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Barcellona 1992: il cuore degli Abbagnale non basta

lunedì 6 Agosto 2012

Barcellona 1992: il cuore degli Abbagnale non basta

ROMA, 6 agosto 2012 Dal 25 luglio al 9 agosto 1992, 9904 atleti (172 Paesi) sbarcano a Barcellona per la XXV Olimpiade. Inno composto da Freddie Mercury, cerimonia ideata dalla compagnia teatrale La Fura dels Baus. L’Italia vince 19 medaglie (2 nel canottaggio) e da casa si applaudono le doppiette di Aleksandr Popov (50-100 stile libero), Tamas Darnyi (200-400 misti) e Carl Lewis (lungo e staffetta). Ecco il racconto dell’Olimpiade remiera a cura di Enrico Tonali.

Quattro giorni prima del Natale 1991 accede al mondo dei più anche una superpotenza che ha fatto tremare il mondo dello sport e non, l’Unione Sovietica. Granitica ma non tanto da superare il secolo di vita. Il mese successivo, ormai con un piede dentro l’anno olimpico 1992, tocca alla Jugoslavia perdere due pezzi pregiati, Slovenia e Croazia. Il remo però non soffre a queste variazioni di geografia politica, anzi si arricchisce di nuove Nazioni, alcune confinanti con l’Italia e perciò particolarmente interessanti per la nostra Federcanottaggio.

A Roma i Circoli Canottieri storici subiscono pure loro una grave perdita, l’inverno gelido si porta via un pezzo di storia del remo azzurro, Antonio Ghiardello, capovoga sodo e nodoso come gli ulivi della sua Liguria, campione d’Europa, bronzo olimpico, c.t. della flotta italiana, maestro di generazioni di vogatori capitolini, indimenticabile narratore di storie incredibili a cavallo tra realtà e fantasia. Racconti affascinanti come quello che si appresta a girare per il piccolo schermo il regista Stefano Reali sugli Abbagnale, facendo sfilare sul set attori e personaggi veri. Ma non i “fratelloni” impegnati a preparare le Olimpiadi di Barcellona, così come il resto del team azzurro che assapora nella primavera 1992 i tepori di Spagna con una trasferta-training a Siviglia, il cui fiume Guadalquivir è un ottimo campo di allenamento.

Al di là della Manica vede la luce una “Storia del Canottaggio Mondiale” scritta da Christopher Dodd, giornalista londinese del The Guardian legato da profonda amicizia con i colleghi italiani. Forse è proprio questo che lo spinge a mettere sulla copertina del volume un valoroso equipaggio azzurro, il quadruplo pesi leggeri di Pittino, Guglielmi, Lana, Esposito vincitore del titolo iridato 1990 in Tasmania.

Dodd dirige anche la rivista inglese Regatta e proprio un suo servizio fa tintinnare qualche campanello al dottor La Mura, pigmalione-zio-coach degli Abbagnale. Steve Redgrave, il campionissimo britannico, chiede con insistenza al suo allenatore del Leander Club (nonché “consigliori” della flotta a remi di Sua Maestà Elisabetta II) il tedesco Jurgen Grobler di riprovare sulla specchio olimpico di Banyoles il doppio giochetto fallitogli (assieme al partner Andrew Homes) a Seul 1988. Quello di correre in 2 senza per difendere il titolo a cinque cerchi ma anche in 2 con contro Giuseppe-Carmine-Peppiniello. L’ex-trainer DDR lo sconsiglia, ci sarà già in bel da fare per vincere il “pair oar”. Che Steve lascia ad altri di occuparsi degli “Italian Brothers”. I quali hanno anche loro qualche ingranaggio da sbloccare in vista dei Giochi Olimpici: all’Internazionale di Lucerna, anticipata in giugno, la barca carica d’oro giunge sesta, il motore ruggisce all’80%, la preparazione da completare solo in vista delle coste spagnole.

Comunque sarà un canottiere a portare il Tricolore in testa alla Squadra Italiana nella cerimonia d’apertura di Barcellona1992, Giuseppe Abbagnale.

Purtroppo Peppe il Grande non riuscirà a far salire la bandiera italiana anche sul pennone più alto di Banyoles, dove per 75” l’oro del 2 con va ad altri due fratelli, i britannici Searle che si sono dimostrati più veloci degli italiani pure nelle eliminatorie e nelle semifinali. E’ un colpo di mannaia (come le nuove pale) che ferisce tutto il team azzurro, il quale incassa più sconfitte che medaglie, e fa cadere una testa, quella del d.t. Koerner. Arriva anche un bronzo, nel quattro di coppia, firmato dal ventenne Rossano Galtarossa, da Filippo Soffici, Alessandro Corona e Gianluca Farina.

Nell’Assemblea post-Giochi il rieletto presidente Romanini presenta il nuovo mister, Giuseppe La Mura. Di nuovo un italiano dopo 12 anni di “dominazione” straniera.



Enrico Tonali

Nelle foto: Il quadruplo azzurro medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Barcellona 1992 (da sx Rossano Galtarossa, Alessandro Corona, Gianluca Farina, Filippo Soffici)