MILANO,
25 gennaio 2010 - Era un
Falcketto, ma non era Altolariano, perchè la
sua passione per acque e barche nasceva sul
lago d'Iseo, nella sua Sarnico, ove è
mancato pochi giorni fa all'età di 84 anni.
Era venuto a lavorare in uno dei tanti
stabilimenti Falck del milanese (allora la
Falck, che non per nulla nella sua ragione
sociale sottolineava la sua lombardicità,
aveva impianti e fabbriche localizzati in
tutta la regione). Ed a Milano, non più
giovanissimo, andò ad apprendere i segreti
della voga all'inglese alla Canottieri
Olona, su quel Naviglio Grande su cui si
forgiarono grandi equipaggi. E la sua fu una
importante carriera, salendo sul gradino più
alto del podio ai Campionati italiani di
Pallanza del 1951, vincitore del titolo
nazionale del 4 senza junior e nella stessa
manifestazione poi l'equipaggio dell'Olona
si cimentò coraggiosamente nel campionato
senior inchinandosi alla superiorità degli
olimpionici della Moto Guzzi, ma vincendo
l'argento. Non male questo esordio, che gli
aveva fatto sperare (ed infatti venne
ammesso a dei confronti) in un possibile
coinvolgimento per la selezione azzurra
verso Helsinki. Un banale incidente in
motocicletta rallentò le sue ambizioni. E il
1952 trascorse tra gare intermedie, ma è
ancora argento per l'Olona nel quattro
senza.
Il 1953 registra un importante cambiamento:
ha abbandonato la voga di punta, gareggia
nel singolo e alla zonale all'Idroscalo di
Milano, pur con una imbarcazione non
adeguata, si produce in una spettacolare
conclusione di gara e riceve il premio quale
primo degli esordienti.
Il 12 luglio sempre a Milano in un confronto
internazionale si piazza secondo (a 4”) dal
campione belga George Robert e si lascia in
scia il campione italiano della Milano
Silvio Bergamini, un buon avvio non c'è che
dire. Anche il 18 maggio in un test
all'Idroscalo nel doppio, in un confronto
con una formazione della Canottieri Milano
fa dimostrazione di un promettente
progresso.
Il 31 luglio ai campionati italiani 1953 a
Castelgandolfo è secondo nel singolo
juniores, vinto dal barese Capruzzi, ma
precedendo il lecchese Gigino Vassena che
vogava per la Lario. Ma per il titolo senior
spara fuori le sue maggiori energie e
nonostante (dicono gli osservatori) fosse
ancora notevolmente greggio ed angoloso
nella vogata, realizza un finale
entusiasmante e vince il titolo, con 8
decimi su Bergamini, terzo è Capruzzi e
quarto Vassena.
Anche il 1954 inizia bene: l' 11 marzo a
Como nel singolo vince la gara di resistenza
sui 6 Km. e il 18 a Mandello è ancora primo
(e questa volta sui 10 Km.). Quell'anno il
campionato italiano sarebbe stato su tre
prove. Alla prima il 9 maggio a
Castelgandolfo è primo, il 13 giugno nella
seconda a Napoli vince Capruzzi ed è
secondo, perdendo il primato in classifica,
ma si rifà alla grande alla terza prova, il
18 luglio a Mantova ed è campione italiano.
In precedenza aveva fatto una tappa
intermedia all'interzona di Milano del 4
luglio, naturalmente vincendo.
Ed è un bel remare il suo: 3 titoli italiani
in quattro anni, non male evidentemente e a
Dongo si accorgono che a Milano c'è un
Falcketto che vola sull'acqua, ma non con la
loro casacca, pur essendo un loro collega.
Ed in buona armonia i “3 G” (Galli, Genefini
e Granzella) che stavano portanto la
Canottieri Falck verso favolosi tragardi ne
ottengono il nulla osta dalla Canottieri
Olona e nel 1955 gareggia anche lui con la
classica maglia verde.
Il 6 marzo è in gara a Como alla zonale di
fondo (6 Km.) ed è secondo, mentre si
imporrà l'8 maggio nella zonale di Lecco.
Anche quest'anno il campionato italiano è su
tre prove: il 29 maggio alla prima, a
Castelgandolfo è primo, mentre il 29 giugno
nella seconda, a Trieste, si impone Attorese
della Moto Guzzi e il buon Luigi Bena è
secondo. Alla terza prova, il 18 settembre a
Milano vince il varesino Martinoli e Bena è
saldamente secondo ed il punteggio di
classifica gioca tutto a suo favore e
rivince il titolo.
Anche per il 1956, ormai ha 30 anni, si
rimette nuovamente in gioco, ma il
commissario tecnico federale che aveva
potuto osservarlo all'opera nella sua
relazione annotava di averlo visto “un po'
giù”. Ma con passione e tanto orgoglio il
buon Luigi non desiste ed il 17 giugno è
nuovamente allo start dei campionati
italiani a Castelgandolfo: vince Martinoli,
secondo è il triestino De Curtis ma Luigi
Bena conclude con una soddisfacente medaglia
di bronzo, che contrassegnerà anche la
conclusione di una bella carriera: 4 titoli
italiani (di cui 1 junior), due argenti e 1
bronzo.
Dopo l'andata in pensione, Luigi Bena
ritornò nella sua Sarnico, apprezzato ma
anche riservato cittadino, al quale gli
sportivi locali hanno sempre guardato con
rispetto. Il rito funebre è stato celebrato
il 22 gennaio nella Chiesa di San Paolo.
Ferruccio Calegari