Avvisi / News

A tu per tu con Elia e Lorenzo

martedì 21 Febbraio 2012

A tu per tu con Elia e Lorenzo

ROMA, 22 febbraio 2012 Elia Luini (Can. Aniene) e Lorenzo Bertini (Fiamme Oro) si raccontano. Chiacchierata a 360 gradi con il nostro doppio pesi leggeri in preparazione per i Giochi Olimpici di Londra 2012 dopo aver raggiunto la qualificazione a Bled (Slovenia) con il terzo posto finale, dopo la vittoria conseguita agli Europei di Plodviv (Bulgaria). In questa intervista, Elia e Lorenzo ripercorrono i momenti più belli e sorprendenti della loro carriera, spaziano dal canottaggio ai viaggi, dai personaggi che ne hanno segnato la crescita agonistica alle canzoni, ai film, all’amore ed ai propri hobby. Con ben chiaro in testa l’obiettivo stagionale: Londra 2012 (MC)

Ricordi, in assoluto, il primo contatto con il canottaggio? Quando e come e’ avvenuto?
Lorenzo Bertini: “La prima volta fu quando seguii mio fratello ai suoi allenamenti nell’allora Canottieri Pontedera che consisteva in una baracca di lamiera fredda e buio con un lumicino a gas ma con un ambiente, grazie all’allenatore Sergio Marrucci ed a chi allora gestiva la società, accogliente e sereno”.
Elia Luini: “Settembre 1990, a Gavirate. Praticavo già altri sport, tutti accomunati dal fatto che si interrompevano alla fine della scuola. Il canottaggio era l’unico a proseguire anche durante l’estate, anzi in quel periodo si intensificava con due uscite in barca al giorno…”. 

Quali motivi ti spinsero a conoscere, più a fondo, questa disciplina?
LB: “Il motivo principale fu quello di seguire mio fratello, poi però il contatto con l’Arno la libertà che avevo di giocare ed allenarmi, avventurarmi tra gli argini del fiume. Insomma, puro divertimento…”
EL: “Mettermi subito alla prova in un’attività stimolante ed allo stesso tempo divertente. Andavo alla Canottieri in bicicletta alle prime ore del pomeriggio, già allora era difficile staccarsi della barca…”.

Quali sono i primi personaggi legati al canottaggio che ricordi meglio? 
LB: “Naturalmente l’allenatore,  la mia prima uscita fu proprio in doppio con lui e sarà per questo che, a distanza di tanti anni, il doppio resta la mia barca preferita. Lo è anche perché, dopo esser stato allievo e cadetto, ho proseguito in doppio con il mio migliore amico Luca Frediani”.
EL: “Come allenatore Guerrino Zingaro, poi i compagni più grandi come Frigo e Mascetti”.

Lorenzo, ricordi anche la prima gara? Quando e come andò?
LB: “Ricordo perfettamente che gareggiavo in 7,20, come un altro bambino mentre gli altri si trovavano a bordo di imbarcazioni che oggi non ci sono più: i 5,20.  Arrivai ultimo, mi premiarono come secondo e per me fu come un affronto perchè ero arrivato ultimo e mi davano una medaglia d’argento non meritavo. Ci rimasi talmente male che mi dissi che non sarei più arrivato ultimo. Mantenni il mio proposito…”.

Quando sei a casa dove ti alleni?
LB: “Sempre nella mia vecchia società, la Canottieri Pontedera, che tra l’altro e’ migliorata molto: faccio sentire il mio singolo scorrer sulle acque dell’Arno”.
EL: “Il lago di Varese, un posto stupendo ed un compromesso per tutti. Non è caotico: il bacino è ampio e tranquillo. Acqua ferma, divieto di navigazione, no onde per  i motoscafi: cosa chieder di più?”.

Qual è il posto più bello in cui hai remato?
LB: “Sono tanti i posti bellissimi in cui ho remato, ma ricordo più volentieri quelli dove ho vissuto le emozioni più grandi: il primo mondiale, la medaglia olimpica, la mia “resurrezione” in barca olimpica nel 2010 a Lake Karapiro”.
EL: “Livigno. Praticamente per gli stessi motivi. Puoi remare per quasi otto chilometri, senza mai fermarti. E’ bellissimo: grande tranquillità, ti dimentichi della macchina e tutto è a portata di mano”.
           
Quale il risultato che ti ha dato maggior gioia?
LB: “Vorrei dire la medaglia olimpica, ma non lo è stata perché non mi ha appagato del tutto. l’emozione più forte e’ stata al primo mondiale, la mia prima volta”.
EL: “La medaglia olimpica a Sidney:  ogni tanto, ripenso alla felicità di quel giorno”.


