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Il Collare d’Oro del CONI ai Canottieri Napoli “Difensori del remo  partenopeo”

domenica 7 Dicembre 2014

Il Collare d’Oro del CONI ai Canottieri Napoli “Difensori del remo  partenopeo”

MILANO, 07 dicembre 2014 Prima della nascita del R.C.I. che avrebbe in seguito realizzato il coordinamento dell’attività remiera nazionale ed accompagnato il relativo sviluppo, in tempi lontani, anche con iniziative di regate abbinate tra remi e vela, era apprezzato il coordinamento sotto la guida dello Yacht Club Italiano. Lo Yacht Club Italiano oggi è il più antico club velico del Mediterraneo: fondato a Genova l’1 gennaio 1879 per armonizzare le attività nautiche sportive (tra i fondatori il conte Roberto Biscaretti di Ruffia, eletto segretario generale: nel 1888 si dimetterà divenendo nel 1890 vice presidente del Rowing Club Italiano, poi presidente nel 1900).  Per vari anni lo Y.C.I. svolse funzioni di guida federale per la vela ed il canottaggio. Le memorie del passato ricordano molte manifestazioni in comune tra le due specialità, tra cui le splendide “regate colombiane” per il 400^ della scoperta dell’America, ma anche “prese di distanza”.  E dal 1888 i canottieri si riconobbero nel Rowing Club Italiano, ma era un percorso tutto da sviluppare.

Una nota in “Sport Nautico”, portavoce per molti anni del canottaggio italiano, riporta  una notizia   che ci fa conoscere una Canottieri Napoli ben più in là nel tempo rispetto al Circolo remiero che ha appena festeggiato il centenario. “La Canottieri Napoli, presidente l’amm. Turi – riferiva la breve cronaca – fondata nel 1889 e associata al Rowing Club Italiano, nella primavera 1890 è passata al Regio Yacht Club Italiano”. In seguito però apparirà la notizia del successivo “scioglimento della Canottieri Napoli” registrata alla riunione della direzione centrale del R.C.I. del 9 gennaio 1891”.

Oggi il CONI celebra sia il centenario proprio che quello del Circolo Canottieri Napoli (una differenza di poche settimane), ma è anche interessante ricordare, pur di sfuggita, quanto accadde a merito dei predecessori qualche anno prima, che valorizza i meriti storici del mondo remiero.

L’attuale Circolo, allora Club Canottieri Napoli, veniva fondato l’ 1 luglio 1914, un mese dopo la costituzione del CONI, ispirandosi all’assioma decoubertiniano “lo sport per tutti”, valorizzando la funzione sociale dello sport ed aprendosi anche alle donne (già nel 1919 erano stati costituiti equipaggi femminili). Emilio Anatra, primo presidente, donò una yole a 8 e due imbarcazioni a vela, le due attività fondamentali nello spirito del nuovo sodalizio.

Lo stimolo iniziale all’attività remiera nasceva dalla contrapposizione tra i vari circoli remieri partenopei mossi agli inizi dal desiderio di supremazia locale che aveva per obiettivo un riferimento d’onore considerato “massimo”, la “Coppa Lysistrata, ancor oggi prestigioso traguardo. Ma proprio l’impegno richiesto per questi confronti di bandiera gradatamente portava i giovani vogatori a migliorarsi nella tecnica, sì da poter mirare con forza anche ai traguardi nazionali e internazionali. Ed uno di questi giovani, Davide Tizzano, conquistò due ori olimpici, due ori (e due argenti) mondiali oltre a numerosi altri traguardi d’eccellenza, non limitando l’impegno soltanto al canottaggio, ma in altri campi, tra cui la vela altro settore primario per il circolo. Circolo che spazia con  sicurezza in molti altri campi sportivi di primo piano, come nuoto, pallanuoto, tennis, triathlon e motonautica, annoverando nei rispettivi ambiti nomi di rilievo oggi nella storia sportiva. Ed ancora il canottaggio, che resta la base su cui si è fondata la costruzione di questa realtà sportiva, di cui viene ricordata una circostanza curiosa che all’epoca galvanizzò l’entusiasmo: i  canottieri giallorossi alle regate nazionali organizzate a Napoli nel 1941 vinsero 11 delle 13 gare in programma. E pur non dimenticando altri campioni che hanno dato lustro alla Canottieri Napoli, ricordiamo le partecipazioni olimpiche, oltre che di Davide Tizzano, anche dei canottieri Claudio Padoan, Giovanni Suarez, Antonio Iannotti,  Leonardo Massa, Vincenzo Di Palma, Mario Palmisano e Rosario Gioia. Nel nuoto uno dei campioni di riferimento per medaglie olimpiche e mondiali è Massimiliano Rosolino, con medaglia olimpica anche Davide Rummolo, non scordando gli ori nella pallanuoto di Nando Gandolfi, Luigi Mannelli e Carlo Silipo, ma anche Stefania Pirozzi, già in azzurro ad Olimpiadi e Mondiali. E la Canottieri Napoli è tornata anche autorevolmente nella serie A di Pallanuoto, traguardi tutti che richiamano il binomio Bubi e Fritz Dennerlein a sovrastare il gran mondo natatorio italiano e mondiale.

