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Davide Riccardi, Presidente Asnac, si racconta

giovedì 20 Giugno 2013

Davide Riccardi, Presidente Asnac, si racconta

ROMA, 20 giugno 2013 “Sono cinque i segreti per vincere: lavoro, costanza, passione, intelligenza e pazienza”. Davide Riccardi, canottiere da sempre, lo abbiamo incontrato per la prima volta a Pisa in occasione delle elezioni del Presidente Abbagnale. Davide ti colpisce subito per la sua calma serafica e la convinzione in tutto quello che dice. L’idea di fondare l’Asnac, l’Associazione degli atleti italiani di canottaggio è maturata in lui da qualche tempo e ora, in attesa del secondo figlio, non può allenarsi per un infortunio che sta recuperando, si occupa con passione alle iniziative dell’associazione che ha fortemente voluto costituire. Abbiamo raggiunto Davide al telefono per porgli qualche domanda, molti dell’ambiente lo ricordano bene ma ci fa piacere chiedergli tanto per iniziare: Da quanto remi, come hai iniziato e quali sono i migliori risultati raggiunti? “Compierò 27 anni a luglio, remo da quando ne avevo 12. Ho iniziato l’attività agonistica per l’affinità che la mia città d’origine, Firenze, ha col fiume. Ho esordito in Nazionale Juniores nel 2002, da allora ho proseguito ininterrottamente passando per le squadre U23, Universitaria e Pesi Leggeri. Tra i miei risultati ho 7 medaglie mondiali (2 ori, 3 argenti e 2 bronzi), un Europeo, e 16 titoli italiani”.

Davide a che punto è la tua attività in nazionale al momento? “A causa di vari infortuni, quest’anno non ho potuto prendere parte alla preparazione agonistica di alto livello”. Accennavi a problemi fisici nell’ultimo periodo, come stai adesso? “Sto recuperando, vedremo…intanto quando posso vado a correre e mi tengo in forma”. Cosa te ne pare del nuovo Consiglio Federale e dei programmi La Mura? “Conosco il dott. La Mura da quando ero ragazzino, ho conosciuto il canottaggio col suo sistema. E’ uno ‘scienziato’ del remo, i suoi programmi sono molto impegnativi e richiedono completa dedizione. Mi auguro che la sua dedizione per il canottaggio sia da traino per il riscatto del remo azzurro. Per quanto riguarda il nuovo Consiglio Federale, sino ad ora sia il Presidente Abbagnale che tutti i Consiglieri a lui più vicini si sono dimostrati collaborativi con la nascita e l’attività dell’Asnac. Molti di loro, provenendo da lunghe e gloriose carriere agonistiche, credo che abbiano capito la necessità di istituire una ‘casa’ che sia il riferimento per tutti i canottieri d’Italia”.  

Della combinata Trio 2016, credi sia una valida chance per gli atleti azzurri la possibilità di confrontarsi su barche di diversa lunghezza? “Credo di sì. Da quello che recepisco sia il nuovo CF che l’area tecnica vogliono accrescere il vertice dalla base offrendo ampie possibilità per gli atleti di mettersi in evidenza. Ovviamente è un sistema perfezionabile ma che ha la volontà di includere più che di escludere. In questo caso il nostro ruolo come Associazione è quello di avanzare nuove proposte costruttive volte a migliorarlo. Proprio durante una riunione, avuta con gli atleti a fine marzo a Sabaudia (www.asnac.org), abbiamo raccolto alcuni contributi che porteremo nel prossimo Consiglio”. Davide come nasce l’esigenza di costituire un’Associazione dedicata esclusivamente agli atleti? “E’ una questione ‘fisiologica’, per utilizzare un gergo sportivo. Negli ultimi anni la categoria ha subito degli abusi inaccettabili da parte della Federazione. Questo fenomeno credo che si ripresenti ciclicamente nella gestione istituzionale di sport di nicchia come il nostro perché il potere è ‘di natura’ istituzionale concentrato in pochi soggetti. Il ruolo dell’Asnac è quello di bilanciare questo squilibrio nell’interesse, in primis, degli atleti e del canottaggio”.

Quali sono effettivamente gli scopi che vi prefiggete e che considerazione avete all’interno della Federazione? “Tra le principali finalità dell’Asnac vi sono la tutela degli interessi morali, sportivi, economici e fisici degli atleti nonché il coordinamento degli stessi all’interno delle istituzioni FIC e CONI. Ciò per stimolare la partecipazione degli atleti nelle decisioni che governano il canottaggio e che li riguardano direttamente. Al momento l’Asnac ha nel Consiglio Federale uno dei due Vicepresidenti, Sara Bertolasi (l’altro, con incarico di Vicario, è Daniele Gilardoni). Anche la Commissione Federale (degli atleti) è composta da 4 componenti del Direttivo Asnac, oltre alla Bertolasi vi sono infatti Antonio Prezioso (in quota Master) Lucilla Aglioti (in quota Adaptive) e Pierpaolo Frattini (in quota Olimpica). L’animo costitutivo dell’Asnac è stato infatti quello di dare rappresentanza ad ogni anima insita nella categoria degli atleti, oltre ai membri citati a comporre il Direttivo vi sono anche Giuseppe Alberti (in quota Coastal Rowing) e Corrado Regalbuto (in quota Universitari)”.

