ROMA,
18 febbraio 2014 - Sabato 15 e
domenica 16 febbraio sulla Costa Azzurra, in uno degli stati più celebrati
del mondo per la ricchezza di eventi sportivi, si è svolta la più importante
regata di coastal rowing del Mediterraneo: il Challenge Prince Albert II. Il
Principato di Monaco, rinomato per la sua bellezza e per la mondanità delle
sue iniziative, ha sempre dato spazio per questa specialità del canottaggio,
che qui ha visto i suoi albori. Il vice Presidente federale Marcello Scifoni,
in rappresentanza della FIC , ha seguito la manifestazione con molto
interesse riportandone un giudizio decisamente positivo. “È stata una bella
manifestazione, divertente e tutto sommato anche gradevole, giunta quest’
anno alla decima edizione.
Le Società italiane erano rappresentate in modo
particolare dalla Liguria, con la squadra della Canottieri Sanremo, guidata
da Renato Alberti, e della San Michele, sodalizio impegnato esclusivamente
nel coastal rowing. Oltre a queste la Canottieri Amalfi con due equipaggi di
cui uno master ed uno senior condotti da Franco Noio. Ma la concomitanza con
la gara di Torino, dove c’è stata una grande affluenza, ha limitato la
partecipazione degli italiani. Il prossimo anno, comunque, con una migliore
organizzazione da parte nostra si può pensare ad una presenza più nutrita.
Va annoverata anche la presenza di Stefano Ottazzi e Pasquale Triggiani come
rappresentante del settore coastal rowing della FISA”.
Come
si è svolta la manifestazione? “Il sabato c’è stata la regata di sei
chilometri e la domenica quella di tre chilometri che è risultata più
visibile per la vicinanza alla costa. Le regate, ben organizzate e ben
congeniate, prevedevano una partenza al largo ed un arrivo all’interno del
porto di Monaco “. Quali impressioni hai riportato per il futuro di questa
specialità in Italia? “L’idea di sviluppare il coastal rowing nel nostro
paese è certamente nelle intenzioni del Consiglio Federale, ma non è facile.
Gli stessi monegaschi, che da dieci anni organizzano questa regata, qualche
problemino di tipo logistico ancora ce l’hanno. Loro si stanno preparando a
presentare la candidatura per il mondiale di coastal del 2016, ma la
gestione non è semplicissima. Secondo me la gara va resa più visibile: il
difetto di queste manifestazioni, infatti, è quello che bisogna munirsi di
binocolo per seguire gli atleti.
Bisognerebbe, per sviluppare maggiormente
questo tipo di competizione, studiare meglio le modalità per renderle più
visibili al pubblico. Il presidente del circolo monegasco Gilbert Vivaldi è
persona molto gentile ed ha organizzato una manifestazione di tutto
rispetto, ma il pubblico era composto soprattutto da addetti ai lavori. Al
proposito dello sviluppo di questa specialità ha fatto un paragone che mi è
sembrato molto calzante: come la mountain bike nel ciclismo così il coastal
rowing ha motivo di essere in quelle situazione costiere in cui si può
praticare canottaggio esclusivamente sul mare. Infatti è utile per un ottimo
allenamento. Comunque, io continuo a dirlo, lo vedo molto di più come
attività turistica che specificamente agonistica”.
- I
RISULTATI