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A tu per tu con Claudia e Sara

martedì 10 Aprile 2012

A tu per tu con Claudia e Sara

ROMA, 10 aprile 2012 – Conosciamo Claudia Wurzel e Sara Bertolasi, le due azzurre della Canottieri Lario entrate nella storia ai Mondiali di Bled dopo aver qualificato il due senza ai Giochi Olimpici di Londra 2012. Studiare e remare all’estero: l’esperienza di Claudia a San Francisco. L’avvio nello sport agonistico con il ciclismo: la storia di Sara. Il comune impegno profuso per la realizzazione di un sogno, sotto la guida del CT Josy Verdonkschot e del loro bravo allenatore Stefano Fraquelli. In questa lunga intervista, ecco Claudia Wurzel e Sara Bertolasi.

Ricordi, in assoluto, il primo contatto con il canottaggio? Quando e come è avvenuto?
CW: “Era il 2000, c’era l’Open day alla Canottieri Lario. Mi hanno notata, impressionati probabilmente dalla mia altezza, e così mi hanno subito messa in vasca a provare”.
SB: “E’ avvenuto nel settembre del 2006 alla fine della mia carriera ciclistica. Mi recai in Canottieri Varese per chiedere alcune informazioni sui corsi di canottaggio e, qualche giorno dopo, iniziai con le prime palate titubanti in singolo”.

Quest’episodio ti ha spinto a provare questo sport oppure la scelta di iniziare a remare è avvenuta a seguito di altri motivi?
CW: “Non poteva esser diversamente. Abitavo a due passi dalla Canottieri Lario e andavo molto d’accordo con le ragazze e i ragazzi della mia età. Da subito si è creato un bel gruppo”.
SB: “Dopo aver deciso di appendere la bici al chiodo, mi sarebbe piaciuto continuare a praticare uno sport a livello agonistico. Ho scelto di iniziare a remare perché pensavo che il mio fisico fosse più adatto rispetto al ciclismo ed avevo già delle gambe forti che avrei potuto sfruttare”.

Sara, Canottieri Varese e Canottieri Lario: in che modo hanno influito sulla tua crescita da atleta?
“La Canottieri Varese è stata la società che mi ha insegnato l’ABC del remo portandomi fino alla partecipazione ad alcuni Campionati del Mondo. La Canottieri Lario mi ha permesso di continuare il percorso iniziato a Varese il quale è culminato con la qualificazione olimpica”.

Claudia, cosa ha significato, per te, studiare e remare all’estero?
“Molto. Quando arrivi là non sei nessuno, la tecnica e le barche sono diverse e devi imparare a cavartela”.

E quali differenze ci sono tra le culture italiana e statunitense?
“Negli Stati Uniti lo spirito di squadra ed il comportamento hanno un grosso valore, a volte contano più del risultato”.

Sara, il ciclismo ed il canottaggio: perché una donna sceglie sport così faticosi?
“Nel mio caso li ho scelti perché la fatica fisica mi piace e mi appaga. Sono entrambi due sport individuali anche se sia il ciclismo che il canottaggio possono essere definiti degli sport di squadra. In realtà penso che sia in bicicletta che sull’armo si è soli”.

I tuoi risultati. Quale ti ha dato maggior gioia e perché?
SB: “Il settimo posto al Mondiale di Bled. Non solo perché è significato la qualificazione per le Olimpiadi di Londra 2012 ma anche perché è stato il frutto di un lavoro costruito mattone su mattone, giorno dopo giorno. Quando un successo arriva grazie alla perseveranza ed alla dedizione, la gioia e la soddisfazione che si provano sono maggiori”.
CW: “Vincere la piccola finale a Bled e sapere di aver qualificato il due senza. Non mi sembrava vero”.

Quale,invece, quello più’ deludente?
SB: “Sono rimasta scottata da una gara in singolo al primo meeting del 2010. Mi ero allenata tutto l’inverno con l’intenzione di mettermi in luce proprio alla prima gara nazionale ed invece mi ritrovai con un pessimo stato di forma ed una prestazione altrettanto deludente”.
CW: “Da Junior, nel 2004: dopo un estate intera in raduno a Piediluco non siamo riuscite ad ottenere un buon risultato a Banyoles”.

Quale, invece, quello arrivato con maggiore sorpresa?
SB: “Il secondo posto, poco dietro a Laura Schiavone, al secondo meeting di Varese nel 2010. Risultato inaspettato perché, ricollegandomi alla domanda di prima, arrivò dopo la prova sconfortante al meeting del mese precedente”.
CW: “La medaglia d’argento ai National Collegiate Championships contro le squadre più forti degli USA”.

Torniamo a Bled: la vostra storica qualificazione è frutto più dell’allenamento o della testa o di tutte e due le cose assieme?
SB: “Sicuramente entrambe le cose. L’allenamento è stato fondamentale per essere preparate ad affrontare quattro gare massimali nel giro di pochi giorni e per affinare la tecnica. La testa è stata necessaria sia in gara per mantenere lucidità nei momenti di maggiore tensione, sia in allenamento per mantenere sempre alta la concentrazione. E poi è nella testa che nasce e si mantiene la voglia di vincere.
CW: “Tutte due perche in gara eravamo lucide e riuscivamo ad esprimerci al massimo fisicamente e tecnicamente. Tutto questo sicuramente grazie alla concentrazione e la disciplina esercitata durante i raduni”.

