ROMA,
13 gennaio 2011 - Remare a
Scuola parte seconda. Dopo aver
esposto riflettuto ad alta voce
sulla relazione del Segretario
Generale del Coni Raffaele Pagnozzi,
raccontato le difficoltà iniziali e
le peculiarità del Progetto, il
responsabile del settore Scuola
Luigi Manzo entra sempre più nel
dettaglio. “Il Progetto assegna
un ruolo centrale alle Società, e
non potrebbe essere altrimenti visto
che a differenza di altre discipline
senza di loro il canottaggio a
scuola non si può fare, per le quali
oltre a quelle già varate sono in
corso di valutazione ulteriori
incentivazioni”.
E’ incoraggiante registrare la
partecipazione a “Remare a Scuola”
di società di vertice come ad
esempio le Fiamme Gialle che hanno
ormai interiorizzato questa attività
come “istituzionale”. “Altre
Società di vertice ricorrono e si
ispirano nella loro azione
promozionale a “Remare a Scuola”,
pur a volte senza “censire”
ufficialmente la loro attività
rinunciando però di fatto a
partecipare alla Classifica Generale
Remare a Scuola istituita quest’anno.
Altre, pur riconoscendo l’utilità
del Progetto, non lo adottano in
quanto per un concorso di
circostanze favorevoli l’afflusso
“spontaneo” di giovani praticanti
già mette a dura prova le proprie
strutture. Altre realtà di minor
dimensione hanno utilizzato o
utilizzano regolarmente il Progetto
per ricostituire e alimentare i
propri vivai portando i ragazzi in
barca, come il Progetto prevede, da
settembre a maggio, sia nelle ore
curriculari che extra curriculari,
generando in loro la voglia, il
piacere ed il divertimento di
“remare”.
Un
passo alla volta per gli sviluppi
futuri di “Remare a Scuola” e fatti
recenti inducono all’ottimismo. “Sono
convinto che ulteriore impulso
all’intera attività nella scuola
secondaria deriverà dalla rimozione
di alcuni elementi limitativi che si
interponevano: i costi della
partecipazione alle Fasi Regionali e
Nazionali in barca, ripartiti tra
FIC e MIUR, e la chiarezza della
normativa emanata in termini di
responsabilità civile e copertura
assicurativa agevoleranno l’adozione
del Progetto nei Piani Formativi.
Se poi qualche Dirigente scolastico
o qualche Insegnante continuerà a
trincerarsi dietro problematiche
“insormontabili” vorrà dire che
negherà ai propri alunni
un’opportunità altamente formativa”.
Manzo insiste sulla massima
attenzione da riservare sin d’ora al
Progetto di Alfabetizzazione Motoria
per la Scuola Primaria. “Dopo la
sperimentazione in atto, dovremo
necessariamente “agganciarci” con un
“progetto integrato” sulla scorta
del modello già testato con successo
in ambito federale. Senza che ciò
debba assolutamente costituire
precocizzazione dell’attività
remiera, ci consentirà di far
provare ai giovanissimi “il piacere
di stare in barca” con l’obiettivo
di fidelizzarli; questa attività non
può ovviamente prescindere dalla
realizzazione di attrezzature
adeguate e dalla formazione di
tecnici dedicati. I tecnici,
appunto, sono l’anello di
congiunzione tra il Settore Scuola,
che ha lo scopo principale di
allargare la base creando e
favorendo il contatto (mediamente,
per difetto, 9.000 alunni all’anno
nell’ultimo quadriennio), ed il
Settore Tecnico che ha l’obiettivo
di identificare e valorizzare i
talenti”.
La
ricetta del futuro? “Sono
convinto che una maggiore
integrazione tra i due Settori sopra
citati, la fattiva interazione del
rinnovato Settore Formazione, il
supporto mediatico ed una più ampia
partecipazione delle Società al
Progetto “Remare a Scuola”
costituiscano la ricetta vincente
per ottenere risultati sempre
maggiori .
Se tutti insieme, con l’impegno che ci contraddistingue, sapremo trasferire alla Scuola il nostro entusiasmo, la nostra passione e la consapevolezza di offrire ai giovani un’attività motoria e formativa ad alto valore aggiunto riusciremo a trasformare quella passerella oggi rappresentata da “Remare a Scuola” in un solido ponte di collegamento privilegiato tra canottaggio e mondo della scuola”.