Quale, invece, il momento più’ sofferto?

LB: “Esser riserva alle Olimpiadi di Pechino. La cosa peggiore è rimanere a guardare, soprattutto quando non arrivano medaglie”.
EL: “Il terzo Mondiale vinto in doppio, a Milano: si era rotta la barca il giorno prima, nel Mondiale in casa e tutti gli occhi erano puntati su me e Leonardo. E’ stato più difficile anche perché c’era più pressione”.
 

Quale, invece, arrivato con sorpresa?
LB: “Il bronzo del 2005 in quattro senza a Gifu, come anche l’argento del 2010: non perché non ci credessi ma perche in tanti ci davano per spacciati”.
EL: “Olimpiadi di Sidney. E’ successo tutto così velocemente, non me l’aspettavo proprio. Io ero poco più che ventenne, nel momento in cui Michelangelo Crispi, campione mondiale in carica nel doppio leggero, ha dovuto interrompere l’attività. Era Pasqua 2000, io remavo  di punta da dicembre. Non si trovava soluzione per il nuovo partner di Leonardo Pettinari. Mi è stata concessa una chance, non l’ho sprecata e da lì Vienna e Lucerna in prova e da lì è partito tutto!”.

Elia, l’episodio più strano della tua carriera?
EL: ““L’imprevisto più grande capitò nel 2003 a Milano. Il Mondiale più difficile, con mille aspettative perché in casa… Bene, a tutto questo occorre aggiungere che la sera prima della finale ci scontrammo con il doppio femminile dell’Irlanda che percorreva, allegramente e contromano, il campo di regata. Distruggemmo mezza barca. A dir poco imbestialiti, rientrammo a terra. Il Cantiere Filippi lavorò tutta la notte per rimettercela apposto ed il giorno dopo non mancammo l’appuntamento con la vittoria”.

Quali allenatori sono stati importanti nella tua carriera?
LB: “Tutti: i più ed i meno competenti, ognuno mi ha lasciato qualcosa nel bene e nel male”
EL: “Devo a Guerrino Zingaro  gran parte della mia carriera: grazie a lui ho capito come ci si allena. Ogni allenatore, sia a livello federale che societario, mi ha trasmesso qualcosa. L’allenatore è figura essenziale, ad alti livelli non è più un guardiano ma amico che ti convince e consiglia”.

Il canottaggio ti ha sicuramente permesso di viaggiare: quale il posto più bello in cui sei stato per una regata?
LB: “Viaggiare è affascinante: ogni posto che visiti ti lascia qualcosa dentro mi piace pensare di aver piazzato una bandierina in molti continenti”.
EL: “Sidney. L’Australia mi ha sempre affascinato, Sidney è una città a misura uomo, con tanti punti di attrazione e dove non puoi non trovarti bene perché gli australiani ti fanno subito sentire loro amico”.

Olimpiadi. Dal punto di vista dell’atmosfera, dell’organizzazione, dell’attenzione mediatica e dello spirito olimpico in cosa erano uguali ed in cosa diverse tra loro?
LB: “Non credo che ci  sia molta differenze tra un’Olimpiade e l’altra: anzi, quello che spicca è la fratellanza, la capacità che ha lo spirito olimpico di unire persone e luoghi tanto diversi”.
EL: “Sidney la migliore come organizzazione. Atene non mi è piaciuta per niente, da fuori non percepivamo l’atmosfera e sembrava un qualunque Mondiale. Pechino? Normale”.

Hai notizie su come sarà Londra? Come la immagini?
LB: “Preferisco non pensarci, i miei pensieri sono rivolti alla preparazione ed a come devo arrivare a Londra. Non ho un buon ricordo del campo di gara di Eton, anzi: è stata la prestazione mondiale peggiore di tutta la mia carriera ed è questo un altro motivo per cui devo riscattarmi in Gran Bretagna”.
EL: “Londra sarà una bella Olimpiade, le aspettative sono alte a livello organizzativo. Gli inglesi ce la mettono tutta per far bella figura”.

Quali il pregio ed il difetto più grandi del vostro partner?
LB: “Elia è una forza della natura: se solo il cervello si rendesse conto di cosa c’è sotto…”.
EL: “Pregio:  l’onestà, la dedizione che ci mette nel fare le cose. Difetto: proprio perché è così onesto, rischia di farsi fregare e dovrebbe quindi diventar più furbo”

Ed i tuoi pregi e difetti?
LB: “Unico pregio: la tenacia. Difetti? Chi più ne ha più ne metta…”.
EL: “Non perdo mai di vista l’obiettivo, ce l’ho sempre ben chiaro in testa. Difetto? A volte mi innervosisco troppo…”.

