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Helsinki 1952 toglie il sorriso al canottaggio azzurro

martedì 24 Gennaio 2012

Helsinki 1952 toglie il sorriso al canottaggio azzurro

ROMA, 24 gennaio 2012 Voliamo a Helsinki 1952, realtà finlandese capace di superare Amsterdam e ben cinque città americane durante la 40° sessione del Congresso CIO. Sessantanove nazioni, la prima volta dell’Unione Sovietica, e ben tre villaggi olimpici: il primo riservato agli atleti dei paesi alleati degli Stati Uniti, il secondo per gli atleti alleati dei sovietici, e il terzo, secondo la tradizione, per le donne. Sono le Olimpiadi di “Bud Spencer”, quel Carlo Pedersoli primo italiano a scendere sotto il minuto nei 100 stile libero. Applausi per il “re della scherma”: Edoardo Mangiarotti vince l’oro nella spada individuale e pone le basi per diventare l’azzurro più medagliato di sempre (sei ori, cinque argenti, due bronzi da Berlino 1936 a Roma 1960) alle Olimpiadi. Sfogliamo la pagina del canottaggio azzurro, a cura di Enrico Tonali.

Il 1951 dà una preoccupazione in più agli italiani: viene varata la prima dichiarazione obbligatoria dei redditi che toglierà, da allora in poi, il sonno a molti cittadini. Altra grana la crea il fiume-padre della FIC, il Po, che in pieno inverno provoca un’alluvione senza precedenti nel Polesine. Acqua la fa pure il remo azzurro nelle prime uscite preolimpiche per Helsinki 1952 con la Commissione Tecnica orfana di Mario Ghiozzi – l’antico trainer degli Scarronzoni si è messo a riposo – mentre emerge Guido Siliprandi, ingegnere milanese che si dedica con passione alle ricerche, dall’anenometria alla flessibilità dei remi e le riprese cinematografiche. La Federazione Internazionale decide di provare nelle Olimpiadi finniche una nuova composizione di eliminatorie, recuperi e semifinali (tutto condensato, finali comprese, in 4 giorni) ma accetta un campo di gara, Meilahti, in mare aperto e a 5 corsie.

Le selezioni per Helsinki avvengono assieme alla canoa (ancora legata al canottaggio ma con sempre maggiore diffusione) a Padova, sul canale di Bassanello, dove viene varata una squadra azzurra completa nelle sette specialità, con l’otto composto – per la prima volta – da vogatori di due diversi sodalizi, Bucintoro di Venezia e Marina Militare di Roma.

La trasferta olimpica in Finlandia è un disastro (superato solo vent’anni dopo da Monaco 1972) con l’Italia che torna – per la prima volta da quando una flotta azzurra partecipa ai Giochi – senza medaglie e con un solo equipaggio in finale (il 2 con di Ramani, Tarlao, tim. Marion, quarto). Tra gli eliminati c’è il celebre 4 senza della Moto Guzzi guidato da Giuseppe Moioli che – già con la battuta d’arresto agli Europei 1951 sulle spalle – dopo questa brutta avventura si scioglie. Sul 4 con della Norvegia (arriva in semifinale) gareggia il ventunenne Thor Nilsen: un trentennio più tardi sarà d.t. degli azzurri alle Olimpiadi di Los Angeles 1984 e Seul 1988.

Nella foto: il 4 senza Moto Guzzi (Moioli, Morille, Invernizzi, Faggi) all’Idroscalo 1950