ROMA,
04 giugno 2014 -
In una competizione internazionale
la precisione degli allineamenti in
partenza riveste una importanza
fondamentale per la regolarità della
regata. Giovanni Calabrese è un
personaggio assai conosciuto nel
panorama remiero internazionale: le
sue imprese di atleta e la capacità
organizzativa che ha evidenziato in
qualità di allenatore sono sotto gli
occhi di tutti al punto che ne fanno
molto probabilmente il più esperto
dello start di una regata.
Organizzare la partenza in un
campionato mondiale quali
responsabilità comporta?
”Innanzitutto posso affermare che
per il prossimo appuntamento
mondiale Under 23 siamo pronti anche
perché abbiamo l’esperienza di due
anni consecutivi: l’edizione 2012
del campionato europeo e il mondiale
Master 2013, che ci ha forgiato
impegnandoci in modo severo.
Comunque la squadra dello start è
composta da ragazzi che vanno dai
sedici ai vent’anni poiché dobbiamo
garantire la qualità del servizio.
Diciamo che dal punto di vista
tecnico con i master non serviva la
precisione cronometrica per
l’allineamento della partenza con i
tempi di starter, mentre nel
Campionato Europeo e in quello in
fase di organizzazione bisogna
essere particolarmente precisi ed
occorre eseguire repentinamente le
direttive dell’arbitro allineatore;
per questo motivo i ragazzi devono
essere collegati direttamente con il
giudice di partenza. Tenendo conto
che nel prossimo appuntamento
mondiale le partenze delle regate
avranno ritmi di dieci e quindici
minuti, i ragazzi dovranno essere
particolarmente efficaci nel tenere
ferme le imbarcazioni, perché una
differenza di pochi centimetri tra
gli equipaggi potrebbe compromettere
l’ esito della gara”.
Come selezioni questi ragazzi?
"Prendo solo ragazzi che fanno
attività agonistica perché conoscono
per esperienza vissuta la situazione
e si trovano a proprio agio nella
competizione. Non si possono
utilizzare giovani volontari perché
gli standard della FISA sono molto
alti e dobbiamo garantire efficienza
e professionalità”. Si dice in giro
che la FISA non si fidi di
organizzare campionati mondiali od
europei senza Giovanni Calabrese,
quanto c’è di vero? “La FISA e
Giovanni Calabrese rappresentano un
lungo sodalizio poiché sono vent’
anni che sono nel canottaggio di
alto livello e molti membri delle
commissioni FISA sono persone con
cui ho condiviso tempo, relazioni ed
emozioni. L’ esperienza con i
barchini è iniziata con i mondiali
di Milano del 2003, allora fu
considerato un ottimo lavoro per
cui, quando si è presentata
l’occasione a Varese, la vicenda si
è arricchita di nuovi successi.
Molte squadre vengono per allenarsi
e vivono il nostro lago per le sue
caratteristiche, però quello che
mancava per la sua consacrazione era
l’evento internazionale”.
Giovanni,
continuando il suo discorso,
illustra ancora meglio come si
possono organizzare eventi di
successo: “Questo sogno l’abbiamo
coltivato per anni con tutte le
società della provincia fino a
quando abbiamo trovato il sostegno
dell’ attuale Commissario
Straordinario della Provincia di
Varese Dario Galli, la persona
giusta per poter realizzare questo
progetto. Fino ad oggi questa
politica sportiva ci ha dato
ragione, continueremo con i prossimi
appuntamenti internazionali in
programma anche se sappiamo che
nella storia del canottaggio la
possibilità di ospitare eventi è
ciclica. Ovviamente la distribuzione
degli appuntamenti remieri su scala
planetaria implica qualche pausa,
perché le sedi dei mondiali o degli
europei possono essere assegnate ad
altre località, ma noi restiamo, con
le bellezze del nostro lago e le
nostre competenze professionali per
proporci nuovamente come comitato
organizzatore per nuove occasioni”.
Qual è il segreto per organizzare un
ottimo mondiale? “Ci vuole passione
e poi bisogna trovare persone che
abbiano tanta umiltà. Il canottaggio
nella provincia di Varese è andato
crescendo con il contatto diretto
con squadre nazionali come
l’Australia o l’Inghilterra che ci
hanno fatto capire che eravamo
pronti per organizzare eventi
importanti. Spesso il loro peso all’
interno della FISA ci ha facilitato,
ma senza il grande apporto dei
volontari, tutte persone competenti
che lavorano per il canottaggio e
per il nostro territorio, nulla si
sarebbe mai realizzato”.