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A cuore aperto: i capitani Elena e Bernardo

mercoledì 24 Agosto 2011

A cuore aperto: i capitani Elena e Bernardo

ROMA, 24 agosto 2011 – Bled è alle porte ma l’attenzione per gli storici risultati ottenuti ai Mondiali Junior di Eton resta alta ed è giusto lasciare la parole ai due capitani, Elena Coletti (Lavoratori Terni) e Bernardo Nannini (Canottieri Firenze), per inquadrare la rassegna iridata under 19 con gli occhi di chi l’ha preparata e vissuta. E’ l’unico modo per spiegare la “lucida follia”

Essere capitani: quali responsabilità ha comportato per voi durante il raduno ed il Mondiale?  
Elena: “Non ho sentito tanto il peso delle responsabilità, forse perché non mi sentivo un vero e proprio capitano. Eravamo piuttosto un gruppo e forse il mio ruolo era solo quello di cercare di “mantenere l’ordine” al suo interno e trasmettere la mia esperienza. Ero la più grande e quella con più esperienza alle spalle perciò credo sia normale che Max (Massimo Casula n.d.r.) si sia in un certo senso affidato a me per cercare di insegnare qualcosa alle altre sia durante il raduno che durante il Mondiale.. Ripeto. Non mi sono mai sentita superiore; il mio ruolo di capitana, oltre che decidere quale maglia mettere a pranzo, cena e per scendere al campo, consisteva più nel trasmettere qualcosa alle ragazze per accrescere la loro esperienza, cosi come negli anni passati altre atlete hanno fatto con me”
Bernardo: “In genere si tende a scegliere uno degli atleti più esperti…All’europeo i capitani del settore maschile erano due: io e Peppe Vicino. Poi è cominciata la sua avventura con gli under 23, quindi sono rimasto solamente io. Essere capitani ti riempie di onore e di orgoglio, inizialmente bisogna stare attenti al fatto che il gruppo non si sfaldi, che non si creino gruppi nel gruppo. Poi man mano che il tempo passa e aumenta lo stress c’è da placare gli animi quando magari sono un po’ più tesi. Spero di esserci riuscito, i ragazzi mi hanno aiutato molto e abbiamo lavorati tutti quanti in un clima di rispetto e fiducia reciproca grazie anche al supporto dei nostri allenatori. Questa è stata proprio l’arma vincente”.

Il vostro Mondiale: le emozioni, le difficoltà vissute e superate, la soddisfazione finale per 2 ottimi risultati.
E: “Ho iniziato il raduno premondiale dicendo ‘questo è il mio mondiale’ e la domenica mattina della finale  ne ero ancora straconvinta. Dopo due mondiali junior ricchi di soddisfazioni,volevo tornare a casa anche da Eton senza alcun rimpianto e rammarico. Se ero un po’ spaventata inizialmente dalla scelta del singolo, dopo 3 settimane di prove in quattro senza, sapendo di dovermi confrontare con atlete di almeno 15 kg e 10 cm più grandi di me, ora,al di là del risultato, posso solo dire che al mille per mille io e Josy non potevamo fare scelta migliore. E’ stata un’esperienza Grandiosa con la G maiuscola e so che questo mondiale in singolo mi ha aiutato a fare un grande salto di qualità,sia in gara sia mentalmente. Ciò che ancora mi mancava. Se da una parte mi sono fatta “scappare” una medaglia, dall’altra la gioia per un quarto posto assoluto in singolo ad un mondiale mi ha dato davvero una grande carica ed una grandissima voglia di fare anche in vista dei mondiali di Bled nel quattro di coppia pesi leggeri”.

B: “C’è un ricordo indissolubile: non parlo solo della gara bellissima né degli allenamenti là. Mi riferisco all’aria che si respirava al mondiale, parlo della scarica di adrenalina che arrivava quando il semaforo diventava verde, parlo dei brividi lungo la schiena sentendo l’inno di Mameli, parlo delle notti in cui ci si addormentava a fatica per la tensione che non calava, parlo dei sorrisi dei compagni, di Enrico che urlava di felicità negli ultimi 500 metri, della soddisfazione di Claudio e Lello. Dispiace dirlo a chi lo vede solo da fuori, ma un Mondiale per capire realmente cosa sia va solamente fatto”.