Dammi le componenti e relative percentuali del successo nel canottaggio.
LB: “Allenamento 40% testa 20% tecnica 20% qualita’ fisiologiche 20%”.
EL: “Partendo dal presupposto che ci vuole buona preparazione fisica, la testa è fondamentale. Nei PL, a pari peso, fa spesso la differenza”

Elia, perché sei l’uomo di ghiaccio?
“Analizzando i miei comportanti e le mie gare, qualcuno si è reso conto che so esser molto freddo e non mi lascio prendere dalle ansie e dalle paure. Ma ce ne sono altri: uomo di ghiaccio è sicuramente anche il danese Ebbesen che mai sbaglia le gare importanti”.

Lorenzo, se Elia è l’uomo di ghiaccio tu sei…

LB: “Di solito mi chiamano Bertocci!”

A proposito di personaggi, quali apprezzi di più nel canottaggio e nello  sport mondiale?
LB: “Non ho idoli: mi piace vedere le qualità di qualcuno e prenderle da esempio, oppure i difetti per cercare di evitarli”.
EL: “Rossano Galtarossa: lo conosco molto bene, lui è completo in tutto, è bravo a gestire la vita da atleta, sempre al top, e privata”.


Se non fossi nato italiano, per quale altra nazione avresti voluto remare e perc
hé?
LB: “Per qualche paese anglosassone: Gran Bretagna, Nuova Zelanda e Australia,  per la loro tradizione e le loro capacità, penso che siano dieci passi avanti a noi nella gestione dello sport”.

Elia, immagino tu sia d’accordo…
EL: “In Australia, c’è una cultura completamente diversa dalla nostra. Intanto studio e sport, per i più giovani, viaggiano di pari passo. In tutto il Paese ci sono strutture sportive all’altezza. Un esempio? Non serve andar troppo lontano, a Gavirate c’è un Centro studiato in funzione delle esigenze di sportivi d’alto livello e dotato di tutte quelle piccole cose, come ad esempio lavanderie e sale PC, che ti fanno star bene”.

Lorenzo, quali sono le tue altre passioni sportive?

LB: “Amo remare, e non ho bisogno di altri sport, anzi  vado in ansia quando non posso scendere in barca e devo fare altro”.

Elia, tra sciare ed andare in bici cosa preferisci?
EL: “Tutte e due, ma se ho solo un’ora di tempo non ho dubbi e scelgo lo sci”.

Ti piacciono gli animali? Ne possiedi qualcuno?
LB: “Ho un acquario, lo tengono i miei suoceri perché altrimenti non riuscirei a dedicargli la giusta attenzione”.
EL: “Avevo un gatto, Eugenio, che però è sparito…”.

Quale canzone per inquadrare la tua vita?
LB: “Non saprei proprio…”.
EL: “Il mondo che vorrei di Vasco Rossi”.

Quale film?
LB: “Tutti quelli di avventura e fantasia”.
EL: “Braveheart”.

Lorenzo, come hai conosciuto tua moglie Pamela?
LB: “Alla comunione di suo nipote, che abita nello stesso condominio dei miei genitori. Compresi subito d essere pienamente a mio agio con lei”.

Elia, quali sono le qualità che prediligi in una donna?

EL: “Laddove deve esserci attrazione, è l’aspetto fisico che ti colpisce. Poi, a mio avviso, occorre che sia socievole ed allo stesso tempo divertente”.
 
Lorenzo, come immagini il futuro di tua figlia Camilla?
LB: “Posso risponderti con un pezzo di Gibran.

I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé.
Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro,
E benché stiano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime,
Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno.
Potete sforzarvi d’essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.
Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, 
e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell’Arciere;
Perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l’arco che sta saldo.



Elia, dove ti vedi tra 10 anni?
EL: “A 43 anni? Ancora nell’ambito sportivo: mi piacerebbe dare un contributo importante allo sviluppo del canottaggio italiano. Come allenatore? Non tanto. Mi vedrei più come organizzatore, mi avvicinerei molto alla gestione australiana”.

Tornando al canottaggio, per una medaglia alle Olimpiadi saresti disposto a…
LB: “Quello che sto già facendo non basta per fartelo capire?”.
EL: ““Sei mesi a Livigno, un bel sacrificio non ti pare?”.