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Sara Bertolasi: il canottaggio a trecentosessanta gradi

martedì 13 Agosto 2013

Sara Bertolasi: il canottaggio a trecentosessanta gradi

ROMA, 13 agosto 2013 – Le donne possono essere una risorsa straordinaria per il canottaggio, sia dal punto di vista atletico che sotto il profilo dirigenziale. Sara Bertolasi è la testimonianza vivente di quanto stiamo affermando. Da atleta infatti, assieme alla compagna di barca Claudia Wurzel, ha centrato lo storico risultato della qualificazione in due senza ai Giochi Olimpici di Londra. Come consigliere, ruolo che riveste dalle scorse elezioni, sta portando avanti progetti nevralgici nel percorso di rilancio del canottaggio italiano. “Prima di tutto voglio sottolineare che quest’esperienza da Consigliere Federale mi sta dando l’opportunità di cimentarmi come dirigente nell’ambito di quello sport che amo tanto e che è stata la mia vita negli ultimi anni. In cambio sto ricevendo a tutti gli effetti una vera e propria formazione professionale”.
 
Sara ha recentemente conseguito una Laurea in Scienze della Comunicazione: “Quest’impegno vale più di qualsiasi lezione fatta all’Università. Mi consente di vivere sul campo le problematiche concrete, posso raffrontarmi con i meccanismi intrinseci che sottostanno al mondo del lavoro. Essendo Consigliere in quota atleti posso mettermi a disposizione e dar voce a coloro che di fatto rappresentano la colonna portante della Federazione, gli atleti”.
 
E proprio in relazione al suo ruolo di rappresentante degli atleti, abbiamo voluto chiedere alla Bertolasi qual è il clima che si respira in questo momento tra le fila azzurre: “Sono stata a Lucerna in occasione della terza prova di Coppa del Mondo e ho visto il gruppo molto motivato. C’è soddisfazione rispetto all’operato del nuovo direttivo tecnico. Diciamo che ora la mole di lavoro è molto maggiore rispetto al passato, però è chiaro che l’atleta si impegna volentieri nel momento in cui sa che il suo impegno si contestualizza in un progetto ben strutturato. Per contro ho sentito qualcuno che magari, essendo impegnato ad esempio negli studi o in altri percorsi, fa un po’ di fatica. In generale comunque il clima è positivo”.
 
Purtroppo è cosa risaputa: il canottaggio difficilmente offre prospettive per un futuro professionale, per questo la maggior parte degli atleti del remo devono dividere le forze tra la preparazione atletica e la loro formazione lavorativa: “Con particolare riferimento al canottaggio femminile, gran parte degli atleti non è impegnata nei Corpi dello Stato. C’è quindi la necessità della costruzione di un percorso parallelo. Molti studiano all’Università ed è normale che lo studio possa risentire del tempo che viene dedicato all’allenamento. Personalmente però ritengo che una persona che decida di conciliare studio e allenamento sia chiamata ad affrontare un percorso di crescita non indifferente e, benché oggi possa patire ritmi estenuanti, tra qualche anno avrà di certo una marcia in più”.
 
Come Consigliere Federale, Sara Bertolasi oggi è impegnata nel progetto del College dei Laghi, un’interessante prospettiva a favore di chi rema e studia: “L’idea è partita da una telefonata di Giovanni Calabrese e, nel contempo, dal college dell’Insubria, l’Università che ho frequentato. Viste le favorevoli condizioni per la realizzazione del progetto, dallo scorso inverno ci siamo adoperati per concretizzarlo. Il College sarebbe più per le donne che per gli uomini, almeno per ora. Se le cose si evolveranno nella maniera migliore, le cose potrebbero anche cambiare, ma – precisa la Bertolasi – questa struttura non deve essere considerata, nella maniera più assoluta, come in concorrenza con il College Pavia, ma come un’opportunità aggiuntiva per quegli atleti che volessero portare avanti sia lo sport che l’Università”.