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Daniele Stefanoni: un lombardo doc

lunedì 20 Maggio 2013

Daniele Stefanoni: un lombardo doc

ROMA, 20 maggio 2013 – Il canottaggio è uno sport che, più di altri, tende ad instaurare legami forti coi territori dove viene praticato. Diventa spesso parte integrante delle tradizioni locali. La Lombardia è di certo una delle regioni in cui il canottaggio è più radicato. Conseguenza diretta, moltissimi campioni italiani sono lombardi. Daniele Stefanoni, esponente della nazionale Para-rowing, conferma quanto andiamo dicendo: “Io sono originario di Lecco – ci spiega lo stesso Stefanoni – una terra in cui il canottaggio ha radici profonde. Quando frequentavo le scuole medie ho remato un po’, nulla di che. Mi sono riavvicinato poi alla pratica nel 2006 grazie al dottor Piero Poli, campione olimpico a Seul 1988“.

Oggi Daniele Stefanoni veste i colori di uno dei circoli più prestigiosi d’Italia: la Canottieri Aniene ed è un canottiere di livello internazionale. A livello paralimpico ha gareggiato in doppio ma a Gavirate è sceso in acqua nel singolo: “E’ stata una gara molto tirata, con avversari di rilievo. Ritengo di aver disputato una prestazione sopra le aspettative dal momento che sono riuscito a battere il mio record personale e sono molto soddisfatto della prestazione”. Risultati importanti dunque che lasciano intendere un lavoro di preparazione molto accurato, sostenibile solo grazie alla passione, come afferma lo stesso Stefanoni: “Senza dubbio la passione è tanta. Il canottaggio è uno sport che mi coinvolge a trecentosessanta gradi e che in qualche modo va incontro alla mia disabilità, consentendomi di essere competitivo. Questo mi offre ulteriore motivazione ad impegnarmi al massimo“.

Oltre ai risultati è il rapporto con la barca che crea salda questo legame apparentemente inscindibile: “Adoro stare in acqua, sentire la barca scivolare sul campo di gara o negli allenamenti. Amo avvertire la velocità che aumenta progressivamente. Sono sensazioni stupende, alle quali non potrei rinunciare. Un’altra cosa che apprezzo del canottaggio è la quiete che si avverte in acqua. Io in particolare credo di poter apprezzare quest’ultimo dettaglio più di altri perché vengo dal ciclismo, uno sport spesso praticato all’interno dei centri urbani, dove caos e confusione la fanno da padrone“.