MILANO,
07 luglio 2011
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Ferruccio Calegari, attenta e
riflessiva penna meneghina, riparte
dalla bella avventura di Mornati e
Carboncini a Henley per toccare
altri importanti momenti della
partecipazione italiana ai “testa a
testa” della classicissima inglese.
Ricorrenze
E DOPO
SINIGAGLIA ANCHE SKERL E BROSCH
DELLA NETTUNO DI TRIESTE E IL
QUATTRO DI COPPIA DI FARINA,
CALABRESE, TIZZANO E SOFFICI
NEL LIBRO D'ORO DEI VINCITORI DI
HENLEY
La
recente conclusione col secondo
posto in finale alle gare di Henley
di Niccolò Mornati e Lorenzo
Carboncini nel due senza timoniere,
pervenuti all'esame conclusivo dopo
la serie di affermazioni nella
successione dei “testa a testa”
delle qualificazioni, porta ad una
legittima considerazione sulla
particolare durezza di questa gara.
In una competizione normale il
partecipante sa che nel corso delle
qualificazioni avrà anche
l'opportunità del “repechage” ma qui
una volta battuto, anche se alla
prima prova, non ha scampo, è fuori.
E le cronache negli anni ci
riportano a vari tentativi di
equipaggi italiani, dopo la
splendida affermazione di Giuseppe
Sinigaglia nel 1914, unico italiano
noto per avere il serto del
vincitore di Henley.
Tra le tante vicende di equipaggi
italiani all'esame di Henley sono
nella storia anche tre
partecipazioni della Moto Guzzi,
dopo l'importante risultato olimpico
del 1948, sempre con ottimo
portamento in gara (per due volte
battuti in finale, sia nel quattro
senza nel 1959 che nell'otto nel
1962), ma mai al primo posto.
Al primo posto Moioli, Morille,
Invernizzi e Faggi lo furono quando
vinsero il titolo del quattro senza,
ma del programma delle Olimpiadi del
1948 con la distanza di gara limata
a 2000 m. e con una programmazione
(e numero di barche in gara) un po'
diversa, mentre nella gara classica
c'è qualche spanna in più perché si
gareggia su 2112 m., corrispondente
alla misura di lunghezza britannica
di 1 miglio e 550 yarde. E l'ultima
trasferta ad Henley delle Aquile
dorate di Mandello avvenne non più
nel quattro senza, ma nell'otto.
Probabilmente per
il sopraggiungere dei tristi eventi
bellici del 1940 è passata sotto
silenzio un'altra affermazione
italiana sul Tamigi e fu nel 1939,
edizione del Centenario della Henley
Royal Regatta alla quale fu data
particolare enfasi dai britannici,
celebrandosi l'anniversario di
questa importante iniziativa. E vi
fu protagonista un equipaggio
italiano, quello dei triestini Skerl
e Brosch della Nettuno, che l'anno
precedente avevano vinto a Milano il
titolo di Campione d'Europa del
doppio.
Alla conclusione della gara si
verificò una circostanza non
prevista: i due equipaggi furono
classificati alla pari ed ecco
l'archivio britannico come la
propone:
Centenary Double Sculls 1st J Beresford/LF Southwood, Thames RC 8m. 35s. Dead heat 1st G Scherli/E Broschi, Trieste, Italy 8m. 35s. Dead heat
da notare la trascrizione dei nomi. Anche agli “europei” l'indicazione data è la
stessa, frutto di una singolare imposizione della grafia italiana per i nomi,
probabilmente di lontana derivazione germanica, data l'origine cosmopolita degli
abitanti di Trieste. Dopo il verdetto della giuria ci fu grande imbarazzo da
parte degli organizzatori che non avevano previsto la necessità del doppio
premio che nel caso consisteva in due coppe, una per ogni componente
l'equipaggio. Riprendiamo da “Il Canottaggio” del 1939: “ … alla cerimonia
della premiazione fatta dal duca di Kent grandi dimostrazioni di simpatia verso
gli italiani e un atto molto gentile di Beresford … non essendo pronte le
quattro coppe ricordo per i vogatori vincitori a pari merito … Una delle Coppe
disponibili è consegnata a Scherli e l'altra a Beresford … senonché quest'ultimo
ha espresso il desiderio che anche la sua coppa fosse consegnata al vogatore
italiano … e così anche Broschi ha ricevuto dalle mani del duca la coppa ricordo".
