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Guglielmo Carcano, l’aggiornamento da Washington

sabato 21 Dicembre 2013

Guglielmo Carcano, l’aggiornamento da Washington

MILANO, 21 dicembre 2013 – L’avevamo salutato alla sua partenza, tre mesi più tardi ritorna ad essere nostro ospite per raccontarci come procede la sua avventura universitaria e remiera alla Washington University. Guglielmo Carcano, lombardo della canottieri Moltrasio, si racconta a tutto campo. Entusiasmo alle stelle, ironia e obiettivi molto chiari: tornare a remare da protagonista in Italia. Sono passati i primi 3 mesi, come procede l’avventura? “Alla grande, sono davvero contendo e soddisfatto della mia scelta. Sto remando nella squadra migliore degli Stati Uniti e sto studiando alla University of Washington. La mia università oggi è riconosciuta come la quattordicesima miglior università del mondo. Il gruppo che si è creato e fantastico, anche se non ancora paragonabile alla coppia Carcano-Tabacco con l’aggiunta degli altri moltrasini”.

Com’è andato l’inserimento all’intero del college? “Tutto è stato molto graduale. Il primo mese è stato particolarmente difficile, il problema principale era la lingua, ma con il passare del tempo è migliorato tutto. Il mio compagno di stanza, Charlie, è di Seattle e mi ha aiutato molto. In ogni caso la presenza di un amico canottiere come Pietro Zileri (Firenze) facilita tutto”.  Cos’è cambiato in Guglielmo? “Dire che sa parlare l’inglese è ancora un parolone. Pero’ di certo è migliorato tanto! Oggi è sicuramente più’ motivato anche nello sport. Siamo una squadra di 50 ragazzi, tutti i giorni lottiamo per salire sulla prima barca, la barca “A”. Ogni allenamento è visto come una sorta di test, essere sempre in discussione aiuta molto a crescere”.

Com’è la tua giornata? “Alla mattina, generalmente, mi dedico allo studio e alle lezioni universitarie. Poi pranzo, molto rapido se paragonato a quelli italiani, e subito a fare allenamento. L’allenamento inizia alle 14.40, per tre ore. A seguire stretching, considerato molto importante, e doccia. Ceniamo direttamente alla boathouse. Abbiamo una mensa speciale riservata a tutti gli atleti delle squadre universitarie: è una sorta di “all you can eat” con 3 o 4 tipi di pasta e 4 o 5 secondi, tra carne e pesce, in cui gli atleti posso mangiare in modo sano per reintegrare le energie post allenamento.  Durante la settimana, per completare il ricco programma d’allenamento, abbiamo anche diverse sedute mattutine, dedicate alla preparazione atletica. Vi faccio un esempio, svelando il programma di una sessione. Tutti i martedì mattina dobbiamo salire e scendere ogni singola rampa di scale dello stadio del football americano (circa 70’000 posti). È una sorta di gara, ogni atleta parte con uno svantaggio di dieci secondi rispetto al compagno. L’obiettivo è quello di recuperare chi è davanti a te e proseguire la scalata di sorpassi”.

Come vanno i corsi universitari? “I corsi molto bene. All’inizio la lingua era un handicap non indifferente. Pian piano però l’inglese è migliorato aiutandomi nella comprensione delle lezioni e quindi migliorando anche il mio rendimento. Una curiosità’: ogni alunno durante la lezione ha in mano un “clicker” (una sorta ti telecomando a pulsanti) con cui deve rispondere a 2-3 domande ogni lezione. Il professore proietta poi un grafico con le percentuali di risposte corrette ed è quindi in grado di comprendere in tempo reale se la classe abbia davvero capito l’argomento”

Con chi ti stai allenando? “Mi sto allenando con un gruppo di 25 Freshmen (matricole) e competiamo ogni allenamento per essere sull’8+ A. Insieme a noi ci sono anche 25 senior, nostri avversari diretti, con i quali ci mettiamo in discussione. Il gruppo è immenso, spesso scendiamo in acqua con sei otto e affrontiamo i lavori punta a punta per tutta la durata della sessione”.  

Gare imminenti?
“Per ora no. I campionati regionali e nazionali sono tra maggio e giugno. Nel periodo di preparazione però ci sono le sfide tra le università, una sorta di campionato interno, una ogni settimana a partire da marzo.  La prima sarà contro la Brown University”.

Sembra quasi di essere in un film. Cosa ti aspetti da queste sfide? “Sicuramente tanto divertimento. Pensa che chi perde la sfida deve consegnare la divisa a chi ha vinto. Quanto si devono dei ragazzi con le divise di altre università vuol dire che se la sono guadagnata sul campo, non da un semplice scambio post gara tra amici”.

Qual è la cosa dell’Italia che ti manca di più? “Scontato.. ma sicuramente più di tutto una buona pasta ed una buona pizza”.

Quando ti rivedremo? “Sono già a casa. Ho finito gli esami la settimana scorsa e sono ritornato a casa per queste vacanze. Dopo 3 mesi rivedere famiglia, amici e ragazza era davvero necessario. In Italia però io voglio remare. Sto organizzando il mio calendario di esami, vorrei rientrare in tempo per i campionati italiani Under23, vedremo…”.

Luca Broggini