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Agostino Abbagnale: il nuovo gruppo di Piediluco

lunedì 10 Febbraio 2014

Agostino Abbagnale: il nuovo gruppo di Piediluco

ROMA, 10 febbraio 2014 – Durante il week end appena trascorso, al seguito del Presidente Giuseppe Abbagnale presente a Piediluco per il Raduno Para-Rowing e per incontrare gli atleti del College Remiero di Piediluco, quest’ultimo in piena attività, abbiamo realizzato una serie di interviste che vi proporremo. Va sottolineato, come già avvenuto anche in altre occasioni, che il gruppo è quasi completamente rinnovato rispetto alla scorsa stagione, eccezion fatta per il “veterano” Jacopo Mancini, e tutti si stanno preparando per le prime competizioni che sono ormai alle porte. Assieme al Responsabile Tecnico Agostino Abbagnale abbiamo cercato di comprendere come questi giovani stanno rispondendo alla “vita da college”. Agostino come procedono gli allenamenti?: “In questo momento i ragazzi sono stanchi per i carichi di lavoro poiché gli allenamenti, in questa fase dell’anno, risultano pesanti. In più è un momento un po’ morto della stagione, non essendoci state gare finora. Nel complesso, in ogni modo, non ci si può lamentare. Stiamo facendo un buon lavoro. Finalmente la prossima settimana ci sarà la possibilità di effettuare un primissimo test e, infatti, i ragazzi saranno a Torino per partecipare alla regata ‘D’Inverno sul Po’, una gara di fondo utile a far prendere loro confidenza con le competizioni e le prime misure con gli avversari”.

Ti è sembrato che abbiano accusato molto l’allontanamento dalla vita di tutti i giorni?: “All’inizio c’era molto entusiasmo e voglia di fare, quindi l’allontanamento dalla propria quotidianità non veniva percepito. Poi col passare delle settimane si sono resi conto delle difficoltà che comporta questo stile di vita ed hanno accusato la pesantezza dei ritmi, la lontananza della famiglia, degli amici. Effettivamente per certi versi può essere difficile però è anche vero che questi anni sono preziosi per far acquisire loro un bagaglio di base che li accompagnerà in tutta loro carriera sportiva. Sicuramente ora le cose vanno meglio. Si sono adattati anche se chiaramente la lontananza dagli affetti pesa sempre un po’ “. Sono comunque sacrifici necessari per arrivare in alto: “Purtroppo la famosa asticella da superare non la mettiamo noi, la mettono gli avversari. Quindi se vuoi arrivare più in alto, devi fare qualcosa in più. E’ dura per loro ma lo è anche per noi, perché comunque ci accorgiamo che noi chiediamo molto e che di fronte abbiamo persone che sono ancora molto giovani, quindi dobbiamo saper interagire, saper estrarre da loro il massimo considerando che sono in una fase delicata della loro vita. Devo dire che questo percorso che stiamo facendo è utile anche a me perché, acquisendo sempre maggiore esperienza, cresco anche io con loro”.