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Canottieri Ponte Mollo: sodalizio di valori

giovedì 26 Settembre 2013

Canottieri Ponte Mollo: sodalizio di valori

ROMA, 26 settembre 2013 – A Roma è nata dal nulla da pochi mesi una nuova realtà remiera con grandi prospettive, il Canottieri Ponte Mollo. Il nome dato all’associazione potrebbe inevitabilmente far sorridere se non si conoscesse Roma e la sua storia, ma questo nome appartiene storicamente al più antico ponte non d’Italia, ma del mondo, collegante due sponde opposte, seppur ristrutturato ancora integro e funzionante: Ponte Milvio. Fondatore di questa realtà è il “nostro” canottiere per alcuni versi unico, poiché dimostra sempre di avere sette vite, Stefano D’Elia, classe 1964.

Come è nata questa idea, del resto erano tanti anni che guidavi il canottaggio al Tirrenia Todaro?

E’ vero al Tirrenia Todaro sono stato tanti anni, ben 25, e mi ero costruito quasi un ruolo di “guida remiera” poiché circa la metà li ho passati nel Consiglio Direttivo quasi sempre con l’incarico di Direttore Sportivo, e addirittura per il mio impegno venni nominato Socio Fondatore. Purtroppo non c’erano più i presupposti per far si che il mio lavoro per il Circolo continuasse ad essere un valore aggiunto, e così ho deciso di trasferire le mie motivazioni, la mia esperienza e la mia passione per questo nostro meraviglioso sport in un contesto che credesse in me e nelle mie capacità. L’Aeronautica Militare, ma soprattutto Vincenzo Apuzzo ha apprezzato la mia dedizione e perseveranza, e mi ha dato la chance della vita in un posto che non conosceva il canottaggio: mi ha accolto a braccia aperte e non ha esitato nemmeno un minuto, neanche dopo la devastante, per noi, piena del Tevere. È nato cosi a gennaio di quest’anno il Canottieri Ponte Mollo e ad aprile abbiamo aperto le iscrizioni. Il nostro sito web è letteralmente esploso e in 7 mesi con 4500 accessi e 15.000 pagine visitate è diventato il giusto riconoscimento a quanto è stato fatto“.

Qual è lo spirito che ci anima e come va con le adesioni all’Associazione? Ritieni che Ponte Mollo sia unico nel suo genere?
E’ evidente che il target a cui ci rivolgiamo non è quello del tessuto dei Circoli Storici, a noi interessano solo i Canottieri e solo quelli. Inoltre scimmiottare il blasone di sodalizi che hanno 100 anni di storia sarebbe irrispettoso e fuori luogo, noi abbiamo superato da poco i 100 giorni! Inseguiamo un modello tutto nostro dove canottieri, allegria, amicizia e vita di spogliatoio sono supportati da una valida organizzazione, programmazione e competenza. Attualmente abbiamo 26 soci, tra cui anche l’allenatore Edoardo Rocchi, e il neo campione del mondo under 23 Massimiliano Rocchi, ragazzi che in passato da DS ho avuto come atleti. Inevitabile che tra loro ci siano persone a cui devo molto per quello che si è generato qui da noi, e su tutti Valentina Minelli, tra l’altro membro della Commissione d’Appello Federale e Alessandro Mannucci, compagno di tante battaglie remiere del passato, e il successo di Ponte Mollo è anche merito loro. Edoardo Rocchi poi, rappresenta per noi un fiore all’occhiello, non tanto per le sue qualità di allenatore e istruttore, che a 26 anni deve ancora dimostrare appieno, ma per le sue doti morali e l’amore a prima vista che ci ha dimostrato, sottoscrivendo prima del suo incarico tecnico, l’adesione come Socio, e questo lo farà parte in causa nella gestione delle spese che saremo chiamati ad affrontare, era quello che serviva a PonteMollo: ecco un grazie va anche a lui. Se siamo unici nel nostro genere? Direi che non siamo uguali a nessuna altra realtà remiera romana per come siamo ora, probabilmente lo spirito con cui siamo nati è lo stesso che misero in campo anche i fondatori degli altri Circoli, ma poi le cose cambiano, e speriamo che per noi non accada“.

