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Antonio Spataro: Il medico sportivo è fondamentale per la  salvaguardia della salute dello sportivo (2^ parte)

venerdì 31 Gennaio 2014

Antonio Spataro: Il medico sportivo è fondamentale per la  salvaguardia della salute dello sportivo (2^ parte)

ROMA, 31 gennaio 2014 – La crescita del canottaggio master pare inarrestabile. I dati riguardanti gli iscritti nelle ultime regate segnalano senza dubbio un movimento ed un interesse nei confronti del remo senza precedenti. Remare fa bene a tutte le età, ma occorre tener conto di alcune precauzioni. Il prof. Antonio Spataro, Direttore dell’Istituto di Medicina dello Sport del CONI non ha dubbi: “L’unica controindicazione è una malattia del cuore. Se uno sportivo fa un check preventivo serio il rischio è molto basso. Con l’età non si può fare semplicemente la prova da sforzo con lo scalino, ma occorre un’analisi massiva con il tapis roulant o il ciclo ergometro assieme ad una valutazione morfologica del cuore con un ecocardiogramma, ma sostanzialmente non ci sono problemi. Non esiste una età limite nei campionati del mondo master ci sono addirittura categorie di atleti che vanno oltre i novanta anni e questi vecchietti, se cosi li possiamo chiamare, fanno anche prestazioni di un certo livello. Oltretutto l’invecchiamento della popolazione, che sta avvenendo in questi anni, induce moltissimo a proseguire l’attività sportiva o addirittura a riprenderla o iniziarla in età avanzata. Il benessere sull’organismo è sempre evidente. Se tutti intraprendessero una attività motoria ci sarebbe anche una diminuzione nei costi di ricovero ospedaliero e nei farmaci a tutto vantaggio non solo della salute, ma anche per le esauste casse dello Stato. Il presidente del CONI Giovanni Malagò ha una grande sensibilità su questo argomento e spinge in modo particolare per la diffusione dello sport in tutte le classi di età. Noi come Istituto di Medicina dello Sport continueremo a lavorare in questo senso perché la pratica sportiva ha un riscontro diretto sulla salute umana”.

Ma una struttura di eccellenza nella ricerca ha anche il compito di occuparsi del miglioramento del gesto atletico e soprattutto deve offrire soluzioni alle sollecitazioni provenienti dall’agonismo con finalità olimpica. Per cui il quesito ricorrente che si pone è sempre quello di una corretta preparazione psico-fisica che ha la finalità del podio nelle Olimpiadi. E’ possibile costruire in laboratorio un atleta vincente? “Io credo – continua il prof. Spataro – che l’esempio proveniente dal canottaggio sia proprio questo: se c’è un’applicazione scientifica e metodologica precisa sul tipo di approccio all’ allenamento, all’alimentazione, alla prevenzione, noi riusciamo a portare degli atleti, che magari in altre condizioni non sarebbero emersi, ad ottenere risultati. Certo il campione è il campione, campioni si nasce, noi ne abbiamo avuti tre incredibili che sono i fratelloni Abbagnale. Quello è un fatto genetico, mi ricordo che Agostino Abbagnale, mentre gli altri smettevano dopo un allenamento durissimo, andava in palestra a completare la preparazione. Se non hai qualcosa in più rispetto agli altri difficilmente puoi raggiungere i risultati, anche perché talvolta non ce la fai più con la testa oltre che con il fisico. Ci vuole qualcosa di più. Però noi con il canottaggio abbiamo vinto tante medaglie con tanti atleti che non avrebbero mai raggiunto quei traguardi. Non c’è dubbio: una struttura tecnica ben organizzata e forte delle proprie competenze li ha portati a risultati di eccellenza”.