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Il remo azzurro non decolla nemmeno a Montreal 1976

martedì 12 Giugno 2012

Il remo azzurro non decolla nemmeno a Montreal 1976

ROMA, 12 giugno 2012 E’ la prima Olimpiade trasmessa a colori dalla RAI. Montreal 1976 è l’Olimpiade dei 10 della ginnasta Nadia Comaneci e risente della mancata partecipazione dei paesi africani per protesta contro l’Apartheid. In questa rievocazione, Enrico Tonali si sofferma in particolare sul confronto canoa-canottaggio.

Nei primi mesi 1976 il vento olimpico soffia sempre più forte, così come più netto è il distacco, in Italia, fra remo e pagaia. Quest’ultima sta godendo per altro dell’avvento di un personaggio carismatico, Oreste Perri, pluricampione del mondo e leader della canoa azzurra. In una sua conferenza stampa organizzata a Milano partecipano giornalisti che poi lasceranno il segno nella storia mediatica di fine Novecento: Carlo Gobbi (La Gazzetta dello Sport), Remo Musumeci (L’Unità), Cesare Pesenti (Corriere della Sera), Bruno Pizzul (RAI Tv), Nino De Luca (RAI Telesport), Giulio Signori (Il Giorno), Aldo Foà (Avvenire), Roberto Bortoluzzi (RAI Gazzettino Padano) e Giampiero Ginepro (Tuttosport).
In primavera arriva – invitata dal presidente Paolo d’Aloja a trascorrere un periodo di allenamento in quota sulle montagne della Sila – una delle più forti flotte a remi del mondo, quella dell’Unione Sovietica. I canottieri d’oltre Cortina, dopo aver trascorso due settimane sul Lago Arvo, hanno in programma un doppio incontro agonistico con i probabili olimpici italiani a Sabaudia. Il confronto dovrebbe evidenziare pregi e difetti degli azzurri sulla via che porta ai Giochi di Montreal; soprattutto la preparazione del nuovo 2 con che vede alle spalle di Primo Baran proprio un vogatore pontino, Annibale Venier.

La stagione ha anche un risvolto tragico, il 6 maggio un terribile terremoto porta lo sconquasso in Friuli. Tra i tanti vigili del fuoco impegnati nei soccorsi c’è pure un famoso canottiere triestino, Ennio Fermo. Innumerevoli volte campione italiano, azzurro agli Europei ed olimpico a Città del Messico 1968 e Monaco 1972, specialista del 2 senza, nato sportivamente nell’indimenticabile gruppo giuliano del Ravalico, Ennio trascorre il suo trentesimo compleanno a sgomberare edifici pericolanti sulla via principale di Tenzone, instancabile angelo con l’elmetto per tante famiglie colpite dal sisma.

Il fine luglio in Canada non porta granchè di nuovo per l’Italia dai Giochi Olimpici di Montreal, che fanno registrare il pienone di pubblico sulle tribune del Notre Dame, con un picco di quasi 19 mila spettatori, miglior sport dopo atletica, calcio, equitazione. L’unica barca ad entrare in finale è il 2 con – il quale, pilotato da Franco Venturini, arriva quinto – mentre si arenano 4 con, doppio, singolo e 4 senza. Anche Perri, quarto in K1, fallisce il podio per nemmeno 2”.

Nella foto: Il bacino olimpico Notre Dame di Montreal 1976