appassionati della natura e
dell'attività fisica, tanto che ben presto i sodalizi dei canottieri
cominciarono a moltiplicarsi. Più vecchia la Cerea? Nessuno lo contesta, anche
se tra le righe dell'aureo libro storico della Eridano affiora qua e là qualche
ipotesi del se e del forse, perché a quei lontani tempi agli inizi non si
stilavano molti documenti e valeva tanto la parola. Ed è un fatto che agli inizi
i Canottieri dell'Eridano non avevano neppure una sede fissa a terra, ma un
vaporetto in disarmo, il Torquato Tasso che i canottieri ribattezzarono “Eridano”,
nel quale alla buona trovavano rifugio e nei cui vecchi saloni riponevano i
materiali nautici, ancorato in riva al Po. Poi le cose si evolsero, sia sul
piano sede che su quello di attività, in cui aveva sensibile apprezzamento
l'organizzazione di amichevoli raid in Italia ma anche in Europa.
Il libro che ha per sottotitolo “150 anni di costume e vita sul Po”, riccamente
illustrato anche con preziosi documenti d'archivio, riporta echi della storia
sportiva dei canottieri, ma anche di una città in evoluzione com'era Torino.
In effetti la storia dell'Eridano non è quella di una società che sia andata a
caccia di risultati, di primati, o di costruire un corposo albo d'oro. Forse i
canottieri di allora e quelli che li seguirono, anche in momenti di impegno un
po' rallentato, erano attenti al motto di De Coubertin “Importante non è
vincere, ma partecipare”. Non tutti vogliono o possono dedicarsi ad attività
sportive dall'agonismo acceso, mentre è importante quanto fa una associazione di
sportivi per diffondere il messaggio dei valori dello sport. Ed in seguito
avvenne l'accordo col Circolo degli Artisti che portò nuove idee, ma se come nel
lontano passato qualcuno poteva temere le trasformazioni, oggi ci troviamo ad
assistere ad una importante ripresa di attività nell'ambito più naturale di una
società di canottaggio. Un fenomeno molto positivo di riscoperta di una società
sportiva che ha saputo tenere fede ai suoi valori d'origine ed è pronta a remare
verso i prossimi 150 anni, anche nel ricordo del suo primo presidente, il conte
Edoardo Scarampi di Villanova, in seguito apprezzatissimo primo presidente del
Rowing Club Italiano, precursore dell'attuale Federazione Italiana Canottaggio.
Ferruccio Calegari
Il libro “1864 CIRCOLO ERIDANO 2014” pubblicato con l'etichetta dello
stesso Circolo Eridano e del Circolo degli Artisti di Torino, è stato realizzato
da Elena Petrosino e Davide Mabellini, ed è integrato, importante messaggio, dal
CD “Lungo il fiume della musica”, melodie e ritmi scelti e rivisitati al
pianoforte dal M.o Roberto Cognazzo per onorare questo particolare
anniversario.