News

Luca Lunghi, l’Ingegnere in… “riserva”

martedì 27 Agosto 2013

Luca Lunghi, l’Ingegnere in… “riserva”

CHUNGJU, 27 agosto 2013 – Forse pochi conoscono il passato di Luca Lunghi, il cognome gli si addice perché è un uomo di 197 per 95 chili di muscoli, ma è un atleta con un passato da canottiere davvero brillante. Luca nasce a Ferrara nel febbraio del 1975 e, appena tredicenne, inizia a fare canottaggio con il Cus Ferrara. Era il 1988 e, dopo aver frequentato per due anni di College di Piediluco (1991/1992 e 1992/1993), sotto la responsabilità di Dario Naccari, attuale Capo Settore Para-Rowing, entra a far parte della nazionale junior e partecipa ai mondiali 1992 in otto (5°) e 1993 come riserva. Da under 23 partecipa a tre Coppe delle Nazioni, l’attuale mondiale Under 23: nel 1994 nell’otto (5°) nel 1995 in quattro con (4°) e nel 1996 ancora in otto (5°). Dal 1996 di Luca Lunghi nel mondo del canottaggio non si parlerà più perché al termine della stagione, a ventuno anni, decide di terminare l’Università e si laurea in Ingegneria dei Materiali.

Nel 2000 entra da operaio presso una multinazionale nello Sviluppo Applicazioni e Assistenza Tecnica per l’azienda che produce materie plastiche. Luca, appena laureato, vince il concorso interno all’azienda in cui era assunto come operaio e ne diventa dirigente. Attualmente la sua azienda italiana lo ha inviato a Seoul, dove è arrivato il 1° agosto e vi rimarrà fino al 31 gennaio 2014, a seguito di una Joint venture con un’azienda coreana che lavora nel campo delle materie plastiche.

Mi trovo bene qui in Corea anche perché mi sono integrato subito e l’unica cosa alla quale mi sto abituando con gradualità è il cibo. Sto molto attento a cosa mangio. Per il lavoro, invece, ho colto questa proposta in Corea come un’opportunità per un accrescimento sia tecnico e sia culturale e sono felice di aver accettato – ci dice Luca che qui a Chungju ricopre anche il ruolo di riserva del quattro con LTA che domani disputerà la finale. A proposito del ruolo di riserva azzurra afferma che – Se sono qua è perché ho incontrato Dario a Ferrara, il quale mi conosceva bene, e quindi mi ha fatto la proposta di provare a fare l’atleta Para-Rowing (Luca è atleta para-rowing LTA per un problema al braccio avuto dalla nascita) partecipando al primo raduno a Milano e li sono stato selezionato come riserva. Visto che ero già qui in Corea il lavoro non ne ha risentito e mi sto veramente divertendo perché è una bella squadra motivata e coesa”.

Insomma, un uomo che, dopo 17 anni, rientra a pieno ritmo nel mondo del canottaggio, anche se sottolinea che: “Nel 1996 ho smesso l’attività agonistica mentre ho ricoperto, durante l’Università, anche il ruolo di tecnico e di dirigente. Nel 2003, dopo la scomparsa di Alberto Lupo, per un anno ho retto le sorti della Canottieri Ravenna allenando la prima squadra e tra questi il campione del mondo Marcello Miani“.

Luca si laurea nel 2004 con una tesi realizzata in collaborazione con il Cantiere Filippi dal titolo: Caratterizzazione di materiali compositi utilizzati nella costruzione di barche olimpiche da canottaggio. “Posso dire che nella costruzione di queste barche su cui gareggiano tutti, e quindi anche io, c’è anche il mio contributo – afferma Luca, che continua dicendo che – studiare questi materiali è, di fatto, la mia professione”.

Fin qui la vita di Luca, ora però gli chiediamo come si è allenato per la preparazione mondiale: “Nella prima settimana che ero qui mi sono allenato in palestra alternando la corsa e seguendo il programma di allenamento che Dario sviluppava con la squadra in Italia. Nelle ultime due settimane sono riuscito ad avere un remoergometro a casa e quindi mi sono allenato sull’attrezzo poiché a Seoul non esistono società di canottaggio. Ora ho iniziato a remare nuovamente e mi sono appassionato a questo Progetto Azzurro Para-Rowing e, quindi, dal prossimo anno il mio impegno sarà maggiore per entrare nella squadra che deve qualificare le barche per le Paralimpiadi di Rio 2016. Mi piacciono le sfide e, con Dario, ho intenzione di lavorare proprio per raggiungere il più alto obiettivo possibile”.