Dopo la finale olimpica di
Amsterdam del 1928, l'americano
Myers battuto nel singolo
dall'australiano Pearce distrugge la
propria barca
MILANO,
08 giugno 2011 - Le recenti
prove di Coppa del Mondo a Monaco di
Baviera con le eliminatorie
sperimentali “Time Trials” in cui
ogni equipaggio prima che con gli
avversari vogava contro se stesso
per l'esigenza di realizzare il
tempo migliore, in una classifica
fatta per differenze di tempi
allineati dopo la gara, ci riporta
in certa maniera a ricordare le
qualificazioni sul campo olimpico di
Amsterdam del 1928, un canale non
molto largo, a Sloten. Gli equipaggi
in eliminazione diretta, due per
volta e per uno strano meccanismo
qualificativo anche chi (dove i
partecipanti erano in numero
dispari) era l'ultimo estratto per i
sorteggi doveva correre da solo,
come accadde nella prima manche a
Michelangelo Bernasconi nel singolo.
E se poi Bernasconi per una
casualità fisica non poté sviluppare
tutto il programma di
partecipazione, è interessante
ricordare la conclusione della gara
del singolo, vinta dall'australiano
Henry R. Pearce sullo statunitense
Kenneth Myers. Entrambi sempre in
eccellenza nelle loro manche, alla
finale l'australiano (23 anni, m.
1,88 – Kg. 95) con una dimostrazione
di stile classico definita
“semplicemente stupefacente” dai
cronisti dell'epoca, ed ancora
“Quanto di più corretto si può
pretendere in uno sculler era
eseguito da questo colosso con una
facilità impressionante”, ebbe la
meglio sull'avversario.
Il Myers aveva affrontato la
successione di gare con la
convinzione di poter vincere anche
l'ultima, ma così non fu e come
forse s'usava, cercò conforto alla
sconfitta in una bottiglia di
champagne, scolandosela tutta, con
una reazione terribile subito dopo.
“Una collera furibonda – ricordano i
cronisti – che fu sfogata contro la
fragile innocente imbarcazione.
Myers l'afferrò e con un colpo sul
ginocchio ne schiantò la punta”, una
reazione che suscitò meraviglia ma
anche reazioni nel compassato mondo
olimpico. E così Pearce ebbe
l'opportunità di lasciare il campo
di gara con un doppio trofeo, la
corona di alloro ed anche la punta
spezzata dello skiff del suo
stizzoso rivale americano.
Ferruccio Calegari
Nella foto: La prua dello skiff di
Myers (1928)