E' l'8 luglio 1939, una vigilia di gravi tensioni in Europa e nel mondo, ma nello sport prevale ancora l'amicizia ed il fair play. E per la cronaca, riportiamo alcune notazioni sulla fase conclusiva della gara: “Dopo una partenza velocissima ad eguale andatura di 32 palate, verso gli 800 metri gli inglesi sono avvantaggiati di una buona lunghezza … verso la metà del percorso gli azzurri ricuperano il distacco e segnano circa una lunghezza e mezza di vantaggio che mantengono sino ai 1800 metri. Gli inglesi con un eccezionale serrate giungono al traguardo assieme agli italiani”.
Tra l'episodio
del 1939, quando per celebrare il
centenario della Henley Royal
Regatta fu inserita per la prima
volta la gara del doppio e la
conclusione della gran bella prova
di Mornati e Carboncini quest'anno,
si rileva una sorta di parallelismo.
Infatti la formazione britannica (Peter
Reed e Andrew Triggs-Hodge)
vincitrice del due senza è quella
dei britannici secondi classificati
sia ai Mondiali dello scorso anno a
Karapiro che a quelli del 2009 a
Poznan, col precedente dell'oro
olimpico a Pechino nel quattro
senza, oltre ai titoli mondiali del
quattro senza nel 2005 e nel 2006.
Tra l'altro lo scorso anno a Henley
furono secondi nel due senza,
battuti dai neozelandesi E. Murray e
H. Bond , che avevano vinto anche
nel 2009 e furono campioni del mondo
sia nel 2009 che nel 2010. Un bel
consesso di principi del remo.
L'equipaggio inglese del doppio che
nel 1939 aveva concluso in parità
con gli azzurri era formato dai
vincitori del titolo olimpico del
1936 a Berlino Jack Beresford e
Leslie Southwood, ricordando che
Beresford nel 1924 a Parigi aveva
vinto l'oro nel singolo, mentre ad
Anversa nel 1920 aveva conquistato
l'argento e nel 1932 a Los Angeles
aveva fatto parte del 4 senza
campione olimpico.
Anno dopo anno il bacillo Henley
colpisce un po' tutti e abbiamo
visto l'approccio all'edizione 2011
della Sebino di Lovere col suo
giovane quattro di coppia junior
(Davide Macario, Gabriele Bonomelli,
Pietro Cipolloni e Gabriele Tognola)
alla “Fawley Challenge Cup”,
il cui risultato dopo il
“testa-testa” con gli scozzesi è
stato preso con molta sportività.
Nel tempo altri italiani hanno
percorso il tragitto per Henley, che
arrivarci oggi ci vogliono poche
ore, ma nel 1939, come sottolineava
Skerl, ci vollero 4 ore di treno per
andare da Milano (dove avevano
preparato la impegnativa trasferta
all'Idroscalo) a Zurigo ed altre 4
di volo per arrivare a Londra, altri
tempi! Ma cinquant'anni dopo,
all'edizione del 1989 un altro
equipaggio italiano andò a dare
dimostrazione di ottima voga ed ecco
cosa riferisce l'archivio della
Henley Royal Regatta:
1989 Results: Queen Mother Challenge Cup 1st SC Eridanea & SC Firenze, Italy 6m. 15s.* 3+1/4 l. 2nd Kubanj Krasnodar, USSR
e l'equipaggio era formato da alcune grandi firme remiere del momento che rispondono ai nomi di Gianluca Farina, Giovanni Calabrese, Davide Tizzano e Filippo Soffici, col particolare che il risultato appare ancor oggi nel libro dei record della “The Queen Mother Challenge Cup”:
|
Barrier |
Fawley |
Finish |
S.C. Eridanea & S.C. Firenze, Italy, 1989 |
1.48 |
3.01 |
6.15 |
Ferruccio Calegari
Nella foro: Henley 1939 - arrivo
del doppio di Skerl e Brosch