Il contributo dei vostri allenatori. Qual è stato? Cosa vi sentite di dire loro dopo questo Mondiale?  
E: “Come ho già detto l’esperienza in singolo mi è servita moltissimo per fare un bel salto di qualità e come stimolo in vista dei prossimi appuntamenti. Per questo mi sento di dover ringraziare Josy (foto a lato) per la grandissima fiducia accordatami e non solo in questo Mondiale. A fianco di Josy un grande ringraziamento va a Ciccio, che ha sempre creduto tanto in me e che forse è stata una delle più grandi vittorie del mio mondiale quando dopo la finale mi ha abbracciata e mi ha detto ‘sei stata bravissima, sono orgoglioso della gara che hai fatto. Per me è come se questo mondiale lo avessi vinto, fidati e credimi, tu hai vinto questo mondiale Ele’. Queste parole, dette da un atleta e ora allenatore di tale spessore, non possono far altro che infonderti fiducia e una grandissima carica, oltre che un immenso piacere ovviamente. E poi in ultimo sento di dover fare il ringraziamento più grande a Massimo Casula (foto a lato), che in questi tre anni è diventato il mio angelo custode. Credo che il calore, la fiducia, la stima, l’affetto e il rispetto che ho nei suoi confronti l’ho provato davvero per poche persone. E’ un Grande Uomo con le lettere maiuscole e nel passaggio di categoria da Junior ad Under 23 la sua assenza sarà probabilmente la differenza che sentirò di più!”

B: “Forse troppe sarebbero le cose da dire senza cadere nel banale a tutti gli allenatori che mi hanno seguito. Un grazie enorme se lo meritano di cuore. Grazie a Claudio (Romagnoli, nella foto a lato) a cui luccicano gli occhi dalla passione per il canottaggio che lo muove ogni volta che allena; grazie a Lello (Polzella, nella foto sotto, un componente dell’otto a tutti gli effetti n.d.r.) che ci mette l’anima in ogni azione che compie per un suo atleta; grazie a Walter che ci ha seguito con gli occhi di un padre; grazie a Enrico dove potevamo trovare conforto in un suo sorriso in un momento di tristezza e un enorme grazie anche a Rocco (Pecoraro n.d.r.) con cui ho avuto l’onore di lavorare qualche settimana questa primavera. Mi sono lasciato in fondo il mio tecnico societario a cui non so davvero cosa dire. Basta un “grazie” a chi ti cresce ogni giorno? Basta un grazie a chi dà una parte di se per te? spero che basti perché è l’unica cosa che sono in grado di dirgli. Grazie Gigi”.

Essere Junior cosa significa sul percorso di crescita di un atleta?  
E: “Da Brive a Eton, passando per Racice, Singapore e Kruszwika, credo di poter affermare di essere un’altra. Ogni esperienza internazionale è stato un tassello da aggiungere al mio puzzle, mancano ancora parecchie tessere. Quando il disegno sarà completato sarà anche, anzi, soprattutto merito di tutte le tessere messe grazie all’esperienza junior”.

B: “Lascerò la categoria junior in un misto di emozioni contrastanti: eccitazione per approdare finalmente tra i big, negli Under 23 e senior, ma anche amarezza per lasciare al passato emozioni indescrivibili e anche un briciolo di timore per una sfida che sembra difficile ma proprio per questo ancora più bella: continuare a remare ad alti livelli”.

E adesso niente domande, a voi la parola per un libero pensiero.

E: “Per il futuro ho tanti sogni nel cassetto, prima di tutto quello di disputare un ottimo mondiale a Bled in modo tale da concludere in bellezza l’anno che fino ad ora non sarebbe potuto andar meglio sotto ogni punto di vista. Perciò mi sento di ringraziare tutti coloro che ne hanno fatto parte. Vorrei ringraziarli ad uno ad uno ma so che probabilmente mi dimenticherei qualcuno,perciò non si offenda nessuno, ma una volta tanto voglio ringraziare la persona che so per certo essere stata il mio aiuto e supporto più grande per arrivare fin qui: Giada. Lo scorso anno ha avuto una terribile fiducia in me e so che senza quella non avremmo potuto fare ciò che abbiamo fatto e io probabilmente non avrei affrontato la stagione con la maturità che le esperienze dello scorso anno mi hanno dato . Giada é stata di sicuro il tassello più importante della mia carriera junior,dal punto di vista sportivo e affettivo e lei sa quanto sia grande la mia stima nei suoi confronti e quanto io, seppur dall’interno della squadra, sia una sua grandissima fan! Degli altri sogni nel cassetto non amo parlarne,un po’ per scaramanzia,un po’ perchè è un discorso che affrontiamo sempre io e il mio allenatore Fabio Poletti ad inizio preparazione invernale e non voglio tradire la nostra tradizione: ci mettiamo a tavolino e stabiliamo gli obbiettivi per l’anno seguente, dal più facile al più lontano, e fino ad ora siamo stati bravi a raggiungerli quasi tutti. Molti si chiedono se abbiamo un segreto per essere una coppia cosi vincente anche fuori dal canottaggio, in realtà credo solo che ci siamo trovati,e quando ti trovi in un tal modo con qualcuno è impossibile non affrontare ogni sfida già da vincitore!”.

B: “Un ringraziamento particolare ad un mio compagno di società: Andrea Marcaccini eterno amico ed eterno compagno di barca. Con lui ho vinto 3 volte il 4 senza ai campionati italiani, prima due junior e poi quello under 23. Sono veramente pochi ad avere la sua grinta e la sua voglia di fare. Sono sicuro che la grinta e la voglia di fare che ho provengano interamente dallo stargli vicino ogni allenamento”.