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Conferenza allenatori – Lorenza Romagnoli: passioni e sentimenti  nel canottaggio

sabato 30 Novembre 2013

Conferenza allenatori – Lorenza Romagnoli: passioni e sentimenti  nel canottaggio

TERNI, 01 dicembre 2013 – Buon sangue non mente dice il proverbio. Niente di più vero per quello che riguarda Lorenza Romagnoli, allenatrice di primo livello presso la Società Canottieri Baldesio, impegnata con gli Allievi A, B1 e B2. Lorenza ha saputo trarre, da un cognome che poteva risultare pesante, la forza necessaria per farsi strada nel canottaggio.  Quando ti sei avvicinata al canottaggio? “Ho conosciuto il canottaggio da piccolissima. Avendo in casa due persone straordinariamente appassionate a questo sport, sono stata coinvolta quasi subito. Sto parlando di mio padre, Giancarlo Romagnoli, che in società è allenatore delle categorie Ragazzi, Junior, Under 23 e Senior, nonché coordinatore di tutti gli allenatori, e di Claudio Romagnoli, mio zio, attuale Capo Settore Femminile. Loro mi hanno dato una grande spinta in virtù del loro amore per il canottaggio”.

Qual è il tuo ruolo all’interno della Società? “Mi occupo dei ragazzini dai nove agli undici anni e il mio obiettivo è trasmettere a mia volta una passione. La prima cosa che dico ai miei bambini quando arrivano è che siamo qui, sì per imparare uno sport, ma soprattutto per divertirci. Implicitamente, avvicinarsi ad una disciplina sportiva comporta l’apprendimento di determinati valori; nel caso del canottaggio si tratta di rispetto per gli altri, lealtà, cooperazione. Il canottaggio instrada, soprattutto i giovanissimi, a relazionarsi secondo queste regole. In questo senso un allenatore che lavora su una fascia delicata come quella dai nove agli undici anni, secondo me, deve sentirsi responsabilizzato oltre la figura dell’insegnante sportivo. Diventa una figura di riferimento per persone che si stanno formando a trecentosessanta gradi”.

Come ti poni nei loro riguardi? “Da una parte mi pongo come allenatrice, cerco di trasmettere delle competenze sportive e di insegnare le regole dello sport. Ritengo tuttavia che, con atleti così giovani, l’allenatore debba essere anche un amico perché comunque si passa tanto tempo insieme durante la giornata. Quindi d’altra parte mi sento responsabilizzata a livello emotivo, sul piano del rapporto personale. Responsabilizzata al fine di responsabilizzare il ragazzo”. Quali sono i tuoi punti di riferimento?: “Sicuramente mio padre, che ritengo un grande allenatore ma soprattutto un grande uomo. Abbiamo un rapporto stupendo e lui è proprio il mio ideale di persona. Poi c’è mio zio Claudio che ci ha permesso di legarci ancora di più, non solo per il canottaggio”. Qual è la caratteristica principale che di loro vorresti far tua? “La tenacia. Quando si hanno grandi obiettivi e una grande passione, infatti, si vuol sempre ottenere il massimo ma non sempre è possibile. Spesso ci sono degli ostacoli da superare. Loro, nonostante tutto, non perdono mai di vista l’obiettivo. Quando cadono, si rialzano e alla fine arrivano alla meta. Credo che questa sia la cosa che li contraddistingue”.