Il Circolo Canottieri Napoli ebbe la grande capacità di esprimere fior di campioni, ma nei sodalizi sportivi è importante anche la presenza di capaci dirigenti e – specificatamente per il canottaggio – è ancor vivo il ricordo anche in ambito nazionale di fior di dirigenti con all’occhiello della giacca il distintivo del circolo partenopeo. Il mio ricordo personale – mi sia concesso questo pensiero – va a due dirigenti del settore canottaggio dalla forte personalità ai vertici della Federazione Italiana Canottaggio, con i quali ebbi l’opportunità per un certo arco di tempo di restare a stretto contatto e che con piacere rilevo essere nell’elencazione, in un breve sunto storico del Circolo, citati tra i “dirigenti celebri”. E ne richiamo con piacere i nomi: Paolo Cappabianca, ricordato come vice presidente della Federazione Italiana Canottaggio e Pietro De Gregori, ricordato come vice presidente e presidente f.f. della federazione. E senza nulla togliere ad altri mi sembra doveroso richiamare alla memoria quanto ricordo in particolare di Pietro De Gregori, in prima linea nelle responsabilità tecniche della federazione, una sorta di campo minato che ancor oggi mette a repentaglio l’equilibrio relazionale tra quanti hanno a cuore il canottaggio, e ambirebbero a sempre più esaltanti risultati, con chi a volte operando nell’ombra mette a punto programmi selettivi e operativi. Evidentemente a 60 anni da quei lontani percorsi tante nuvole di passione a volte si librano ancora sul mondo remiero.

E per quanto in linea generale l’articolata storia richiami tutti i settori, il solo soffermarsi sulla parte dedicata ai canottieri è ricchezza di emozioni: “… già negli anni ’20 i giallorossi, in occasione dei Campionati Centro-meridionali, sono definiti I difensori del remo partenopeo, dal quotidiano Il Mattino, del 25 luglio 1924. Gli anni trenta appartengono alla coppia formata da Beniamino Cesi e Roberto Iaccarino: nel ’30 vincono a Darmstadt i primi Giochi Mondiali Universitari, nel ’33 e ’34, assieme a tre titoli Juniores, si assicurano due volte quello assoluto in due con; in Italia vincono 35 gare consecutive”. E l’innovazione: “Dal ’38 al ’56 il famoso allenatore Valerio Perentin guida l’attività: nel ’40 e nel ’42 si aggiudica, prima squadra del centro sud, la prestigiosa Coppa Montù. L’ammiraglia, l’otto, conquista la Coppa Italia nel ’40, ’56 e ’61, la Coppa del Tirreno nel ’41, ’42, ’46, ’47, ‘48”.

E l’emozione prosegue gli anni successivi, ma è storia recente: una storia che vedrà il suggello al momento in cui il presidente Eduardo Sabbatino, accompagnato dall’olimpionico Davide Tizzano al quale è stato affidato l’onore di alfiere del vessillo sociale, riceverà lunedì 15 dicembre il “Collare d’Oro” del CONI.


Ferruccio Calegari


FOTO 1 – Premiazione ai Giochi del Mediterraneo 1951 ad Alessandria d’Egitto: Pietro De Gregori, responsabile della squadra azzurra (al centro) assieme ai vincitori dell’OTTO.
FOTO 2 – Pietro De Gregori con un equipaggio della Canottieri Napoli
FOTO 3 – Cerimonia battesimo imbarcazioni alla Canottieri Napoli nel maggio 1927
FOTO 4 e FOTO 5 – La Cartolina per il centenario della Canottieri Napoli.