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Pier Paolo Frattini: solo con il giusto impegno potremo arrivare in alto

martedì 26 Marzo 2013

Pier Paolo Frattini: solo con il giusto impegno potremo arrivare in alto

SABAUDIA, 26 marzo 2013 – La ricerca delle forze fresche è uno degli obiettivi dell’attuale assetto federale, questo è certo. Ma non da meno resta la valorizzazione dei grandi talenti che negli anni sono stati in grado di contribuire in maniera determinante ad innalzare il remo azzurro ai vertici mondiali.
Il ventinovenne Pierpaolo Frattini, tesserato per il Circolo Canottieri Aniene dal 2005, è tra gli atleti più esperti su cui la Nazionale attualmente può contare. Plurimedagliato ai Mondiali assoluti, under 23 e junior, ha vinto la medaglia d’argento lo scorso anno agli Europei di Varese nell’otto ed ha all’attivo due esperienze olimpiche (Atene 2004 7° in otto e Londra 2012 11° in quattro di coppia). Col suo background può, senza dubbio, da una parte diventare un modello per le nuove leve, dall’altra garantire qualità alle prestazioni dell’attuale Nazionale.

Innanzitutto come stai? “Stanco per l’allenamento ma nel complesso bene. Stiamo lavorando molto, c’è tanta voglia di fare, di mettersi in gioco in vista dei prossimi impegni”. Come sta procedendo la preparazione? “È cambiato tutto. Dal metodo di allenamento, alla mentalità. Tutto. Ci troviamo ancora in una fase conoscitiva, transitoria e dobbiamo adattarci. Per quello che ho potuto vedere comunque il gruppo sta rispondendo bene. Nella squadra di punta, tolti me e Sergio Canciani, che abbiamo 29 e 31 anni, ci sono tutti ragazzi giovani. Io sono praticamente un veterano. La cosa mi fa piacere perché comunque percepisco da parte delle nuove leve tanta motivazione. Una motivazione che diventa importante anche per me e per Sergio perché è uno stimolo. A vent’anni chiaramente è naturale. Crescendo devi stare più attento, devi andare un po’ più alla ricerca degli stimoli giusti“.

Stimoli che sono determinanti, soprattutto per sostenere i ritmi impegnativi del programma del Dottor La Mura: “L’impegno è una caratteristica imprescindibile del canottaggio praticato ad alti livelli. Di questo c’è piena coscienza tra tutti noi atleti. Sicuramente avere come direttore tecnico Giuseppe La Mura, un uomo che nella vita ha vinto tanto, dà molta fiducia. Si diventa parte di qualcosa di grande, di una squadra con delle enormi possibilità. La Nazionale italiana di Canottaggio acquista così un valore diverso e ci si sente onorati di entrare a farne parte. Dal punto di vista motivazionale è un’ulteriore spinta. Sappiamo quanto vale il metodo che stiamo seguendo e siamo spronati a dare il massimo”.

Dove può arrivare questa Nazionale? “Ci sono grandissime capacità all’interno della Nazionale sia per quello che riguarda gli atleti giovani sia per quelli un po’ più maturi. Secondo me la cosa fondamentale è ricostruire una squadra unita, ragionando non solo sul risultato del singolo equipaggio ma sul risultato complessivo. Nel senso: se la Nazionale Italiana di Canottaggio nei prossimi anni riuscirà a portare un equipaggio in finale in tutte le specialità olimpiche, al di là di quelli che saranno i risultati presi singolarmente, avremo comunque fatto un grande lavoro e ripagato tutti i nostri sforzi”.