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L’argento del Pararowing: Una prova di valore

lunedì 21 Ottobre 2013

L’argento del Pararowing: Una prova di valore

ROMA, 21 ottobre 2013 – La forza delle emozioni, la capacità di affrontare le difficoltà con dignità e coraggio. E poi la passione. Tanta passione. Tutto questo è Para-rowing. I ragazzi di Dario Naccari, Cristina Ansaldi, Antonio Coppola e Pierangelo Ariberti in Corea hanno dato veramente una grande prova di valore. Dietro il loro successo, un lavoro duro e costante che è stato ripagato nel migliore dei modi, come si legge dalle parole di Lucilla Aglioti, una delle protagoniste assolute delle competizioni: “Io dico sempre che in quei momenti ho avuto la sensazione di toccare il cielo con un dito e adesso di essere tornata sulla terra tra gli umani. Ho visto le foto della premiazione e della consegna della medaglia. Quando innalzavano la bandiera italiana sul pennone ho visto una metamorfosi sul mio viso, tanta era la gioia. Un’altra grande soddisfazione è stata il riconoscimento della gente, amici ma anche sconosciuti. Ad esempio sono stata al CUS a Bari e molte persone che non avevo mai visto prima sono venuti a complimentarsi, a stringermi la mano”. In linea con la concezione della Direzione Tecnica però la medaglia vinta non garantisce affatto il posto in Nazionale e gli atleti lo sanno bene. Si dovrà combattere. “Saremo chiamati a metterci in gioco per mantenere il nostro posto in barca – riprende Lucilla – Dario Naccari sta facendo un grande reclutamento di nuove leve, di modo da stimolare la competizione in tutto il settore. I raduni incominceranno tra novembre e dicembre e sarà un anno difficile. Ci rimetteremo in discussione tutti, per cercare di tirare fuori la barca migliore. Per noi i margini di miglioramento ci sono perché abbiamo atleti giovani in barca, che possono crescere sia tecnicamente che fisicamente. In più siamo forti dell’esperienza di atleti come Paola Protopapa e Tommaso Schettino”.

L’importanza di quel risultato, in un momento delicato come quello che sta vivendo il settore Para-rowing, esula dalla mera dimensione quantistica. Il valore della medaglia ha infatti riverberato a ben più ampio spettro, come spiega Paola Protopapa: “In questo mondiale era importante che almeno una delle barche del Pararowing arrivasse alla medaglia. Non era importante quale. In questo modo abbiamo dimostrato che il settore si sta allargando veramente. E poi quell’argento ci è servito per mettere a tacere tante inutili polemiche”. Il risultato ha di fatto espresso qualcosa che si poteva già percepire: “Già a Gavirate eravamo arrivati secondi dietro l’Inghilterra – continua Paola – quindi sapevamo di essere competitivi. Non sapevamo però quante barche al Mondiale si potessero mettere tra noi e gli inglesi. Potevamo dare molto, questo senza dubbio, perché avevamo lavorato al pari di tutta la Nazionale, col programma La Mura. C’erano tuttavia delle parti della preparazione che non eravamo riusciti a concludere, tipo la pesistica. L’anno prossimo, avendo più tempo a disposizione, partiremo con la consapevolezza di poter migliorare ulteriormente. Il nostro valore aggiunto, quest’anno, è stato l’asse Società-Nazionale. Infatti sulla barca eravamo in tre a provenire dall’Aniene. Noi, assieme a Riccardo Dezi, nostro allenatore societario, abbiamo fatto un lavoro di preparazione invernale veramente tosto. Quindi c’era uno zoccolo duro preparato. Poi il lavoro è stato ultimato assieme alla squadra di Naccari”.

Dulcis in fundo, in questa intervista multipla, non potevamo privarci del contributo del mitico Peppinello Di Capua, timoniere della barca. Fortemente voluto in squadra dal Presidente Giuseppe Abbagnale, Peppinello è tornato in grande stile e non ha deluso:  “L’argento coreano è stato il massimo risultato che si potesse raggiungere. Abbiamo lavorato seriamente con la giusta cattiveria sportiva e siamo riusciti ad arrivare alla medaglia. Ci siamo preparati senza aspettative, solo cercando di dare il massimo. Tutti assieme, atleti, collaboratori, tecnici abbiamo dato tutto quello che potevamo dare. Abbiamo fatto quasi l’impossibile per le condizioni in cui eravamo”. Non potevamo non chiedere allo storico timoniere quali sono state le emozioni nel tornare in barca dopo tanti anni e lui ci ha risposto così: “Nel momento in cui sono tornato in acqua ho sentito la mente riaprirsi, subito sono tornato ad essere quello che ero prima. Mi sono sentito come se non avessi mai smesso l’attività sportiva. Come se l’ultima competizione l’avessi disputata il giorno prima. Dopo la gara il primo sguardo l’ho scambiato con Peppe Abbagnale. C’era molta emozione perché ci siamo trovati in due condizioni diverse, io come timoniere e lui come Presidente. Ci siamo congratulati guardandoci”. E il feeling? “Il Feeling è una cosa che non può mai mancare tra noi”.