News

E’ lui o non è lui? Si, è lui! Bruno Cipolla, oro olimpico nel ’68,  timona ai Campionati Nazionali Universitari!

domenica 18 Maggio 2014

E’ lui o non è lui? Si, è lui! Bruno Cipolla, oro olimpico nel ’68,  timona ai Campionati Nazionali Universitari!

MILANO, 18 maggio 2014 – Scorrendo ieri il programma dei Campionati Nazionali Universitari, a un certo punto tra i timonieri si poteva scorgere il nome di Bruno Cipolla. Tesserato per il Circolo Canottieri Lazio e regatante sul bacino dell’Idroscalo per il CUS Milano.

Molti hanno pensato ad una simpatica omonimia legata per altro allo stesso ruolo, quello del timoniere. E invece no. Il Bruno Cipolla tesserato Lazio e in gara ai CNU di Milano con i colori del CUS locale è proprio il Bruno Cipolla del celebre “Baransambotimonierecipolla”, lo scioglilingua per eccellenza del canottaggio italiano, ovvero il mitico due con azzurro oro ai Giochi Olimpici di Città del Messico 1968, sul lago Xochimilco.

Ma Bruno Cipolla, classe 1952 e un oro olimpico a 15 anni e mezzo (“Sono il più giovane medagliato italiano nella storia delle Olimpiadi e tuttora uno dei dieci più giovani ad aver vinto un oro olimpico” ci dice con fierezza), come ci è finito all’Idroscalo per i Campionati Nazionali Universitari con il CUS Milano?

“E’ stato un susseguirsi di eventi – ci racconta dopo che ha aiutato una esordiente del CUS ad andare in acqua per la finale nel singolo (poi vinta, n.d.r.) – io ero tesserato per la Querini, poi dopo una gara a Londra sul Tamigi, la Vesta Veteran’s Head of the River, Paolo Soda mi ha chiesto se ero disponibile a tesserarmi per la Lazio e fare con loro i Mondiali di Coastal Rowing a ottobre. E’ così che sono rientrato un po’ nel giro, grazie ai Master. Poi un paio di settimane fa un amico della Bardolino mi ha fatto sapere che al CUS Milano cercavano un timoniere esperto per fare da chioccia a un otto alle prime armi per questi campionati, e dopo esser stato contattato da loro ho accettato. E’ stato divertente, e anche soddisfacente: con un paio di settimane di allenamento in più, sui 500 metri potevamo giocarcela con Pavia e Pisa…”.

Bruno, come ci si trova nelle vesti di chioccia di ragazzi che hanno un terzo dei tuoi anni dopo un oro olimpico di quasi 50 anni fa? “Guarda, con la gara di Londra questa è la prima gara vera che faccio da anni. La differenza è che sul Tamigi avevo in barca gente che sapeva benissimo cosa fare, c’era Bruno Mascarenhas per dire, ma qui con dei giovani, molti agli esordi, è tutta un’altra cosa. C’è un gruppo da amalgamare, il colpo da affinare, ho spiegato molte cose riguardanti la partenza, che su un otto è tutt’altro che semplice… Ma mi sto divertendo molto, lavorare con i giovani mi piace. E poi sarà che ho vinto un’Olimpiade, saranno i capelli bianchi, ma mi ascoltano tutti. Devo dire che questi ragazzi sono molto educati, è un piacere lavorare con loro”.

E negli occhi di questi ragazzi Bruno cosa vedi quando gli spieghi cosa fare? Leggi in loro l’emozione e l’attenzione perché sono a contatto con chi ha vinto un’Olimpiade? “Di sicuro vedo che mi seguono. Mi rispettano e mi vogliono bene. Dopo la gara nell’otto, dove abbiamo vinto il bronzo, tutti mi hanno ringraziato, dato la mano. Ci credevano a fare una bella gara, come ci credevo io. Sono ragazzi che mi seguono, c’è rispetto reciproco e questo rende tutto più facile e più divertente”.

Ecco, il divertimento… Bruno a 61 anni e mezzo e con un oro olimpico (e uno europeo, a dirla tutta) in bacheca, ti diverti ancora a timonare a certi livelli? “Certo che mi diverto. Timonare è una parte importante della mia vita. Guarda, io ho lavorato come psicologo dello sport, anche ad altissimi livelli: lo sono stato per la Benetton Treviso, squadra di pallacanestro che dominava negli anni ’90, ho lavorato in America in Colorado, ho seguito grandi professionisti… E quando ho svolto la professione, ho interrotto qualsiasi tipo di attività sportiva. Era necessario avere solo il punto di vista dello psicologo, dovevo dismettere i panni dell’atleta per fare bene quel lavoro. E con il canottaggio non avevo grossi rapporti. Ogni tanto andavo a salutare Baran e Sambo, con cui i rapporti erano ottimi, ma niente di più. Però il canottaggio mi mancava. E a un certo punto ho ripreso. E’ come se stessi attraversando una terza vita: la prima da timoniere di altissimo livello, la seconda da psicologo dello sport, ora la terza ancora da timoniere di questi ragazzi che hanno tanta voglia di imparare. Tutto torna, perché ho 62 anni, ormai sto entrando nella terza età. Terza età, terza vita, no?”
.
Puoi dirlo forte Bruno. Dal lago Xochimilco al bacino dell’Idroscalo, ritrovarti è stato un piacere. E in bocca al lupo per la terza vita da timoniere!