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Canottieri Calendasco; una società da “Peppone e Don Camillo”

domenica 20 Novembre 2011

Canottieri Calendasco; una società da “Peppone e Don Camillo”

CALENDASCO, 20 novembre 2011 – Che i Piacentini fossero gente ‘tosta’ ed assai competitiva lo sapevo già da tempo.
Le sfide del passato sui campi di gara me lo avevano insegnato sulla mia pelle.
Un po’ come i romagnoli della Canottieri Ravenna “dal sangue bollente” ma, geograficamente, un po’ più a nord.
Una ulteriore conferma a ciò che pensavo in merito l’ho avuta giovedì 17 novembre quando, recatomi in quel di Calendasco per la conferenza regionale allenatori, ho avuto modo di visitare la sede nautica della neonata Società Canottieri Calendasco asd 2010 dove l’amico Franco Canderle ha appena iniziato l’attività remiera.
Arrivato infatti in questa sperduta località a nord di Piacenza assieme ad un amico Giudice di gara e a mia figlia, per far passare il tempo che ci rimaneva prima della conferenza, ci siamo incamminati dal ristorante Masero verso l’argine del Po.
Una volta arrivati in cima ho visto lungo la riva un galleggiante con sopra barche da canottaggio.

Dopo un attimo di sorpresa ci siamo avvicinati al pontone scendendo lungo la golena.
Ai nostri occhi, scarna ma essenziale ci si è presentata la Canottieri Calendasco; semplicemente appoggiata sul fiume che, dopo le piene delle settimane prima ora scorreva tranquillo.
Con il mio amico Luca, dopo un attimo ho esclamato: “.Franco sei un mito”.
Nell’istante di questa frase mi sono passate veloci nella mente immagini, anni di ricordi alla mia vecchia Società Canottieri Ferrara, piene, fango da spalare e tanta nostalgia.
Ai più sembrerà assurdo provare nostalgia per situazioni al limite del pericolo come piene del Po e fango da spalare ma per uno che ha trascorso 18 anni sul grande fiume non è così.

Il Po per i vogatori è adrenalina pura; nelle piene imponenti, nelle secche estive quando si attraversa il fiume a piedi, nei tramonti infuocati o all’alba quando si esce in barca presto alla mattina ed il sole sorge netto da est sul filo dell’orizzonte.
La Canottieri Calendasco pare veramente uscita dalla penna di Guareschi; un circolo di canottaggio che avrebbe fatto senzaltro da scena alle storie di Peppone e Don Camillo.
Un borgo, fuori dal caos della città, il suo fiume ed il suo galleggiante.
Per chi non lo sa, infatti, quasi ogni paese, borgo o città che si specchia sul corso del Po ha un “galleggiante” appoggiato in acqua e una chiesa con la facciata centrale rivolta al fiume.

Presenze umane proiettate sul grande fiume, per rispetto o per sfida.
Ripresomi dai ricordi, resta l’intima stima per Franco e tutti gli allenatori italiani che si mettono coraggiosamente in gioco fondando queste società ‘di frontiera’ sconosciute ai più.
Più che allenatori o dirigenti si potrebbero chiamare “imprenditori sportivi” perché di ciò si tratta.
Coraggio, senso della sfida e un po’ di follia sono le doti necessarie senza le quali non si possono affrontare queste imprese.
Al ritorno sull’argine, in una casetta adibita a posto di guardia idraulico dal lontano 1913, Franco e la sua società ne hanno tratto uno sgombero per materiale nautico e spogliatoio.
Anche se sembrerà paradossale, la Canottieri Calendasco, nata nel 2010, fra due anni celebrerà il centenario di ….una parte delle sue strutture.
Franco sei un mito!

Andrea Pareschi
Fiduciario Provinciale F.I.C. – CONI Ferrara