ROMA,
26 settembre 2011 - Poznan,
World Rowing Master Regatta. Per
Antonella Corazza è un
appuntamento importante, si prepara
con attenzione e scrupolosità.
Voglio di vincere e divertirsi,
voglio di farlo anche con il
fratello Fabrizio ed in seguito alle
istruzioni del marito Piero. Da Los
Angeles 1984 in avanti, rema sempre
con la stessa passione e
l’esperienza polacca ne rafforza
ulteriormente la convinzione.
“Siamo arrivati in Polonia
giovedì pomeriggio dopo un viaggio
allucinante tra le strade a due
corsie, poi finalmente in autostrada
Ruggiero Sutera ha pigiato
sull'acceleratore e siamo arrivati
in tempo per la mia prima gara”
esordisce Antonella. “Quattro di
coppia femminile categoria C con i
Master International, un team
organizzato da una simpatica
settantenne tedesca Karin Constant:
tutti gli anni contatta uomini e
donne di diverse nazioni che hanno
ottenuto ottimi risultati per
proporre misti con Nazioni diverse”.
Ecco il racconto. “Con due danesi
ed una tedesca si è conclusa con uno
splendido primo posto. Le condizioni
del lago erano pessime, al limite
della sospensione, ma
l'organizzazione è stata fantastica:
partivamo così velocemente ogni 4',
da non avere nemmeno il tempo di
pensare alle onde e al disagio che
le accompagna. E’ stata la mia prima
medaglia, non avevo mai vinto a
livello Master e l'ho condivisa con
tre meravigliose persone. E’ stato
strano ma molto coinvolgente, è così
intimo quell'ambiente dove agonismo
e passione si fondono in un sorriso
e tanta complicità”.
Anche il riposo vuole la sua
parte. “Siamo andati tutti in uno
splendido appartamento a 10' dal
campo di gara e dal centro: ci siamo
sistemati, stanchi per il viaggio ed
elettrizzati dalle gare effettuate
ed ancora da disputare, abbiamo
cenato e poi come atleti seri siamo
crollati nei nostri letti”.
Antonella poi riassume l’atmosfera creata dalla Canottieri Corgeno.
“Ruggiero Sutera è stato nostro autista ed accompagnatore per tutto il
Mondiale, Davide Truglio era il "piccolo" del gruppo, Loris Gonti il nonno,
ottimo organizzatore del viaggio fino al dettaglio e per finire mio fratello
Fabrizio Corazza, il saggio e onesto paladino del gruppo”.
Venerdì mattina, alle nove e trenta, seconda gara.
“Otto femminile categoria C, sempre con Master International. Non ero mai
stata capovoga di un otto in una gara internazionale, è una sensazione
fantastica: dietro di te, senti una potenza incredibile, la sensazione è di
respirare e sudare la passione di otto persone compreso il timoniere un uomo di
straordinaria esperienza e dolcezza. Abbiamo vinto contro le favorite tedesche e
russe! Il timoniere non stava più nella pelle, non credeva ai suoi occhi ma
soprattutto emozionante gli abbracci di tante rappresentanti di diverse nazioni
unite da uno scopo e una passione comuni”.
Niente gara, purtroppo, per Cristiana Ponti nel doppio C. “Purtroppo non
stava bene e la gara è saltata. Per cui ho dedicato il pomeriggio agli altri
atleti facendo foto e portando scarpe e remi”.
E sabato? “Lago in perfette condizioni, ero emozionata: il singolo è la mia
barca e, per me, la barca per eccellenza: per chi ama il canottaggio nella sua
più rude qualità, eleganza, coraggio e forza, sono le caratteristiche che
accompagnano un buon risultato in questa specialità. Se non credi nel singolo,
il singolo ti rifiuta. Ho vinto con un ottimo tempo. Dopo circa un'ora siamo
uscite in barca per disputare il doppio categoria B, la mia compagna di barca
era un'atleta tedesca: peso leggero, con una storia davvero dura, ma con una
grinta e una tenacia tipiche di questo ambiente. Abbiamo vinto. Sembravamo due
ragazzine alla prima vittoria insieme, ci siamo abbracciate e abbiamo pianto”.
La sera la stanchezza si fa sentire, dopo cena tra le emozioni della giornata
per le vittorie conquistate. “Domenica mattina abbiamo disputato le gare
miste, uomini e donne. Si gareggia sulla stessa imbarcazione dai doppi agli otto
con il 50% di presenza di entrambi i sessi. Con mio fratello Fabrizio abbiamo
fatto il doppio C. Abbiamo vinto. La mia emozione più grande è stata sentire
dalla sua bocca un Grazie, del quale solo io posso comprendere il significato.
Al nostro rientro a Malpensa ci aspettavano le nostre famiglie e il mio
meraviglioso marito/allenatore. Grazie davvero a tutti quelli che amano questo
sport e per la passione che ci unisce: non fermiamoci mai nonostante i risultati
e le difficoltà. Quello che abbiamo visto noi su quei campi è unico e ci rimarrà
sempre nei cuori”.