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Martino Goretti, Coincidenze olimpiche

lunedì 16 Maggio 2011

Martino Goretti, Coincidenze olimpiche

ROMA, 16 maggio 2011 – A capovoga del quattro senza pesi leggeri targato Polizia ha vinto il secondo Meeting nazionale contro il quartetto campione del mondo under 23, misto Aniene-Fiamme Gialle.

Martino Goretti, 25 anni, lecchese, è una delle migliori risorse espresse negli ultimi anni dal canottaggio italiano. Lui lo sa e, adesso, punta dritto a un unico obiettivo: l’oro olimpico a Londra.
Martino, partiamo dalla vittoria, inattesa, contro quello che, per ora, è il miglior quattro senza senior in Italia.
“Sono felicissimo per questo risultato, abbiamo tentato il colpaccio sin dall’inizio e ci siamo riusciti. La formazione, però, non era quella con cui proviamo di solito in azzurro: non c’erano Danesin né Mascarenhas”.

Ormai non c’è dubbio, sei tu il capovoga di questa barca dalle potenzialità straordinarie.
“Sì, e lo considero un posto molto importante. Soprattutto adesso che con noi c’è Bruno Mascarenhas, che ha dimostrato di essere un grande capovoga negli anni passati. Mi piace molto questa posizione perché mi sento nel pieno controllo della barca, sono io che decido che cosa far fare alla barca, che do l’input, grazie al sostegno dei miei compagni. Devo dire che all’inizio ero un po’ insicuro, mentre quest’anno mi sono convinto del mio valore”.

Parlaci dell’innesto di Mascarenhas…
“Bruno ci ha dato una grande dose di esperienza, e ne ha da vendere, oltre che tanta forza fisica in più. Ma in barca ha portato anche dei trucchetti che solo uno che ha fatto le Olimpiadi può sapere: riesce a trasmetterci sicurezza a parole e nei fatti”.

Quindi con lui l’obiettivo è la qualificazione olimpica…
“Certo, ma quello è il nostro obiettivo minimo. Noi vogliamo andare là per vincere. Per ora, comunque, stiamo pensando a Monaco, dove vedremo qual è il livello generale”.

La tua barca, ormai da tempo, è il quattro senza, e l’obiettivo è Londra 2012. Per te che sei della Moto Guzzi è una congiuntura speciale…
“Certo, potrebbe essere un’occasione particolare. L’ultima volta che l’Italia ha preso l’oro olimpico nel quattro senza è stato a Londra, nel 1948, con l’equipaggio tutto societario di Giuseppe Moioli, targato Moto Guzzi. E se vogliamo dire una cosa scaramantica… il mio primo Mondiale l’ho vinto da junior ad Atene, proprio nel quattro senza, e nel giorno del compleanno di Moioli. E’ bello pensare che sia una bella coincidenza. E poi Londra è un posto speciale, che mi ha sempre ispirato una sorta di riverenza olimpica. Mi sono sempre allenato con l’immagine di Moioli che a Londra ha vinto l’Olimpiade. Per questo, essere là avrebbe un valore speciale”.

Visto che siamo in tema di scaramanzia, parliamo del caso: quanto conta nel canottaggio?
“Per la poca esperienza che ho in barca olimpica, non conta assolutamente niente.  Se fai tutto quello che andava fatto, se ti dimostri più forte degli altri, di sicuro il tuo obiettivo lo ottieni”.

Hai dei riti scaramantici prima di una gara?
“Non in particolare. Piuttosto sono uno che vuole pianificare la gara in modo preciso: voglio avere un piano iniziale. Certo, poi possono esserci dei cambiamenti rispetto al programma fatto”.

La scelta di entrare in Polizia com’è arrivata?
“L’ho deciso perché volevo fare canottaggio a livello professionistico e poi mi ha aperto strade nuove, mettendomi insieme ad atleti eccezionali come Caianiello: abbiamo una sintonia perfetta, quando usciamo la barca vola, non mi sono mai sentito così. Con lui siamo diventati molto amici, stiamo sempre insieme e questo è fondamentale perché la coppia funzioni bene anche in barca”.

Saranno gelose le fidanzate…
“Beh forse…  No, davvero, abbiamo instaurato un rapporto molto bello che ci aiuta nei momenti di difficoltà”.

Oltre al canottaggio, cosa c’è nella tua vita?
“C’è la mia ragazza, Giulia Pollini, a cui mi dedico in pieno. E poi fa pure lei canottaggio ad alto livello, quindi mi capisce perfettamente: devo dire che, da quando sto con lei, ho imparato molte cose, mi ha dato stimoli nuovi, mi fa stare bene e affronto meglio tutto”.

Dopo la scuola, hai tentato la strada universitaria?
“Sì, mi sono iscritto in Giurisprudenza, ma dopo due anni ho smesso perché ho capito che volevo fare canottaggio a livello professionistico: non potevo fare due cose così impegnative insieme, le avrei fatte male. Dopo un po’ di tempo ho tentato Scienze dei beni culturali, che è un po’ più facile, ma ho deciso di lasciare perdere. Ho preferito puntare tutto sul canottaggio e sull’obiettivo olimpico”.

Oltre all’oro alle Olimpiadi, hai un sogno nel cassetto?
“Sì, vorrei aprire un birrificio con Luca Martin, un ragazzo che rema a Gavirate. E stiamo già producendo qualcosa: è un progetto che a poco a poco si sta facendo più nitido”.

Come nasce la passione per la birra?
“Certo, bere in compagnia è bello, ma mi attira di più assaporare le differenti qualità, scoprire i sapori e poi realizzarli…”.
 

Stefano Lo Cicero Vaina

Nelle immagini: Martino Goretti; Goretti sul podio del quattro senza pesi leggeri al Memorial d’Aloja; Martino con la maglia delle Fiamme Oro.