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Repubbliche Marinare: le voci di tutti i protagonisti

mercoledì 3 Giugno 2009

Repubbliche Marinare: le voci di tutti i protagonisti

PISA, 3 giugno 2009 – Tante parole, tante emozioni contrastanti al termine della Regata delle Antiche Repubbliche Marinare. Michele Michelotti è il primo a scendere, corre subito ad abbracciare l’amico e concittadino pontederese Leonardo Pettinari. Piange e dice con voce singhiozzante: “Spettacolare, spettacolare, non la immaginavo così: senza parole, anzi mi ripeto, spettacolo puro”.
Ivan Lorenzini racconta la l’intera gara: “E’ andata benissimo; siamo schizzati subito avanti in partenza e non abbiamo mai mollato la testa della gara. All’ingresso del Ponte di Mezzo ho avuto i brividi: il tifo della gente c’ha portato avanti, non si sentiva nient’altro. E’ una soddisfazione, sono salito in barca con gente fortissima, ho cercato di dare il massimo per essere all’altezza e dopo 500 metri di gara ho capito che ce l’avevo fatta”.
Dopo aver abbracciato Francesco Fossi e Luca Agamennoni, Lorenzo Bertini spiega: “Il nostro è stato un passo di gara fortissimo, direi forte come la partenza dove abbiamo staccato tutti: il tifo della gente ha fatto il resto spingendoci verso il trionfo”.
Per coach Marrucci “vincere in casa propria è sempre incredibile, sto provando una soddisfazione inesprimibile. Posso dire che è quasi meglio del 2006”.
Per Amalfi, saltano e festeggiano Rosario Agrillo, Chicco Migliaccio e Fabio Infimo, quest’ultimo ottimo capovoga. “Siamo partiti forti anche noi per non lasciarci scappare Pisa: regata a ritmi altissimi, nel finale abbiamo lottato con i denti per tenerci dietro Genova” dice Infimo.
“Manco per Napoli-Avellino un tifo e un emozione simile” urlano in coro Agrillo e Migliaccio.
Augusto Zamboni, capovoga genovese, non nasconde un pizzico di delusione per il risultato. “Solo sette decimi da Amalfi: peccato davvero”. Ma traspare tanta gioia per “esser tornati finalmente competitivi: siamo migliorati molto rispetto agli ultimi anni, siamo ancora terzi ma se ci fossimo classificati secondi non avremmo rubato nulla”.
Il compagno Marco Fabbi lo ringrazia: “Grande Zambo, 42 di passo, 48 di chiusura: non credevamo di arrivare in fondo a questo ritmo ma ce l’abbiamo fatto e siamo molto contenti della nostra prestazione”.
Giovanni Lunardi parla della gara di Venezia, quarta e costretta a mollare lo scettro dopo due anni di vittoria sapendo bene cosa stanno provando in quel momento i rivali di Pisa. “E’ vero, abbiamo lasciato la gara al ponte della Ferrovia ma la nostra mossa azzardata è stata frutto di un calcolo: eravamo nella corsia peggiore e volevamo cercare di sfruttare la scia dei nostri avversari. Ci è andata male, purtroppo: rispetto all’anno scorso, l’equipaggio era cambiato ma ci siamo preparati bene e adesso non ci resta che iniziare a pensare la prossima sfida di Genova”.