MILANO,
11 gennaio 2013 -
L'elezione di Michelangelo Crispi
alla presidenza del Comitato
regionale Lazio della Federazione
Canottaggio è un riconoscimento che
premia l'impegno e l'evoluzione nel
mondo remiero di un ragazzo che
all'età di 16 anni si avvicinava al
canottaggio, sport che sarebbe
divenuto per lui una passione nella
vita. Michelangelo rappresenta in
questa circostanza una gruppo
sportivo di rilevante valore che
negli anni si è radicato nella
storia del canottaggio italiano, ma
questa elezione non è la “prima” di
un esponente delle Fiamme Gialle. La
storia del canottaggio italiano
oltre a ricordare risultati e fasti
dei giallo-verdi ci riporta ad
un'altra elezione avvenuta 40 anni
fa, sempre con baricentro nel
canottaggio laziale, quando tra
l'altro lui non era ancora nato.
Da “Il Remo” dell'1 febbraio
1969 riprendo questa mia nota sulle
elezioni nei comitati regionali:
in Lombardia veniva eletto Giovanni
Mercanti, in Piemonte l'ing. Angelo
Bonomo (e segretario del Comitato
era Gian Antonio Romanini).
L'elezione per il Comitato Lazio
dava questo esito:
“Il t.col. Andrea Speciale,
dirigente del G.S. Fiamme Gialle,
con votazione plebiscitaria, è stato
eletto presidente del Comitato
Laziale della F.I.C. Vice presidenti
il Comandante M. Pesce e il dott. P.
d'Aloja, e il dott. E. Pernis per il
Sottocomitato sardo.
Consiglieri: L. Bonati, G. Greco, E.
Santoni, F. Ferrari, E. Tonali, E.
Gianotti. Revisori dei conti: R.
Bellincampi, G.F. Perugini, A.
Iacobacci, supplente F. Valente. Al
presidente uscente ing. D'Amelio
sono state rivolte manifestazioni di
simpatia e d'affetto”.
Riandando alla storia degli ultimi
40 anni del nostro canottaggio non
sfugge che i componenti del Comitato
Lazio di allora erano personaggi
vivamente partecipi gli anni
successivi della storia remiera
nazionale. E non solo, ma ritroviamo
tra i citati Paolo d'Aloja, in
seguito presidente federale e nel
Comitato Piemonte Gian Antonio
Romanini che succedette a Paolo d'Aloja
alla presidenza federale quando
venne a mancare.
Dal
libro “50 anni di canottaggio e
canoa Fiamme Gialle”, di Claudio
Tranquilli, si legge questa nota
sulla elezione di Andrea Speciale: “Intanto
alla presidenza del Comitato Decima
Zona (Lazio-Umbria-Sardegna) viene
eletto il Tenente Colonnello Andrea
Speciale, dirigente del canottaggio
Fiamme Gialle insieme al Maggiore
Francesco Gaudioso, e come vice
presidenti Paolo d'Aloja e Marcello
Pesce (due personaggi che con
alterne vicende faranno la storia
del canottaggio moderno)”. Poi
però il nome di Andrea Speciale, che
personalmente ebbi l'opportunità di
conoscere ed apprezzare nel suo
appassionato impegno alla guida dei
canottieri giallo-verdi di Sabaudia,
sparisce dalla storia del
canottaggio italiano. Un vero
peccato, ma a volte la nostra linea
di vita è attraversata da situazioni
sgradevoli alle quali ognuno di noi
può reagire anche in maniera assai
forte, cosa accaduta proprio ad
Andrea Speciale, come ricorda ancora
Claudio Tranquilli:
“Andrea Speciale rimarrà in
carica fino al 23 marzo 1969 quando
nel corso della tumultuosa Assemblea
ordinaria della FIC per il rinnovo
delle cariche nazionali, si
dimetteva per protesta contro il neo
eletto presidente FIC Diodato Lanni
il quale aveva espresso alcune
considerazioni negative nei
confronti delle organizzazioni
sportive militari”.
E'
con rammarico che ricordo questo
spiacevole episodio, ma è anche
occasione propizia per sottolineare
i meriti di Andrea Speciale che,
uomo di valore e grandi capacità,
avrebbe potuto dare molto al
canottaggio italiano. A seguito
delle sue dimissioni alla guida del
Comitato della Decima Zona venne
eletto Paolo d'Aloja, figura dalle
notevoli doti che in seguito segnerà
con le sue importanti iniziative il
futuro del canottaggio italiano.
Andrea Speciale era uomo di grandi
vedute, che anticipava anche
importanti decisioni che sarebbero
state assunte in seguito. E Claudio
Tranquilli nel citato libro
sottolinea: “Da ricordare che nel
'69, sotto lo stimolo di Andrea
Speciale, e l'ausilio dei tecnici
Vittorio Catavero e Mario Bovo
(marina Militare), il canottaggio fa
ritorno sul lago di Piediluco.
Episodi, ancor vivi nel ricordo di
alcuni atleti, dimostrano la lunga
strada compiuta dal canottaggio: sul
Lago umbro gli stessi atleti
dovevano prima tagliare le erbe
palustri sulle rive e poi avrebbero
potuto mettere in acqua le barche”.
Ferruccio Calegari
Nelle foto:
1. Il doppio
Michelangelo Crispi e Ivano Zasio
(campioni d'Italia nel doppio pesi
leggeri 1994 all'Idroscalo di
Milano);
2. la premiazione di
Michelangelo Crispi nel 2000, da
parte del Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi, col Collare d'Oro
del Coni.
3. Gruppo di atleti col ten.
col. Andrea Speciale ed il tecnico
della Moto Guzzi Italo Ratti che nel
periodo collaborava con le Fiamme
Gialle: da sinistra Francesco
Ventura, Giancarlo Trevisan, Michele
Filipetti e Francesco Staiti,
formazione vincitrice del titolo
italiano juniores a Viareggio nel
1957