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Mosca 1980: l’Olimpiade del boicottaggio USA

martedì 19 Giugno 2012

Mosca 1980: l’Olimpiade del boicottaggio USA

ROMA, 19 giugno 2012 Mosca 1980: l’Olimpiade del boicottaggio degli Stati Uniti e dei suoi Paesi alleati. Enrico Tonali ci regala alcuni retroscena di quel periodo oltre ovviamente a raccontare come si comportò, in quell’occasione, il canottaggio azzurro.

Nel 1980 quello che qualche anno più tardi verrà definito la NASA del remo – il Centro Federale di Piediluco – sta muovendo i primi passi. A metà luglio, una settimana prima che comincino i Giochi Olimpici di Mosca, il lago umbro accoglie il suo primo grande evento internazionale, la Coppa Europa, manifestazione che – alla quinta edizione – sta ottenendo un’attenzione notevole. Sulle ceneri del vecchio Pentagonale fra le cinque Nazioni fondatrici della FISA, il vulcanico Paolo d’Aloja aveva creato nel 1976 il Match dei Seniores B, regata aperta alle Federazioni consorelle europee ma con limitazioni che ne bloccano l’accesso alle insaziabili Nazioni dell’Est (in prima fila la DDR) ed agli equipaggi già medagliati in competizioni mondiali. Una sorta di area agonistica riservata (e non gestita dalla FISA) in cui le flotte più deboli possano irrobustirsi, usufruendo anche di qualche successo.

L’idea avrà un riscontro (ed un allargamento) crescente fino a trasformarsi prima in Coppa Europa e poi – una volta entrata nell’orbita della Federazione Internazionale – nell’attuale Campionato del Mondo Under 23. Un mese dopo il tragico rompicapo fitto di misteri militari che scaturisce dal disastro aereo di Ustica, iniziano il 20 luglio i Giochi Olimpici di Mosca 1980. Chi non parte e rimane a casa sono proprio gli uomini con le stellette, a causa del boicottaggio messo in atto dagli Stati Uniti (e dai suoi Paesi alleati) per protestare contro l’invasione sovietica dell’Afganistan. L’Italia partecipa alla XX Olimpiade, ma unicamente con atleti civili, sfilando nella Cerimonia d’Apertura non dietro al Tricolore ma alla bandiera del CONI. Nel 2 con c’è una new-entry dello Stabia, Giuseppe Abbagnale e Antonio Dell’Aquila, i quali  timonati da Giuseppe Di Capua giungono settimi, vincendo la piccola finale. Undicesimo l’altro equipaggio azzurro, il 2 senza della Fiat composto da Antonio Baldacci e Franco Valtorta.

La stagione si chiude con una promessa, tanto solenne da essere scritta e sottoscritta. Il tutto avviene a fine ottobre a Roma, durante una cena organizzata dalla Federcanottaggio presso il Circolo Canottieri Lazio per presentare alla stampa il nuovo d.t. azzurro Thor Nilsen, norvegese.
Giampiero Galeazzi, telecronista RAI per il canottaggio ed ex-campione del remo, stila su un foglio – tra un brindisi ed un primo piatto – l’impegno (“I promise …”) che il canottaggio italiano prenderà una medaglia ai prossimi Giochi Olimpici e lo passa al coach venuto dal freddo, il quale impassibile lo firma. Aggiungendoci però una postilla: “Servono 20 canottieri da 1,95 m per 95 kg, con una percentuale di grasso corporeo non superiore all’11% ed un consumo di ossigeno di 6,2 litri al minuto. Infine debbono avere almeno 7 anni di esperienza, motivazione e tempo disponibile”.

Nella foto: Il capovoga Antonio Baldacci (a dx) ed il prodiere Franco Valtorta, 2 senza azzurro a Mosca 1980. Sullo sfondo il campo di gara