Quanti sono per ora gli iscritti e che margine di crescita prevedete? “Al momento siamo un centinaio di soci iscritti. Vorremmo parlare di cifre ben maggiori a fine quadriennio. Ci stiamo lavorando”. Cosa può aspettarsi chi si associa all’Asnac? Di entrare a far parte nella “Casa comune dell’atleta”, all’interno della quale confrontarsi ed elaborare sintesi incisive nei processi decisionali della gestione federale, capaci di tutelare maggiormente la categoria degli atleti. Il socio Asnac, atleta o sostenitore, può contare, inoltre, su una serie di convenzioni che spaziano dalla consulenza legale (diritto dello sport) alle agevolazioni economiche su materiale tecnico. Sono in corso, infine, alcune trattative con istituti previdenziali e di credito che potrebbero sostenere eventi e borse di studio per gli atleti. Il post-carriera è un argomento caro all’Asnac che si prefigge, nel lungo periodo, di sostenere l’atleta anche dopo aver ‘appeso il remo al chiodo’”.

Nell’anno post olimpico secondo te cosa possiamo sperare dalla squadra italiana in campo internazionale? “Credo che sia una domanda da porre ai tecnici…sono certo comunque che i nuovi talenti insieme ai più esperti daranno filo da torcere ai migliori equipaggi stranieri”. Quando non sei impegnato in allenamento e la famiglia te lo permette, come ti piace passare il tempo libero che ti resta? “Amo molto la lettura, la musica e cucinare”. Vivi e ti alleni a Sabaudia, come ti trovi? Lo consigli come posto per allenarsi? “Sabaudia è un posto magnifico per allenarsi, il lago è lungo 6km e si può uscire in barca praticamente tutto l’anno. Non a caso molte nazionali e club stranieri vengono lì per la preparazione invernale. Ha un margine di crescita esponenziale che le amministrazioni locali e gli enti sportivi potrebbero valorizzare maggiormente. Da qualche anno la FIC si sta muovendo, mi auguro che possa trovare terreno fertile!”.

Quanto è importante per te far parte di un gruppo sportivo delle forze armate per svolgere l’attività remiera? “Il sostegno dello Stato per gli atleti di vertice degli sport di nicchia come il nostro è fondamentale. Tuttavia in tempi di crisi economica le risorse andranno esaurendosi e solo pochi privilegiati potranno continuare a godere di questa risorsa. Per tale ragione l’Asnac  vuole unire le forze della categoria affinché anche i nuovi talenti possano nutrire i propri sogni sportivi trovando sostegno anche dal settore privato. Un pensiero particolare è per coloro che non godono di un’entrata certa, garantita dai Gruppi Sportivi dello Stato”. Prossimi impegni e obiettivi? “Recuperare il prima possibile ed impegnarmi nel canottaggio e per lo sport in generale, inteso come “palestra di vita” capace di risvegliare i valori più nobili dell’uomo quali la fratellanza, la passione per le sfide e la lealtà. Fra pochi mesi terminerò un Master of Business Administration in Diritto e Management dello Sport, spero che questa specializzazione possa contribuire ad arricchire, sotto il profilo professionale, la mia vocazione”.

Di una gara cosa ricordi con più piacere, i primi 20 colpi oppure gli ultimi 250 metri? “Decisamente gli ultimi 250mt, i primi 20 colpi sono “gratis” gli ultimi assolutamente no… in più, se ci aggiungiamo le emozioni del traguardo…”. Dopo tanti anni di attività in cosa riesci a trovare ancora forza e motivazione? “E’ un fuoco che hai dentro che si alimenta o si affievolisce a seconda di chi hai intorno. In famiglia, soprattutto, ho avuto persone che mi hanno sempre sostenuto nelle mie scelte dentro e fuori dalla barca”. Qualche nome di colleghi azzurri o master o universitari da intervistare? “Sembra banale ma farei un’intervista doppia agli “eroi di Londra”, Battisti e Sartori, dopodiché andrei a far luce su ogni anima che compone la categoria”. Hai un idolo nel canottaggio? O lo avevi da ragazzino? “Agostino Abbagnale, per la sua umiltà nella sua grandezza  remiera. Ho avuto la fortuna di viverlo nella quotidianità degli ultimi suoi anni da atleta. Ero un ragazzino al college che sognava la Nazionale, lui ha contribuito ad alimentare questo sogno”.

Se dovessi dispensare qualche consiglio a chi decide di avvicinarsi al canottaggio cosa diresti? “Nel canottaggio non si inventa niente… è una lunga costruzione”. Esiste secondo te un segreto per vincere e far bene in questo sport?  “A mio modesto parere ne esistono cinque: lavoro, costanza, passione, intelligenza e pazienza”. Qual è il tuo punto di forza in barca? E cosa invece vorresti migliorare? “La generosità e lo spirito positivo mi hanno sempre contraddistinto, l’entrata e la lunghezza invece, sono sempre migliorabili!”. Come ci si può tesserare all’Asnac? “Mediante un versamento di 10 euro tramite bonifico bancario intestato a: Associazione Nazionale Atleti Canottaggio IBAN: IT 05 H 02008 01628 000102414429 CAUSALE: Tessera 2013, nome e cognome dell’affiliato, indirizzo mail (con la parola at al posto del carattere speciale @)”. Come seguire le attività dell’Asnac? “Tramite il nuovo sito www.asnac.org e la pagina Facebook, https://www.facebook.com/asnacanottaggio?fref=ts.

Lucilla Aglioti