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Franco Cattaneo: ritorno al passato? Preferisco parlare di Ritorno  al Futuro!

sabato 9 Marzo 2013

Franco Cattaneo: ritorno al passato? Preferisco parlare di Ritorno  al Futuro!

ROMA, 09 marzo 2013 – Quando si operano cambiamenti radicali come quello che ha conosciuto la Federazione Italiana Canottaggio, è inevitabile dover passare attraverso momenti estremamente delicati. E per comprendere appieno le sfumature di tali momenti occorrono occhi esperti, capaci, propri di un grande spirito critico. Franco Cattaneo, caposettore della coppia e coordinatore della squadra nazionale, è chiamato in prima persona a dover decifrare quelli che sono i risultati evidenziatisi tra il primo raduno di Piediluco ed il raduno che si sta svolgendo in questi giorni a Sabaudia: “Stiamo partendo per una nuova avventura con una nuova metodologia di allenamento, una nuova tecnica, una nuova mentalità. Qualcuno parlava di ritorno al passato. Io preferisco dire Ritorno al Futuro perché dobbiamo riprendere da dove abbiamo lasciato, recuperando quanto di buono era stato costruito negli anni d’oro, migliorarlo, modernizzarlo e proporlo per puntare ai risultati. Non abbiamo bisogno di scimmiottare metodi che utilizzano all’estero. Noi siamo l’Italia, abbiamo un bacino italiano di atleti, un bacino italiano come società, un bacino culturale italiano e quindi dobbiamo puntare a creare un sistema italiano. C’eravamo riusciti fino al 2004, dobbiamo ripartire da lì”.

La cosa che probabilmente tutti gli appassionati di canottaggio vogliono sapere è se ci sono speranze di riportare il remo azzurro ai vertici mondiali: “Sarà dura perché dobbiamo ricostruire le basi. Stiamo partendo da lontano. C’è bisogno di ricreare la mentalità per poter affrontare il canottaggio ad alti livelli. In ogni settore, dal lavoro allo studio passando per lo sport, chiunque voglia puntare all’eccellenza deve diventare ‘maniaco’ della propria performance. Nel canottaggio di alto livello se non diventi ‘maniaco’ della tua performance non puoi pensare di eccellere. Quindi noi dobbiamo instillare nei ragazzi e nelle ragazze questa mentalità. Chiunque non fosse intenzionato potrà fare un canottaggio senza pretese. Troppo spesso si fa un grosso errore: si confonde il canottaggio col canottaggio di alto livello. Il canottaggio lo possono fare tutti, è uno sport divertente, salutare, offre l’occasione di stare in gruppo. Il canottaggio di alto livello è diverso. Diventa un fatto scientifico. Entra in gioco un discorso di professionalità. Se poi si pensa di fare canottaggio senza eccessivo impegno, con la speranza di ottenere grandi risultati, si è completamente fuori strada. Non c’è possibilità di confrontarsi coi livelli internazionali. Io ho detto durante l’affollata Conferenza Nazionale Allenatori che il programma di allenamento non lo scrive il preparatore, lo scrivono gli avversari. Significa che il programma deve essere adeguato per poter creare atleti preparati ad affrontare i competitor internazionali”.

Chiaramente la possibilità di rilanciare il canottaggio a livello internazionale passa per la disponibilità di risorse umane a disposizione della FIC, come sottolinea lo stesso Cattaneo: “Uno dei nostri obiettivi è innanzitutto estendere il bacino di atleti che puntano a praticare canottaggio ad alto livello. Successivamente, selezionare tra questi le eccellenze. I praticanti di canottaggio non sono molti e non possiamo permetterci di restringere. Il grandissimo errore che è stato fatto in passato, e che noi non vogliamo ripetere, è stato proprio il restringere il numero degli atleti. Non è un caso se stiamo organizzando raduni con settanta persone. La volontà del Presidente Abbagnale, del Consiglio Federale e del Direttore Tecnico è quella di portare in campo internazionale la squadra quanto più ampia possibile, che offra la possibilità di presentare tutte le imbarcazioni. Senza dubbio gli equipaggi debbono dar segnali di grande abnegazione. Poi quest’anno si può non essere proprio pronti, non sarebbe un grosso problema. L’importante è immettersi sulla strada giusta soprattutto a livello di mentalità per poter crescere”.

Assieme a Cattaneo vogliamo fare anche un punto per quello che riguarda il settore di coppia: “Stiamo parlando di un settore che ha portato lustro alla nazionale. Una medaglia nel 2004, nel 2008 e nel 2012 ha conseguito l’unica medaglia olimpica. I presupposti storici per fare bene ci sono tutti. Non c’è dubbio che abbiamo ‘perso’ un cavallo di razza, mi riferisco a Rossano Galtarossa. Anche Alessio Sartori è in una situazione di standby. In ogni caso ritengo ci sia una squadra valida, che può aspirare a fare un ottimo quadriennio. Ci sono molti giovani promettenti, mentre i più esperti vogliono dimostrare che ci sono ancora. Personalmente confido molto nel contributo di chi ha più esperienza. Il loro apporto è e continuerà ad essere determinante per far comprendere ai più giovani cosa significa remare a livello internazionale”.

Come coordinatore della nazionale di canottaggio non possiamo non parlare di Pararowing, un settore che sta molto a cuore alla dirigenza federale: “L’intenzione del Presidente e del Consiglio Federale tutto – ci spiega ancora Franco Cattaneo – è quello di far diventare il Pararowing pari agli altri settori e da parte nostra c’è un grande impegno in questo senso. Nel corso del quadriennio insisteremo con tutte le risorse a disposizione per arrivare ad un cambio di mentalità e di metodologia in termini di lavoro. Già il test che gli atleti dovranno sostenere è fortemente innovativo rispetto al passato. Ed è soltanto l’inizio”.