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Simone Angeloni, Il Mondiale di Racice nel mirino

martedì 13 Luglio 2010

Simone Angeloni, Il Mondiale di Racice nel mirino

ROMA, 13 luglio 2010“Ero indeciso se scegliere il canottaggio o il calcio, alla fine ho optato per remi e barche anche grazie all’esperienza di mio papà Mario. Una scelta di cui non mi sono mai pentito e mai mi pentirò”.

Ne è sicuro Simone Angeloni, diciotto anni il prossimo 30 ottobre: il vogatore della Tevere Remo sta preparando a Piediluco il suo primo Mondiale da Junior e Racice sarà anche un banco di prova per le ambizioni future.

Secondo al Tricolore Ragazzi 2007 in quattro senza, parla della sua società nel modo in cui generalmente viene inquadrata una famiglia. “Alla Tevere Remo ho trovato davvero un ottimo ambiente per remare, ottimo sia per divertirsi che per andare alla ricerca di qualche risultato importante: il merito è sicuramente dei nostri tecnici, Marco Massai e Daniela Sanna, che sanno ben comunicare con noi ragazzi. Solo una volta ho avuto voglia di cambiare aria ma Marco mi ha poi convinto a tornare indietro e a cambiare idea ”.

“Amor vincit omnia”, in questo caso l’amore per il canottaggio supera ogni difficoltà.
“Questo sport è entrato prepotentemente nella mia vita, mi ha fatto conoscere persone straordinarie e legare in maniera forte con i compagni di squadra e gli allenatori. E’ proprio per questo che di fronte alle sconfitte non mi sono mai arreso ma ho sempre deciso di andare avanti alla ricerca di nuove rivincite e nuovi stimoli”.
 

Tra i momenti belli della sua breve storia remiera, c’è la proprio l’argento ai Tricolori Ragazzi.
“Ricordo quanto ci siamo impegnati per costruire quel bel risultato: io, De Bellis, Giancola e Uffreduzzi, solo la Canottieri Firenze dei futuri medagliati Junior Gattai e Andreucci fece meglio di noi a Sabaudia”.

Adesso Racice, adesso l’otto azzurro: eredità pesante, dopo lo splendido bronzo di Brive La Gaillarde, ma ci sono dei “reduci”, gente come Peppe Vicino, Roberto Bianco, Vincenzo Abbagnale, Marco Di Costanzo e il timoniere Enrico D’Aniello sicuramente abituati a fare a pugni con la storia e a non arrendersi mai di fronte alle missioni più ardue, leggi testa a testa negli ultimi 100 metri della finale con gli Stati Uniti. “Sono ragazzi splendidi, da loro devo certamente imparare ma devo dire che apprezzo moltissimo il fatto che i veterani della squadra Junior stiano aiutando noi nuovi ad ambientarci, a entrare nel clima che ci porterà al Mondiale di Racice”.

L’unità del gruppo Junior, una delle chiavi delle porte dei successi.
“E’ sicuramente vero, trascorriamo moltissimo tempo insieme ed è l’occasione per stringere nuove amicizie condividendo momenti facili e difficili come una squadra. Siamo una squadra che suda con il massimo impegno per diventare grande”.

I motori nella testa di Simone tra la sua microbar e l’SH125. “Ma anche rock e pop, generi che mi aiutano a rilassare dopo giornate dure e stressanti, in particolare alla vigilia degli esami e nei raduni”.