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Corsi Adaptive, la sfida di quattro circoli romani

martedì 29 Marzo 2011

Corsi Adaptive, la sfida di quattro circoli romani

ROMA, 29 marzo 2011“Mi ha regalato la seconda parte della mia vita. Mi ha dato la forza per lavorare. Semplicemente, mi ha fatto ritornare a vivere”. Le parole di Massimo Romiti, campione italiano Adaptive (nella foto), hanno dato il via alla conferenza stampa di presentazione del  1° corso di avviamento al canottaggio per disabili totalmente gratuito. Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Comitato Italiano Paralimpico, il Comitato Regionale Lazio, la Direzione Regionale dell’INAIL e la Fondazione ROMA Terzo Settore.

“L’intento di questo progetto è quello di aprire le porte del canottaggio a tutti coloro che vogliono superare le difficoltà della vita con uno spirito diverso, il canottaggio è uno sport di grandi valori morali, che ti aiuta ad entrare in contatto con la natura quasi in modo spirituale, ad affrontare e superare le preoccupazioni terrene con più coraggio” ha detto il presidente FIC Lazio Marcello Scifoni nel corso della presentazione a cui hanno partecipato il segretario generale FIC Monica De Luca, il presidente CIP Lazio Barone, il Direttore Regionale dell’INAIL Napolitano e il campione paralimpico 2008 Luca Agoletto.

Quattro i circoli romani che hanno aderito all’iniziativa: Canottieri Aniene, Canottieri Tevere Remo, Salaria Sport Village e Canottieri Lazio. Il corso si svolgerà in 2 fasi: la prima di preparazione a terra con i remoergometri, poi seguirà uno stage in acqua sul lago di Sabaudia.  Il  Presidente Barone ha sottolineato l’importanza dello sport  come strumento indispensabile per  ridare fiducia non solo alle persone diversamente abili ma anche alle loro famiglie, alle persone che  sono coinvolte emotivamente, quotidianamente con i problemi dei  disabili.

 La collaborazione con l’INAIL nasce dalla volontà della direzione regionale di ridare una chance a coloro che per “mal-lavoro” hanno subito danni fisici. Ha ribadito il Direttore INAL Lazio che “la disabilità è uno stato mentale” e come tale si possono, attraverso la buona volontà di tutti, abbattere le barriere fisiche e mentali che ostacolano il ritorno alla vita dei portatori di handicap.