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Dalle società la forza per lanciare i giovani nell’alto livello

sabato 1 Marzo 2014

Dalle società la forza per lanciare i giovani nell’alto livello

SABAUDIA, 01 marzo 2014 – Valter Molea, coadiutore del settore pesi leggeri maschili, è un convinto sostenitore dell’importanza dei raduni che, da oltre un anno, si stanno svolgendo con ritmo cadenzato. Formare atleti di alto livello è un percorso ineludibile se si vogliono avere risultati in chiave internazionale ed olimpica. Ma come stanno procedendo le cose? “Mi reputo moderatamente ottimista perché si stanno avendo dai convocati bei segnali: ci sono tanti ragazzi che hanno sete e voglia di fare bene. Questo fatto ci fa stare tranquilli soprattutto nel momento che il livello dei pesi leggeri nel mondo sta diventando sempre più elevato”. In questo raduno sono stati convocati ragazzi che non hanno ancora compiuto diciannove anni, che significato ha questa scelta? “Noi crediamo che per crescere occorre saper modellare una squadra di giovani. I raduni più ampi possibili sono stati fortissimamente voluti dalla Federazione Canottaggio. In questa occasione stanno partecipando nel settore pesi leggeri più di venti ragazzi e tra questi c’è un gruppetto quasi itinerante, perché vogliamo dare a tutti la possibilità di partecipare. Intendo dire che tutti coloro che fanno ottimi test, registrati da un Responsabile Regionale o da un Allenatore federale, possono mettersi in mostra. Nessuno, che in questo momento si sta allenando nella propria Società, deve considerarsi fuori dal giro della nazionale”.

Ma quanto tempo occorre per preparare un atleta di alto livello? “Per fare un’ atleta di alto livello ci vogliono dai sette ai dieci anni. Questo significa che occorre la pazienza di sapere aspettare. Mai con le mani in mano, ma sempre con la voglia di prepararsi per consolidare i propri valori e per migliorarli. Noi dobbiamo dare un obiettivo ed una speranza a questi ragazzi, ripeto nessuno dei non convocati deve sentirsi abbandonato. L’opportunità viene data a tutti. In che modo? Io l’ho detto a tutti: gli allenatori devono, se pensano che i loro atleti siano degni di essere presi in considerazione, far fare loro test sul modello del protocollo che è stato distribuito. Se quei valori si collocano tra i primi su un certo numero di candidati, la Direzione Tecnica darà l’ opportunità a questi atleti di saggiare il campo e di guardarsi intorno. Nella peggiore delle ipotesi questi ragazzi, quando torneranno a casa, avranno capito qual è il modo di lavorare, avranno conosciuto i loro avversari almeno in campo nazionale e soprattutto che tipo di preparazione è richiesta per stare nella squadra nazionale. Quindi chi ha la motivazione, chi ha la volontà di calcare la via dell’alto livello deve sapere qual è quella strada e lo capisce qui nel raduno nazionale. Il responsabile tecnico di Società deve comunque dargli tutti gli strumenti per percorrere quella strada. Noi responsabili di settore rinvigoriamo questa motivazione, ma sta alla bravura fondamentale dell’ allenatore societario cercare di trarre il meglio da questa esperienza”.