News

La macchina perfetta: il sogno realizzato dal CUS Pavia

giovedì 2 Giugno 2011

La macchina perfetta: il sogno realizzato dal CUS Pavia

ROMA, 02 giugno 2011 – Una gara, un evento, una barca, otto atleti guidati da un timoniere o più semplicemente una sfida che racchiude gli obiettivi, i sogni e i sacrifici di una squadra intera: tutto in 500 metri circa. Rialzare la testa, è stato questo il primo faticoso passo da fare per prepararci alla grande sfida contro Cambridge, Oxford e Pisa. Rialzare la testa dopo quella gara sbagliata, troppo sbagliata per chi ha messo tutto se stesso per un’intera stagione  di preparazione, per chi ci credeva in quell’equipaggio, per chi vedeva nella determinazione del capovoga, nella forza del centro barca, nell’agilità dei prodieri e nella prontezza del timoniere la strada giusta per lottare alla pari contro i migliori armi universitari.

Proprio da lì siamo ripartiti grazie alla fiducia di un grande allenatore, al sostegno di un’importante Università e alla determinazione dell’intero equipaggio, l’otto del Cus Pavia è stato capace di tirare fuori la grinta e dare spettacolo in una dimostrazione di forza e coraggio in occasione del trofeo Alma Ticinensis Universitas dello scorso 28 maggio.

Tutto è iniziato la domenica precedente, il 22 maggio. Dopo la vittoria del Campionato Italiano Universitario sui 500 metri è arrivata la pesante sconfitta nella staffetta dove, battuti dal CUS Torino e dal CUS Milano, i ragazzi del CUS Pavia hanno dovuto trovare il coraggio di ricominciare da zero per poter affrontare al meglio equipaggi di grande valore e interesse come quelli delle Università di Cambridge Oxford e Pisa.

Era l’inizio di una settimana di sacrifici e sogni, ogni atleta tentava a suo modo di indagare sugli avversari: ma chi sono? Cosa hanno vinto? È lui che ha gareggiato alle Olimpiadi di Atene nel 2004? Tentando di credere nella possibilità di compiere l’impresa, ma allo stesso tempo cercando gli stimoli per scendere in barca e dare il massimo, in ogni allenamento, in ogni percorso, in ogni colpo.

Sono stati giorni di grande impegno. Gianluca Santi capovoga e cervello dell’equipaggio, a lui il compito di dare il ritmo all’equipaggio e di far scivolare la barca con la sua scioltezza; Giorgio Maran, leggero e agile, organo di trasmissione tra il capovoga e la “sala macchine”; Jacopo Palma, terzo carrello, a lui il compito di seguire alla perfezione il capovoga per dargli la possibilità di imporre il suo ritmo; Jean Smerghetto, centro-barca di potenza con Giuseppe Alberti, a entrambi il compito di lanciare la barca ogni qualvolta il loro remo entrava in acqua, con la loro forza, assieme al numero 3 e al numero 6 portavano via la barca alla coppia davanti;  Gianluca Como, numero 6, a lui il compito di sostenere il tiro del centro barca ma allo stesso tempo  garantire la solidità dell’equipaggio in ingresso del remo in acqua;  Corrado Regalbuto, esempio di grande sensibilità e velocità d’ingresso, a lui il compito di rendere compatto l’equipaggio in tutte le fasi del ciclo di voga. A prua Dario Del Vecchio, con la sua leggerezza aveva l’obiettivo di tenere alta la prua della barca e assieme al numero 7 di mantenere in equilibrio i bordi. Al timone c’era Igor Ravasi, faro guida dell’equipaggio: è merito suo se la barca andava dritta verso il traguardo senza sprecare centimetri preziosi.

Grazie alla grande determinazione messa in campo l’equipaggio è arrivato pronto alla sfida del 28 maggio per giocarsi l’ambito “Trofeo Alma Ticinensis Universitas”. Grande spettacolo nella prima gara contro Pisa dove le storiche rivali si sono date battaglia fino a 100 metri prima del traguardo dove, con un problema al timone Pisa, ha dovuto rallentare. Nella seconda sfida il Pavia passeggia fino al traguardo, in quanto il problema al timone della barca di Pisa viene parzialmente risolto ma non basta per riuscire a portare la barca dritta all’arrivo e così Pisa vede svanire le speranze di mettere le mani sul trofeo. Questo rappresenta un grande vantaggio per Pavia che riesce a conservare le energie in vista delle successive sfide contro Oxford che intanto s’impone su Cambridge senza risparmiarsi.

Grande spettacolo nelle sfide contro Oxford quando la grande agilità dell’equipaggio pavese consente all’equipaggio gialloblu di scattare meglio degli inglesi in partenza, i quali riescono a rimanere a contatto solo per 300 metri con i padroni di casa, che incitati dal pubblico a 200 metri dal traguardo ingranano la marcia che consente loro di andare a vincere. Standing ovation del pubblico, grande spettacolo degli atleti di Pavia che vedono realizzata un’impresa che solo qualche giorno prima stentavano a credere…

Il suono della tromba all’arrivo della regata ha segnato non solo la conclusione della sfida ma anche l’inizio della festa dell’equipaggio pavese con gli ospiti accorsi a vedere questa manifestazione, i dirigenti dell’Università e del CUS, tutti coloro che hanno creduto nel valore della squadra, oltre agli appassionati che erano li e che in futuro potranno raccontare di aver vissuto una esperienza che ha segnato una pagina della storia di una città, di una università, di un gruppo di uomini che hanno avuto il coraggio di rialzarsi dopo una caduta e continuare a credere in un sogno.


MDV