E i tuoi obiettivi a Ponte Mollo quali sono?
Primo: continuare a crescere per numero di soci e iscritti ai corsi di apprendimento per aumentare il parco imbarcazioni, dopo di che raggiunta la soglia accettabile di frequentatori delle strutture, saremo costretti a chiudere le porte per evitare che il sovrannumero possa generare l’insoddisfazione degli iscritti e l’involuzione del progetto”.
Secondo: avviare a questo sport il maggior numero di ragazzi e adulti, senza limitazioni, riuscendo a trovare per ogni richiesta una soluzione soddisfacente
Terzo: creare una sezione agonistica giovanile che possa ben rappresentare i nostri colori
Quarto: portare sui campi di gara un gruppo master che possa competere in ogni specialità con ottimi risultati
“.

E’ noto che questa estate il nostro Circolo è stato ammesso dai 5 Circoli Storici alla Coppa Tevere, quanto è importante questa novità per noi?
Siamo cosi “giovani” che tutto quello che ci si rivela davanti è una novità. La Coppa Tevere a Roma equivale ad un Palio remiero tra contrade o a una sfida secolare tra i borghi d’Italia, dove l’appartenenza si scatena e vale più di ogni cosa: un mix tra folklore, spettacolo e sport. I Circoli Romani si confrontano con l’otto su una distanza breve, con il meglio che hanno a disposizione tra i loro associati, e a volte può valere una stagione. Personalmente da capovoga al Tirrenia Todaro ne ho vinte 4 e comunque tutte le mie tredici partecipazioni sono state coronate sempre con il raggiungimento della finalissima per il 1° e 2° posto, cosa che probabilmente è riuscita a pochissimi. La nostra formazione ha una età media molto alta, ma venderà cara la pelle, per mettere in discussione uno dei posti disponibili per le finali, che sulla carta sembrano in modo scontato destinati a Aniene, Lazio, Tevere Remo e Tirrenia Todaro. Per questo rituffarmi in una nuova Coppa Tevere con un’altra bandiera è fatto molto intrigante, e spero che i malanni alla schiena, che purtroppo son tornati mi lascino disputare questa classica. Approfitterei per ringraziare la dottoressa Sabrina Centaro e la sua equipe di fisioterapisti di Sportkinetic, che stanno facendo i miracoli per farmi tornare a capovoga della nostra ammiraglia per il 6 ottobre, una data che sul nostro calendario è evidenziata in grassetto“.

Ponte Mollo a parte, dopo aver conquistato lo scorso anno la Classifica Master Nazionale, sei tornato dai Mondiali di Varese con un oro e un argento.
Chi mi conosce da vicino sa che questo risultato vale cinque volte tanto, frutto della caparbietà che mi appartiene: dopo aver trascorso tre mesi d’inferno per una ernia del disco che non mi permetteva più di avere una vita normale oltre che da sportivo, il 28 marzo scorso mi sono operato e da li è partita una rincorsa al recupero oculata, dove il mio amico di sempre Alessandro Mannucci, ottimo terapista della riabilitazione, è stato determinante. Il 20 luglio ho deciso di dare l’ok ai miei compagni di quattro di coppia (Sabino e Augusto di Monopoli, oltre ad Alessandro) ed è partita la corsa contro il tempo per preparare al meglio i Mondiali, azzardando anche l’iscrizione nel singolo. Risultato: oro da capovoga nel quattro di coppia cinquantenne con un primo 500 strepitoso a 1’33” tutto sopra i 40 colpi che ha distrutto gli avversari e argento nel singolo, dietro all’inarrivabile tedesco Olaf Klein, imbattuto nella specialità a livello internazionale non so da quanti anni“.

Allora in bocca al lupo per la Coppa Tevere e il futuro che ci attende.

Addetto Stampa
Canottieri Ponte Mollo A.S.D.