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Il segreto della “tribù biancoverde” al Trofeo delle Regioni?  Coesione, entusiasmo e amicizia

mercoledì 28 Settembre 2011

Il segreto della “tribù biancoverde” al Trofeo delle Regioni?  Coesione, entusiasmo e amicizia

MILANO, 28 settembre 2011 – A Sabaudia è stata una grande festa in cui ha vinto il gruppo”. Toni Bassi è raggiante. Negli occhi ha ancora l’entusiasmo della “tribù biancoverde”, come ama definirla. Con 18 medaglie (9 ori, 3 argenti, 6 bronzi) e due quarti posti (sul totale di 20 equipaggi), i cadetti e i ragazzi convocati dal ct regionale Giambattista Della Porta, insieme agli altri due tecnici Osvaldo Morganti e Giulio Sala, hanno permesso alla Lombardia di aggiudicarsi il Trofeo delle Regioni. Ma, come sottolinea lo stesso Bassi, “l’aspetto più bello di questa trasferta è stato lo spirito di gruppo. Ho visto grande coesione e allegria, e il merito è anche delle società, oltre che del supporto indispensabile dei genitori. Ha funzionato tutto alla perfezione, dal viaggio, alla puntualità, alla sistemazione in albergo. Nulla è stato lasciato al caso”. E a Sabaudia se ne sono accorti pubblico, avversari e allenatori.

L’arrivo con il pullman rosso a due piani, da cui sono sbarcati i 62 atleti, non è passato inosservato. “E qualcuno si è meravigliato che fossimo arrivati con questi numeri, magari per vincere”, continua il presidente. “Ho risposto solo che volevamo dare un’occasione di confronto ad atleti giovanissimi, con l’obiettivo primario di farli divertire. Certo, a Sabaudia siamo andati “anche” per gareggiare, ed è ovvio che in acqua ognuno ha dato il massimo”.

E se Bassi descrive la sua esperienza laziale, la più entusiasmante da quando è stato rieletto presidente, con sguardo ampio, Giambattista Della Porta scende nei dettagli tecnici. Perché oltre “all’affiatamento, allo spirito di gruppo, la rappresentativa lombarda ha espresso un ottimo livello agonistico”, spiega il ct regionale. “C’erano atleti alla prima vera esperienza nazionale eppure hanno fatto molto bene. Abbiamo però pagato il poco allenamento insieme: non essendo equipaggi societari, contrariamente a molti di quelli toscani, mancava un po’ di assieme. Se avessimo avuto più tempo, i risultati sarebbero stati ancora migliori. Comunque, ci sono buoni numeri e sicuramente alcuni di loro, un giorno, andranno in Nazionale”.

La strada è dura, Dalla Porta lo sa, e ne sono consapevoli i tecnici societari. Ma rispetto al passato i progressi sono evidenti, soprattutto sul piano umano. “ Gestire dei ragazzini non è facile: oggi sono più intelligenti e svegli di una volta. Capiscono e sono informati su tutto, quindi ogni allenatore viene messo alla prova più di quanto accadesse in passato. A questo si aggiunge il maggiore entusiasmo, rispetto a qualche anno fa. Direi che siamo sulla strada giusta, dobbiamo solo convincere i ragazzi più dotati fisicamente che è meglio fare canottaggio che basket o calcio…”.

Impresa in cui è riuscito senza difficoltà Davide Noseda, tecnico giovanile della Canottieri Lario, che alle figlie Sabrina, Diana e Arianna ha trasmesso Dna e… canottaggio. A Sabaudia ha accompagnato la sua squadra, tenendo sempre un occhio sulla rappresentativa. “E’ stata un’esperienza fantastica”, spiega, “c’era un’atmosfera di festa, di amicizia”. Proprio quello che lo sport dovrebbe insegnare. “Parlo da tecnico ma soprattutto da genitore: non ho mai visto tanto entusiasmo come questa volta, e il merito è del vulcanico Antonio Bassi, che ha sempre nuove idee e fa di tutto per stimolare l’interesse dell’intero mondo remiero regionale. Credo che senza le continue iniziative che il Comitato ha avuto in questi anni, come per esempio “Idrogeno Rosa”, molti atleti avrebbero smesso di remare, non avrebbero raggiunto certi traguardi internazionali. Peccato che poi a livello nazionale non si dia il giusto seguito a iniziative come questa. Oggi, comunque, far parte della squadra lombarda è un fatto prestigioso: tutti ci tengono a indossare il body biancoverde. E, per concludere, posso dire che di questa trasferta mi è rimasta impressa l’aggregazione, la felicità negli occhi degli atleti che pur scontrandosi tutto l’anno, si sono ritrovati insieme sulla stessa barca”. Dimostrando che uniti si vince.

Stefano Lo Cicero Vaina