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Crippa e l’impresa del quattro di coppia Junior

lunedì 3 Dicembre 2012

Crippa e l’impresa del quattro di coppia Junior

ROMA, 03 dicembre 2012 – Campioni d’Europa e del Mondo. I ragazzi del quattro di coppia Junior ce l’hanno fatta e, come l’otto ed il quattro senza, hanno realizzato i loro sogni. Luca Rambaldi (Can. Ravenna), Tiziano Evangelisti (Can. Civitavecchia), Davide Mumolo (Can. Elpis) e Andrea Crippa (Can. Lecco), allenati e coordinati dal CT Claudio Romagnoli e dai tecnici federali Lello Polzella e Valter Bagliano, hanno compiuto passi da gigante nel corso della stagione. Si conoscevano poco, “vecchi” e “nuovi”, si erano annusati e sfidati sui campi di regata nazionali. Luca, il veterano, era reduce da un buon 2011 culminato nell’argento mondiale e Davide, anch’egli classe 1994, aveva gareggiato a Eton nel quattro senza. Insieme, agli Europei in Polonia, avevano conquistato il secondo posto. Tiziano ed Andrea, i “nuovi”, andavano d’accordo ed avevano già sperimentato il doppio assieme.

Si è costruito il giusto feeling, lavorando un’estate a Piediluco. Il ricordo di questa grande impresa è affidato ad Andrea Crippa, riccioluto atleta di Lecco che nel 2010 si è “convertito” al canottaggio dopo aver iniziato nella locale Canottieri “la mia seconda casa, mi alleno e diverto ogni giorno” l’attività della canoa quattro anni fa. “Vincere un mondiale era il mio sogno fin da quando ho provato la sensazione di vittoria, nella prima gara regionale. Poi sono iniziati i raduni a Piediluco e, alla convocazione per il Memorial D’Aloja, ho iniziato a sentire aria di mondiale. Ho capito che era il mio momento quando Lello Polzella, prima della regata internazionale di Piediluco, mi ha detto ‘se vinci, sei sulla barca per gli Europei’ ed ho capito che potevo farcela”.

I compagni di barca. “All’ inizio solo Tiziano era come un fratello, verso Davide ero indifferente e con Luca c’ era molta avversità. Solo dopo i primi allenamenti insieme, ho capito che dovevamo contare l’ uno sull’ altro e così è stato fino a quella sera del 18 agosto. La nostra forza era la voglia di vincere“. Andrea scende nel dettaglio. “Davide non molla mai ed infatti al terzo tentativo è riuscito a vincere il Mondiale. Luca è un duro: dopo la sconfitta contro la Romania a Eton, ha voluto riprovarci conducendo il suo equipaggio davanti a tutti. Con Tiziano mi trovo benissimo e spero di gareggiare ancora”.

Il giorno della finale. “Fin dall’ alba, la pressione era altissima. Attento a cosa mangiare, attento a non farmi prendere dall’ansia; purtroppo si è verificato quell’ inconveniente (rottura dell’imbarcazione neozelandese prima del via n.d.r.) che ha fatto rinviare la gara, ma questo non ha cambiato le cose. Ho applicato un reset e dopo pranzo ero pronto un’altra volta per la gara. Ricordo pochissimo della gara, solo gli instanti positivi: la partenza, l’attacco centrale, il sorpasso di Ucraina e Romania, l’ arrivo. In partenza i battiti erano a mille, ma ci siamo tranquillizzati a vicenda. All’ inizio eravamo terzi o addirittura quarti, ma quando ho capito che potevamo farcela, ho dato tutto. Il dolore era insopportabile ma vedere le prue degli altri equipaggi senza dover girare la testa mi ha dato la forza di andare avanti. Mancavano 600 metri quando ho capito che avremmo vinto. Non era finita, anzi, iniziava la fase più dura: rispondere agli attacchi degli avversari e stare attento a non sbagliare un colpo. Sono stati i 240 colpi più duri di sempre, ma indimenticabili. La mia testa era rivolta esclusivamente al ritmo e al colpo acqua”.

Andrea Crippa continua ora ad allenarsi in vista dei primi test per la squadra Junior e, nel frattempo, cerca di fissarsi i nuovi obiettivi. In chiusura d’intervista, ci tiene ad aggiungere un pensiero. “Sono abbastanza “nuovo” nel mondo del canottaggio, ho conosciuto pochi dei nostri campioni ma il raduno estivo a Piediluco mi ha fatto conoscere i Murray e Bond del remo azzurro. Romano Battisti e Alessio Sartori sono due grandi atleti: oltre al loro allenamento si mettevano alla prova anche con noi, spingendoci a dare sempre il massimo ed a superare i nostri limiti”.