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FIC e Unicef nuovamente insieme!

martedì 25 Maggio 2010

FIC e Unicef nuovamente insieme!

ROMA, 26 maggio 2010 – Da Brest a Bled, dalla Bielorussia alla Slovenia, dagli Europei 2009 alla Coppa del Mondo 2010.
A distanza di otto mesi, ancora una volta la nazionale italiana di canottaggio si fa portavoce dei diritti dei bambini di tutto il mondo: diritti allo studio, al gioco, alla possibilità di crescere in un contesto socio-culturale idoneo, a un’infanzia serena, lontana dai problemi che affliggono molti Paesi, quali la fame, la sete, l’odio e la violenza.

Nel rinnovare questa partnership (Unicef è partner ufficiale della Barca Azzurra), la FIC si richiama anche alla Carta dei Diritti dei ragazzi allo Sport, realizzata dalla Commissione Tempo Libero dell’ONU a Ginevra nel 1992. “Diritto di divertirsi e giocare, diritto di fare sport, diritto di beneficiare di un ambiente sano, di essere circondato ed allenato da persone competenti, di seguire allenamenti adeguati ai suoi ritmi, di misurarsi con giovani che abbiano le sue stesse possibilità di successo, di partecipare a competizioni adeguate alla sua età, di praticare sport in assoluta sicurezza, di avere i giusti tempi di riposo, il diritto di partecipare e giocare senza necessariamente essere un campione”.

Dalla Bielorussia, l’Italia è rientrata con un titolo europeo (il doppio di Gaby Bascelli e Laura Schiavone) e due argenti (il doppio leggero di Elia Luini e Lorenzo Bertini e il quattro di coppia femminile Bello-Bascelli-Schiavone-Sancassani).  A Bled gli adesivi con il logo dell’Unicef saranno applicati su tutte e ventuno le barche iscritte a questa prima prova di Coppa del Mondo

“Siamo davvero onorati di poter gareggiare con il marchio Unicef,  quest’importante riconoscimento testimonia l’impegno sociale della Federazione  – commenta il presidente federale Enrico Gandola – per noi l’attività giovanile occupa indiscutibilmente una posizione di primissimo piano perchè riteniamo che la funzione formativa del canottaggio sui giovani abbia un valore storico ed indiscutibile. Poter gareggiare con un messaggio di forte solidarietà che evidenzi il diritto di ogni bambino ed adolescente di  praticare sport e vivere la propria infanzia in modo spensierato rappresenta anche un visibile ed efficace contributo alla diffusione dei nostri valori ”.