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Massimo Casula: dare tutto in gara è la vittoria più grande

domenica 4 Agosto 2013

Massimo Casula: dare tutto in gara è la vittoria più grande

ROMA, 04 agosto 2013 – L’impegno profuso dalle atlete junior del canottaggio rosa è stato apprezzabile, su questo concorda tutto il settore tecnico. Alla crescente tensione per l’avvicinarsi degli importanti confronti, si è contrapposta la serenità per aver dato tutto in allenamento: “Abbiamo concluso il raduno e il bilancio è positivo – incomincia Massimo Casula, coadiutore del settore femminile – il gruppo è pronto per affrontare l’impegno mondiale”. Come si sono trovate le atlete con il nuovo metodo? “L’approccio iniziale è stato abbastanza traumatico. Dal canto nostro comunque avevamo preventivato qualche difficoltà in avvio. Progressivamente le cose sono migliorate, fino a raggiungere un livello soddisfacente”.

Come riuscite a motivare le atlete a fronte del duro allenamento? “Da questo punto di vista siamo fortunati perché la motivazione alla base è forte. Del resto chi arriva qua è già orientata verso una preparazione importante. Quindi, per quello che ci riguarda, siamo chiamati soltanto a dover offrire degli stimoli suppletivi. In altre parole, lavoriamo su atlete già buone in partenza e valide per il livello motivazionale e, questo, grazie al lavoro svolto nelle rispettive Società. Da parte nostra, ci impegniamo a rimarcare che c’è un progetto ambizioso e che per arrivare in alto bisogna dare fondo a tutte le proprie risorse, senza risparmiarsi”.

In questo senso risulta determinante l’interazione tra voi tecnici e le atlete: “Certo. Io da quest’anno faccio il coadiutore del settore femminile e lavoro con atlete di tutte le età. L’approccio, per forza di cose, deve differenziarsi profondamente. Con le Junior, oltre ad essere un tecnico, necessariamente bisogna essere una figura di riferimento. È chiaro che ragazzine di quindici, sedici anni, lontane da casa e dagli affetti, hanno bisogno di un sostegno psicologico, oltre che dello stimolo per sostenere tutto il raduno. Mentre con le under 23 e le senior l’approccio è differente perché molte sono abituate a questi ritmi, quindi l’interazione può risolversi in un binomio tecnico-atleta”.

Un ruolo sicuramente molto delicato è quello della gestione delle dinamiche in-group. Come le gestite? “L’interesse prioritario è per la squadra. Noi lavoriamo e dialoghiamo con tutte le ragazze, cercando di far capire loro che è importantissimo che l’equipaggio sia unito, ma è altrettanto importante che l’equipaggio, nel suo insieme, si senta parte di qualcosa di più grande, appunto la squadra. Vogliamo che si comprenda che i risultati li ottiene non il singolo, neppure la barca, ma la squadra. Il risultato di uno è il risultato di tutti. È determinante che l’atleta sia accompagnato ad acquisire questa prospettiva e che quindi il suo lavoro sia finalizzato a supportare tutto l’organico. Per le ragazze che stanno iniziando il loro percorso nazionale ora, soprattutto le più giovani, non è sempre semplice da far passare questa concezione. E qui torna quello che dicevamo prima, ossia supportarle in maniera più accorta”.

Cosa si aspetta da questo impegno mondiale? “Quello che posso dire è che conosco tutti gli equipaggi che disputeranno questo mondiale. Io credo che il livello del settore femminile, a livello internazionale, stia crescendo molto. L’unica cosa che vorrei, al di là del risultato, è che tutte le ragazze possano dire, alla fine della competizione, di aver dato il massimo”.