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Affiatamento e tecnica: l’otto Junior secondo il Capovoga

venerdì 14 Dicembre 2012

Affiatamento e tecnica: l’otto Junior secondo il Capovoga

ROMA, 14 dicembre 2012 – L’otto delle meraviglie. L’Ammiraglia Under 19 riconquista il titolo mondiale a Plovdiv, dopo il primo storico sigillo nel bacino del Dorney Lake. Un nuovo capolavoro, una vittoria in finale, forse meno sofferta dell’anno precedente ma nata, oltre che dal capillare lavoro preparatorio svolto a Piediluco insieme agli altri compagni con il CT Claudio Romagnoli ed i collaboratori Lello Polzella e Walter Bagliano, dall’umiltà di non prendere sottogamba l’appuntamento. Prima la difficile affermazione agli Europei di Bled, con Jacopo Mancini in barca al posto di Niccolò Pagani, e poi la marcia trionfale in Bulgaria. Soddisfazione per tutto il team, in quanto, a loro avviso, andava chiarito, un dubbio insinuato da qualche maligna voce fuori dal coro. “Un caso la vittoria del 2011?”. No, assolutamente. Allora riviviamo anche questo successo grazie a capovoga Alessandro Mansutti, atleta del CC Saturnia di Trieste.

“L’impresa di Eton, realizzata da cinque dei miei futuri compagni di barca, era stata una vittoria su tutti i fronti. Avevano superato ogni pronostico entrando nella storia come prima barca azzurra vincitrice del titolo mondiale Under 19. Assistere a un così importante evento mi ha dato la giusta carica per tornare a casa con la volontà di fare qualcosa di grande, ma la consapevolezza di poter diventare campione del mondo nell’otto l’ho assaporata soltanto dopo metà gara della finale. Un tale svantaggio è difficile da recuperare, soprattutto a nove junior come noi”.

Mansutti sottolinea le principali armi dell’equipaggio. “L’affiatamento e la tecnica: siamo riusciti a consolidare queste qualità nei mesi di raduno e ciò ci ha fatto sicuramente andare sempre più forte, ma l’asso nella manica sono stati senza dubbio i nostri tecnici. Con loro abbiamo compiuto il salto di qualità decisivo”. I compagni? “Cercherò di essere breve ed incisivo, partendo dal timoniere ed arrivando all’ottavo carrello: Enrico D’Aniello è l’esperienza, io mi ritengo la mente, Matteo Lodo l’asso nella manica, Pietro Zileri la classe in quanto capitano, Luca Lovisolo l’impavido, Niccolò Pagani e Giovanni Abagnale i pistoni dell’ammiraglia, Matteo Borsini il jolly e poi Guglielmo Carcano la prua di diamante”.

Nell’insieme, forza esplosiva. “Fin dai primi raduni brevi invernali, si riusciva ad avere un grande feeling con gli allenatori che ci seguivano: anche se c’è stata qualche divergenza nel corso dell’anno, siamo sempre riusciti a crescere assieme allenamento dopo allenamento. Noi atleti avevamo molta fiducia in tutto che ci consigliavano”.

Allenarsi insieme ai futuri vicecampioni olimpici Alessio Sartori e Romano Battisti è stato molto importante per i nostri giovani. “Ti dà da una carica che non trovi facilmente, ma la cosa che mi hanno trasmesso di più è la totale devozione e fiducia che bisogna riporre nel proprio allenatore per poter realizzare qualcosa di grande. Dopo aver parlato con loro, la mia testa ha cambiato modo di accettare le molte correzioni ed i vari consigli dei tecnici”.

Non solo Europei e Mondiali. “Mansu” riflette anche ad alta voce sulla sua stagione con il CC Saturnia. “I risultati societari dell’anno passato erano sicuramente molto buoni, quindi ripetersi era difficile soprattutto partendo dagli obbiettivi prestigiosi ed ambiziosi che ci eravamo prefissati. E’ stata un’annata d’oro per gli atleti fiorentin,i ma anche per me vincere il quattro con Under 23 è stato comunque emozionante e molto appagante dopo una stagione internazionale indimenticabile”.

Dopo aver iniziato l’attività al Circolo Marina Mercantile Nazario Sauro, Alessandro è entrato a far parte nel 2008 al suo attuale club. “Ho avuto la fortuna ed il coraggio di passare sotto la guida tecnica di Spartaco Barbo: dal primo anno c’è stata subito molta intesa e man mano che passavo i mesi d’allenamento riuscivo sempre più a seguire la strada che Spartaco mi tracciava. Quest’anno siamo riusciti a centrare uno degli obbiettivi che ci eravamo prefissati fin dall’inizio e devo molto a lui, come a tutti i miei compagni di società che mi hanno fatto crescere fino a questo punto. L’esperienza nel canottaggio Junior si è chiusa in bellezza ed ora che si apre un mondo totalmente diverso, quello senior, spero di avere l’occasione di imparare ancora molto da Spartaco e di riuscire a migliorarmi”.