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Trieste, Convegno Para-Rowing: interventi di Damiano Mingozzi  e Alessandro Diviacco

sabato 8 Novembre 2014

Trieste, Convegno Para-Rowing: interventi di Damiano Mingozzi  e Alessandro Diviacco

TRIESTE, 08 novembre 2014

DAMIANO MINGOZZI – psicologo e formatore del Comitato Italiano Paralimpico dell’Emilia Romagna,
L’approccio all’allenamento con gli atleti diversamente abili
 
“L’attività motoria non è diversa dall’attività psicomotoria in quanto vengono coinvolti tutti gli aspetti della persona: dalle abilità alle funzionalità, passando per le cognizioni psicologiche.
L’approccio verso un atleta disabile è diverso rispetto a quello di uno normodotato? L’atleta ha potenzialità da sviluppare e capacità sui cui lavorare e un margine di sviluppo da mettere poi in pratica nella vita di ogni giorno. Fondamentale è che il programma di allenamento tenga conto non solo degli aspetti tecnici ma anche di quelli relazionali. E’ evidente che la genetica ci fornisce un hardware di base, ma poi con lo sviluppo degli aspetti cognitivi, sensoriali ed emotivi si può cercare di installare una sorta di software. Per installare tale software è basilare coinvolgere l’atleta fornendo gli strumenti per combattere le proprie paure ricordando sempre che il tecnico è un educatore sportivo, e l’attività deve essere una sfida ottimale: deve passare il concetto che il bambino può affrontare la difficoltà con un miglioramento graduale, in primis di se stesso”.

 
ALESSANDRO DIVIACCO – esperto di sicurezza sul lavoro, consulente didattico e formatore
L’eliminazione delle barriere architettoniche in una Società sportiva
 
“La Legge 13 del 1989 stabilisce i termini per poter garantire l’accessibilità ai diversamente abili. Un successivo Decreto ministeriale, il 236 sempre del 1989, disciplina le dimensioni degli ambienti delle strutture e infrastrutture da progettare o modificare per rendere compatibile l’ambiente ai disabili.
Prima di progettare bisogna tenere conto di accessibilità a chi vi lavora, visitabilità per gli ospiti e adattabilità. Alcuni suggerimenti forniti dal prof. Diviacco.
Per quanto riguarda i bagni disabili la legge prevede che la rampa abbia una pendenza dell’8%, ma può essere troppo ripida. Importante rimarcare che non esiste uno standard di disabilità: ogni utente avrà necessariamente esigenze diverse e da customizzare rispetto agli altri. Le scale per disabili devono essere munite di batterie che devono funzionare anche se esiste un black-out. Ma ancora più importante è garantire la manutenzione. I disabili utilizzano un mezzo a ruote si muovono meglio su una pavimentazione liscia, compatta, priva di fessure profonde o troppo larghe. Meglio non costruire rampe troppo lunghe, in quanto diventerebbero esse stesse una barriera”.