Quali allenatori sono stati importanti per te? Cosa ti hanno insegnato?
SB: “A livello di club è stato fondamentale Renato Gaeta. Lui mi ha portato dall’essere un’atleta mediocre ad un’atleta di livello internazionale e mi ha fatto capire che il duro lavoro è sempre necessario se si vuole arrivare in alto. Un altro allenatore societario importante è Stefano Fraquelli che mi ha insegnato che non si deve sempre “esagerare” con gli allenamenti ma che, invece, è importante ascoltare il proprio corpo e farlo riposare quando necessario. Con Josy Verdonkschot ho compreso l’importanza della progettualità a lungo termine e l’attenzione ai dettagli”.
CW: “Josy e Stefano Fraquelli sono stati due riferimenti fondamentali durante la preparazione. Per me era importante avere vicino tutti e due. Stefano mi conosce da anni e sa come gestirmi in certe situazioni e Josy, tra i tanti passi in cui ci ha accompagnato, è riuscito a farci credere in noi stesse, farci stare tranquille e pronte quando c’era da essere pronte”.

Ti piace viaggiare? Qual è la più bella città visitata grazie al canottaggio?
SB: “Mi piace viaggiare perché adoro scoprire nuovi punti di vista e le diverse tradizioni sociali e culinarie. La città più bella visitata grazie al canottaggio è Lucerna”.
CW: “San Francisco è tra le città grandi e belle, ma penso che chi fa canottaggio ha la fortuna di vedere spessissimo posti più nascosti ma con dei paesaggi quasi fiabeschi”.

Il posto più bello in cui hai remato?
SB: “Il lago di Bled: ambiente suggestivo e rilassante”.
CW: “
Sul mare in Svezia, quando mi appoggiavo alla società di Malmoe per le vacanze d’estate
“.

Hai notizie su come sarà Londra durante le Olimpiadi? Come la immagini?
SB: “Mi immagino una città in fermento con moltissime persone ed ovunque simboli che richiamano i Giochi Olimpici. Vorrei immaginarmi la cerimonia di apertura ma non credo di poterlo fare…”.
CW: ” Non lo so, sono curiosa ma voglio vederlo con gli occhi miei..”.

La tua partner. Il suo pregio ed il suo difetto più grandi?
SB: “Un pregio di Claudia è quello di riuscire, in gara, ad “isolarsi” e quindi non lasciarsi influenzare dall’ambiente esterno. Un difetto è quello di lamentarsi se le faccio sfiorare le boe con il remo: in realtà mantengo dalla mia parte solo un’adeguata distanza di sicurezza…”.
CW: “Lavoro molto bene con Sara perche e’ affidabile, seria e ha voglia di fare. Il difetto? E’ molto affezionata alle boe, in particolare a quelle di sinistra”.

Ed il pregio e difetto che ti riconosci?
SB: “Un mio pregio è la volontà, un mio difetto è l’essere irascibile, anche se riesco a controllarmi”.
CW: ” In barca riesco a stare concentrata e difficilmente mi faccio distrarre. Fuori, invece, sono spesso sbadata e mi distraggo facilmente”.

Claudia, avere un fratello ed una sorella che condividono la tua stessa passione. Cosa significa?
SB: “E’ bello perche il canottaggio ci lega molto e anche se siamo tutti 3 molto diversi abbiamo la tenacia e la passione per lo sport in comune“.

Sara, se ti chiedo di indicarmi una donna italiana protagonista nella vita (sociale, politica, sportiva…) chi scegli e perché?
“Mi viene subito in mente Rita Levi Montalcini: una donna intelligente, profonda, lungimirante e, al tempo stesso, umile”.

Ed una vogatrice internazionale?
SB: “Susan Francia, atleta della Nazionale statunitense con alle spalle una medaglia d’oro alle Olimpiadi di Pechino e altre 4 ai mondiali assoluti”.
CW: ” Anche se non remo di coppia, ammiro la naturalezza con cui si muovono le ragazze PL greche”.

Quale canzone scegli per inquadrare la tua vita?
SB: “I want it all” dei Queen”.

CW: “Segnalo la musica di Ludovico Einaudi”

Quale film?
SB: “Top Gun” di Tony Scott”.
CW: “Me ne piacciono molti, faccio fatica a scegliere”.

Meglio invitarti o esser invitati da te a cena?
SB: “Meglio cenare fuori, anche se da quando vivo da sola a Como ho iniziato a cucinare qualche piatto, ma nulla di complicato”.
CW: “Con i primi ed i dolci me la cavo abbastanza, con i secondi proprio no”.


Se non fossi diventata una vogatrice di vertice, in quale altro sport saresti riuscita?

SB: “Magari avrei provato con il pattinaggio di velocità”.
CW: “Li avrei provati un po’ tutti”.


Quale professione vorresti intraprendere una volta appesi i remi al chiodo?

SB: “Non lo so ancora, penso che inizierò con il primo lavoro che mi verrà offerto o che troverò e poi deciderò se cambiare o continuare”.
CW: “Vorrei lavorare in un ambiente multiculturale per applicare esperienze acquisite oltreoceano e le mie capacità linguistiche”.

Per una medaglia alle Olimpiadi saresti disposta a…
SB: “Qualsiasi cosa, basta che rientri nella legalità”.
CW: “Non mi sono ancora posta il problema…”.