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Agostino Abbagnale: atleti, tecnici ed esseri umani

domenica 4 Agosto 2013

Agostino Abbagnale: atleti, tecnici ed esseri umani

ROMA, 04 agosto 2013 – È stata, ed è tuttora, una figura emblematica del canottaggio italiano. Si è fatto apprezzare in tutto il mondo come atleta e forse ancora di più come uomo. È lo storico atleta azzurro Agostino Abbagnale, oggi impegnato a pieno regime nell’organigramma tecnico voluto dal fratello maggiore: il Presidente Giuseppe Abbagnale. Agostino, infatti, è Coadiutore del settore Junior e Responsabile del College Remiero di Piediluco. E proprio dal College abbiamo voluto incominciare, chiedendogli un bilancio dell’esperienza di quest’anno: “Il College quest’anno ha ospitato 5 ragazzi. Nella Squadra Nazionale Junior si è inserito un solo ragazzo, Jacopo Mancini, impegnato nel quattro con; gli altri, non avendo superato la selezione, stanno disputando la Coupe de la Jeunesse, in due senza. Altri due ragazzi, provenienti dal College, Luca Rambaldi e Stefano Oppo, si sono stabiliti nella squadra senior, il primo negli assoluti, l’altro nei pesi leggeri. Ambedue stanno ottenendo ottimi risultati nonostante la giovane età. Quindi nel complesso penso si possa parlare di un’esperienza positiva”.

Facciamo ora un punto sul settore Junior: “Globalmente mi sembra sia una buona squadra, parecchio motivata. Molti atleti sono al primo anno, ma sembra si stiano ambientando molto bene. Soprattutto l’intesa tra tecnici e ragazzi mi pare buona, si è creato un buon rapporto. Il caposettore Colamonici è una persona molto carismatica e dalle prime battute, quando probabilmente i ragazzi erano un po’ intimoriti, è riuscito a dar loro la fiducia necessaria per poter lavorare bene. Ora mi sembra che la squadra sia unita e ci sia un feedback continuo tra atleti e allenatori”.

Chiaramente voi curate tantissimo l’aspetto tecnico ma appare evidente che diate anche molta importanza all’aspetto umano: “Senza dubbio. Per i ragazzi, infatti, sono necessarie delle figure di riferimento. Soprattutto nei momenti difficili, quando la lucidità può venir meno a causa di un allenamento andato non benissimo, o di una barca che può avere manifestato dei problemi. È allora che serve qualcuno in grado di trasmettere sicurezza e tranquillità, che sappia ascoltare e consigliare quando c’è smarrimento. In questo senso la mia esperienza mi permette di comprendere le difficoltà che un atleta può incontrare perché il primo ad averle vissute sono stato io e da questo punto di vista credo di potermi avvalere di un buon approccio”.

Tu hai avuto una storia importante a livello atletico. Ti sei distinto per i titoli conquistati ed hai contribuito a fare la storia del canottaggio. Durante la tua carriera però sei stato molto apprezzato anche come uomo. Ecco, se dovessi trasmettere qualcosa ai tuoi ragazzi, cosa vorresti che di te gli arrivasse? “Innanzitutto credo che il mio percorso sia stato costruito nel tempo con un duro lavoro. Mi sono sempre messo in discussione e non mi sono mai sentito arrivato. Ogni anno per me era un nuovo inizio. L’esperienza che si acquisisce sul campo insegna che se ci si mette sul piedistallo, nel momento in cui si cade, ci si fa male. E tanto più si è saliti in alto, tanto più la caduta è rovinosa. Io questo voglio trasmettere ai ragazzi, l’importanza di restare coi piedi per terra e lavorare con umiltà”.

Nelle immagini: Agostino Abbagnale; la Squadra Nazionale Junior maschile