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Toccare il cielo con le mani

sabato 23 Luglio 2011

Toccare il cielo con le mani

AMSTERDAM, 23 luglio 2011 Un’altra volta o per la prima volta. La speranza di Simone Ponti, capitano della Nazionale Under 23, appartiene a tutti. In un Bosbaan versione catino, bersagliato dal vento, tre barche si avvicinano alle nuvole. Saltano, saltano verso l’alto con assoluta convinzione e, a volte, sopraffina tecnica e sfiorano il loro obiettivo.

Il primo tentativo è di Gaia, Veronica, Laura e Silvia. Loro arrivano ad Amsterdam, pensano di essere le sparring partner. Insomma, fari spenti è un eufemismo. Credono in loro stesse, questo si. Con questo presupposto, si staccano dal pontile per la prima batteria per navigare nella corsia del loro sogno. Serene e tranquille prima dello start, si scoprono leonesse dalle unghie affilatissime. I primi segni su schiene australiane e olandesi giovedì, il resto lo servono oggi regalando a tulipanine e cangurine la sensazione di forte impotenza nei confronti di un equipaggio più giovane e meno dotato fisicamente ma con invidiabili qualità di compattezza e grinta. Vincerà la Germania, nulla togliendo al momento di felicità delle nostre ragazze che si tuffano nell’abbraccio di Margherita Italiano, azzurra in Coppa Europa qualche anno fa. E’ la mamma della futura manager italo-americana Laura, da tempo alla ricerca dell’attimo giusto per dedicare una medaglia alla sua guida Bebo Carando prematuramente scomparso un anno fa.

Luccicano le immagini di almeno quattro persone nelle quattro medaglie del Pink Quad. In quella di Gaia, c’è il fidanzato Federico, bloccato dalla frattura alla gamba sinistra a causa di un incidente provocato da un maldestro pilota della strada. In quelle di Giada e Valentina, ci sono Betta e Laura che dall’Italia fanno un tifo sfrenato per le loro giovani compagne e le aiutano a superare i momenti difficili con preziosi consigli. In quella di Alessandra “Patty”, c’è quella di una persona che le sta accanto con discrezione e le dona una collana preziosa compagna di viaggio al suo primo Mondiale. Il ribollente Rotsee è un buon posto dove avvicinarsi al cielo, dove provare i primi voli. Dal Rotsee al Bosbaan il passo è breve e le nostre ragazze si presentano con la miglior forma ed una bella dose di cattiveria agonistica. Anche qui ci sono cangurine che vogliono dar fastidio ma l’Italrosa vuole il bis e salta più in alto. Non abbastanza per toccare il cielo con le mani, ancora una volta è la Germania a farlo, ma a sufficienza per il secondo argento di sabato 23 luglio.

E poi, tanto per gradire, un bel giro sulla barca degli Dei con Marco, Mario, Simone e Peppe. Se il quattro senza pesi leggeri (grazie Martino, Marcello, Andrea, Daniele) ti fa conoscere l’Aldilà negli ultimi interminabili 200 metri, per la serie vedi, muori e (forse) risorgi, il quattro senza under 23 ti strozza il respiro e lascia sospeso tra il tormento e l’estasi. Ti volti e vedi la Germania con quasi mezza barca avanti, saluti il quattro di coppia femminile, ti rivolti e vedi due punte vicinissime. “Un gioco di punte” lo chiama Simone. Un gioco crudele. La nostra taglia il traguardo 25 centesimi dopo quella dei tedeschi. Non basta la perfezione. Il cielo, già toccato nella plumbea Bielorussia da Mario e Simo, viene sfiorato con le dita ma le mani non lo afferrano. Le nuvole restano sopra noi, c’è però l’ultimo abbraccio nel ricordo di una pioggia d’argento. L’ultimo bacio di un sabato mundial. (MC)